Un mosaico ricorda il legame di Manzù con Aviatico e la sua gente

Un mosaico ricorda il legame di Manzù con Aviatico e la sua gente

L’articolo su L’Eco di Bergamo dedicato alla posa ad Aviatico del mosaico in omaggio a Manzù che vi soggiornò per anni.

Manzù è rimasto nel cuore della gente di Aviatico, fin da quando l’artista saliva nella sua casa segreta, a periodi alterni. Dal 1934 al 1947 e poi anche oltre… Un amore lungo un’intera vita. L’immagine scelta dal comune per rendergli omaggio con un mosaico è del 1966 e ritrae Giacomo Manzoni detto il Manzù nel suo studio di Ardea. Il Mosaico del Manzù  è da oggi affisso sulla facciata della casa dove egli abitò. Attraverso quel profilo appare la figura di artista e uomo genuino che le varie famiglie Carrara, Dentella, Acerbis, Usubelli impararono a stimare. È stato realizzato dalla Scuola Mosaicisti del Friuli, la stessa che nel corso degli anni ha firmato lavori come l’apparato musivo  dell’Operà di Parigi o il restauro della Cupola della Basilica del Sacro Sepolcro a Gerusalemme e anche il Memoriale di Ground Zero a New York. Il mosaico lo ritrae accanto alla scultura di Inge, sua musa e compagna, ed è alto 124 centimetri e largo 78, con uno spessore di 3 centimetri. È stato posato davanti all’abitazione dell’artista lungo la Via Mercatorum, sotto il porticato dell’Antica Dogana, poco prima della chiesa di San Rocco, dentro una teca che ne preserverà la fattura.

 

L’opera dei mosaicisti di Spilimbergo nasce per ravvivare i legami di affetto tra la comunità di Aviatico e il maestro, che qui soggiornò per anni prima che la fama lo consacrasse artista religioso e civile di fama mondiale. Nelle case dei contadini di Aviatico era ospite gradito e apprezzato per la sobrietà dello stile di vita nella condivisione del quotidiano. Così si è espresso il sindaco di Aviatico Mattia Carrara: “L’idea di omaggiarlo con una semplice targa apposta sulla facciata della casa dove ancora è visibile la panchina del riposo serale è parsa all’amministrazione e al gruppo cultura della Pro Loco un po’ troppo cimiteriale. Ma anche riproporre un’opera di marmo o in bronzo avrebbe esposto l’impresa a un confronto impari con l’arte e la lirica del Manzù. Così si è pensato di condurre un accurato studio fotografico del volto dell’artista, dal quale trarre un profilo facilmente riconoscibile al pubblico, con una tecnica rappresentativa insieme classica e contemporanea. Tra i vari istituti di eccellenza si è optato per la Scuola Mosaicisti del Friuli nata cent’anni fa a Spilimbergo.”

Aurora Cantini nel libro “Manzù e Aviatico un unico cuore” ha svelato la presenza dell’artista sull’Altopiano.

MANZÙ E AVIATICO UN UNICO CUORE, il libro

“Era l’agosto del 1934 quando lo scultore salì sull’Altopiano poco dopo le nozze con Antonia Oreni. Era in cerca di una stanza in affitto per il mese di agosto e aveva trovato calore e ospitalità a trecento lire nella casa di Teresina Acerbis in Carrara, che lì abitava con il marito Battista e le figlie. Ci rimase fino al 1940, quando si trasferì nella casa di Petronilla e Tranquillo Dentella, in Cima Aviatico dove rimase a periodi alterni fino al 1947 e anche oltre soggiornando spesso presso l’albergo Cornagera. Di Manzù gli abitanti del paesino ricordano che preparava la polenta la domenica, giocava a cip con i bambini, recitava il rosario serale, partecipava alle funzioni facendo anche da padrino e alle partite di bocce. Questo è un Manzù genuino, senza filtri. Il nostro Manzù di Aviatico”.