La recensione di Maria di Pietro per il libro “Un rifugio vicino al cielo”

La recensione di Maria di Pietro per il libro “Un rifugio vicino al cielo”

La recensione di Maria di Pietro per “Un rifugio vicino al cielo”

“NORMALE, È l’aggettivo che mio figlio utilizza, quasi sempre, per definire una persona. Maschio, femmina, italiano, straniera, bionda, moro, alto, magra, mussulmano, cattolica, ateo, ebrea, laureata, operaio, ricca, indigente….

Lui che parla raramente perché sceglie, con infinito amore per l’umanità tutta, le parole da non dire, per non offendere né sminuire, per lui tutti sono Normali.  Sta tutto lì il vero significato.  Lo Spirito Santo che si rivela prima e soprattutto agli umili, che nemmeno forse sono consapevoli di esserne pervasi, che indica e illumina.

L’umanità è composta da miliardi di persone ognuna con il proprio DNA, ognuno diversa e speciale, ognuna dunque NORMALE. Nella normalità.

Se tutti ci rendessimo conto di questa semplicissima verità non esisterebbero più le aberrazioni, le guerre, gli scontri politici, il bullismo a scuola, il pettegolezzo e la maldicenza, l’odio razziale, la fobia per gli stranieri.

Ma la difficoltà sta proprio nel capire i concetti più semplici e trasparenti, come quarzi grezzi che aspettano solo di essere ripuliti dalle sovrastrutture per mostrare la loro lucentezza.

Un giorno un sacerdote di Amora, dopo 11 anni di isolato servizio nell’altopiano di Selvino, condusse il vescovo nei luoghi di Ama e d’intorni.

Il poveretto soffriva la solitudine che la sua veste ed i luoghi poco frequentati di montagna gli facevano patire. Il vescovo per tutta risposta, fingendo di non capire lo strazio del probo, disse: “Ma quanto è fortunato lei, che può godere ogni giorno di questi favolosi panorami.” Il Don di paese allora sbottò: “Eminenza, ci stia lei un anno!”

L’anno successivo ottenne, il prete, l’agognato trasferimento. I favolosi panorami della montagna bergamasca sono opera d’Arte Divina, ma a cosa serve la bellezza più bella se è solo portatrice di tristezza?

Aurora Cantini, poetessa e scrittrice pluripremiata e decorata di Aviatico, ci racconta i giorni neri dell’altopiano bergamasco, con la cronistoria dettagliata e fotografata del periodo orribile che fú la seconda guerra mondiale.

Con questo libro, “UN RIFUGIO VICINO AL CIELO”, ci narra i giorni dei partigiani nascosti tra malghe e boschi, di sfollati, di quella gioventù privata della propria innocenza. Tante storie che intrecciano dolori e attese, speranze e orrori. Come il soldato slavo che venne sepolto a Trafficanti, piccolo paese della valle Seriana, fuggito dalla caccia del Regio Esercito Italiano nella ex Jugoslavia e deportato, insieme ad altri bosniaci, nei campi profughi della Grumellina di Bergamo.

Qui narra la storia di poche famiglie ebree, che in quei luoghi, dallo splendido panorama, vissero in clandestinità nel periodo della mattanza germanica. Normali sono tutti gli esseri umani. Sono i loro sentimenti bruti che non rientrano nella normalità.

Le uniche persone che mio figlio, che in questo mi somiglia molto ahimè, non sopporta sono le persone competitive e false. Quelle che ti tolgono la sedia da sotto il sedere per riporvi tronfie le proprie terga, quelli disposti a venderti per incassare miseri encomi, quelli che si permettono di denigrare e sminuire il prossimo perché non riescono ad esserne migliori. I bulli, i violenti.

Il paesino di Ama che fu rifugio per 5 famiglie ebree negli anni di guerra

Le guerre iniziano e per fortuna finiscono. Restano i teatri di guerra, a volte struggenti paradisi terrestri, come i nostri monti bergamaschi, a volte cumuli di macerie imbrattati di sangue. Le guerre finiscono nei ricordi e nei libri di storia, e purtroppo non hanno ancora insegnato nulla…

Importante testimonianza, pregna di rispetto e di giusti del mondo, questa di Aurora. Auguro a tutti voi una buona lettura di riscoperta della normalità con i libri, i racconti e le poesie di AURORA CANTINI! normale Natale a tutti!” Maria di Pietro