Recensione di Elvira Macchiavelli, ricercatrice e fotografa,
per “Come una fiamma accesa”
il memoriale dedicato ai fratelli Carrara nella Grande Guerra
Libro dedicato ai fratelli Carrara Combattenti nella Grande Guerra
“Un’attenta e certosina ricerca volta a scoprire i luoghi e le memorie dei cinque fratelli Carrara, fino ad ora dimenticati e perduti, in luoghi isolati e in fascicoli antichi. Aurora Cantini, poetessa e scrittrice bergamasca, illustra le vite, gli attimi, dei suoi prozii, combattenti valorosi, scomparsi in alcuni dei più violenti scontri che hanno segnato la prima Grande Guerra.
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Il processo di ricostruzione storica di Aurora è un prezioso contributo per la stesura di quell’infinita storia dal basso, che dal 1966, si sta affermando come costante di quella che è definita la ‘storia globale ’, ossia la storia dei grandi condottieri e delle imprese belliche ‘principali’. Citando JimSharpe, (SharpeJ., La storia dal basso, in BurkeP., Lastoriografia contemporanea, Laterza, 1993): ‘la storia dal basso fornisce altresì uno strumento per restituire la memoria storica a gruppi sociali che forse pensavano di averla perduta per sempre, o che erano ignari della sua esistenza’.
Ridotta Sgualdrina di Conca Presena, dove cadde il 23 giugno 1918 uno dei 4 fratelli Carrara, l’alpino Giovanni Agostino del Battaglione Edolo. Fotografia di Annalisa Palmirani, per gentile concessione.
Il libro ‘Come una fiamma accesa’ ne è un esempio calzante: ricostruisce e analizza non solo i contesti specifici di vita dei quattro fratelli, ma ne indaga le dinamiche, ricercando testimonianze orali, racconti, documenti ufficiali e fotografie. Conosciamo Fermo Antonio, Vittorio Emanuele Enrico, Giovanni (Agostino) e Celestino Elia, li vediamo ‘vestiti in divise di due taglie più grandi, con la brillantina sui capelli e la scriminatura a lato, seri e posati, già così adulti’. Camminiamo con loro per gli irti sentieri di montagna, lungo i bunker scavati nella roccia del Monte Santo per poi…sparire. Smarrirsi durante un giro di ricognizione o saltare in aria per colpa di una granata. Le grandi brutalità della guerra, conflitti legali per una causa troppo spesso futile. Tramite studi di archivio e analisi degli incarti è stato possibile trovare i loro nomi nei cimiteri o sulle carte ufficiali. Questo per l’unico fine di illuminare con volontà e determinazione ‘la storia (ormai fiorita) di un seme gettato sulla nuda roccia’.” Elvira Macchiavelli
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