Un incontro due libri per la Shoah: Aurora Cantini su Anpi Libri Web

Un incontro due libri per la Shoah: Aurora Cantini su Anpi Libri Web

conduce lo storico Marco Cavallarin

Anp Libri Web: Aurora Cantini e i suoi 2 libri per la Shoah

“Buonasera a tutti, bentornati ad Anpi Libri Web con un nuovo incontro della stagione 2021/2022. Questa sera parliamo con Aurora Cantini e due suoi libri. Uno è “Un rifugio vicino al cielo”, l’altro è “Nel cuore di Sciesopoli”. Aurora Cantini è una insegnante di scuola primaria nella bergamasca nei monti intorno ai 1000 metri di altezza che stanno intorno a Selvino. Il primo libro “Un rifugio vicino al cielo” è un bel titolo che evoca anche immagini poetiche e Aurora è  rinomata poetessa sul suo territorio. “Un rifugio vicino al cielo”, la copertina già ci introduce nella storia delle famiglie ebraiche nascoste nel paesino di Ama, frazione di Aviatico. È basato sulla testimonianza di Giuditta Maria Usubelli.

UN RIFUGIO VICINO AL CIELO, la storia delle famiglie ebree salvate dagli abitanti di un intero paesino delle Orobie Bergamasche

“Io sono nata come poetessa però dal 2009 mi sono dedicata anche alla narrativa e soprattutto alla riscoperta di luoghi, personaggi e storie particolari, anche piccole, che raccontano l’Altopiano Selvino Aviatico e quindi la ricerca di avvenimenti del passato che possano interessare anche i villeggianti che salgono numerosissimi sul nostro altopiano.

Nel 2018, proprio perché ormai avevo già resi pubblici alcuni dei miei scritti scaturiti dalle  mie ricerche, sono stata avvicinata da una anziana del paese di Ama, Giuditta Maria Usubelli, e mi ricordo ancora come se fossi ieri quel pomeriggio. Lei è proprio nata ad Ama e poi è emigrata in bassa valle come la maggior parte degli abitanti negli anni quaranta e cinquanta, La signora Giuditta compiva 90 anni e mi ha chiesto se nel mio tempo libero avessi potuto cercare un nome. Il nome di una sua amica d’infanzia, Elsa Iachia.

Questa bambina aveva vissuto in paese dal ’43 al ’45 insieme ai genitori, ai nonni, allo zio vedovo, al fratellino di un anno, l’altro fratellino di 4, e un terzo fratello un po’ più grande. Nulla di particolare in tempo di guerra, gli sfollati dalle grandi città erano all’ordine del giorno, solo che Elsa e la sua famiglia erano ebrei. Giuditta non chiedeva nulla di eclatante, solo voleva sapere cosa ne fosse stato di lei da quel giorno lontano della sua partenza dal paese.

Al che io davvero sono caduta dalle nuvole perché mai avrei pensato che nel paesino confinante col mio vicino ci fossero state delle famiglie di religione ebraica. Ho cercato tramite facebook  il cognome con la i o con la j inoltrando un messaggio in cui chiedevo se, durante la guerra, qualcuno della famiglia si fosse rifugiato per un certo periodo di tempo sulle montagne bergamasche. Mi ha risposto una ragazza che si è proprio identificata dicendo “io sono la nipote di Elsa, figlia di uno dei fratelli”. In realtà sull’Altopiano Selvino Aviatico c’erano ben  4 presidi militari, stanziati in alcuni alberghi del paese. Inoltre era dislocata anche la famigerata Decima Mas, con 100 soldati al seguito del loro tenente. Infine  c’era il Capitano Aldo Resmini, Comandante della 612^ Compagnia di Ordine Pubblico di Bergamo. Egli aveva intrapreso una personale campagna contro la gente delle nostre montagne, a cominciare dai parroci, accusati quasi quotidianamente di aiutare i fuggiaschi, di dare rifugio agli ebrei, di proteggere i disertori, di nascondere i partigiani e i renitenti alla leva. Perciò per le famiglie ebree nascoste in paese la salvezza fu davvero conquistata grazie alla rete invisibile di aiuto da parte della gente del posto”.

NEL CUORE DI SCIESOPOLI, il libro

“Ora parliamo di Sciesopoli. Le mie ricerche come storico mi hanno portato a Sciesopoli e all’incontro con alcuni personaggi che avevano relazione con questo luogo. Il limite mio è stato quello che mi sono specializzato sulla Sciesopoli ebraica, la storia di tre anni di Sciesopoli, dal ’45 al ’48, mentre tu in questo libro affronti la storia dal 1933 al 1985.

“Il libro “Nel cuore di Sciesopoli” è nato proprio come frutto dell’isolamento del 2020, perché in quei mesi di chiusura totale, qui nella mia casetta sperduta tra i monti, al limitare del bosco, con la neve che scendeva ho trovato grande consolazione nel radunare le centinaia di testimonianze che privatamente e come poetessa e scrittrice avevo raccolto intorno all’argomento fin dal 2013. Avevo anche scritto una poesia e poi avevo cominciato intervistare un po’ tutte le  persone dell’altopiano che avevano lavorato nella grande colonia.

Ed  è stato lì che è nata in me la l’esigenza di raccogliere in un unico libro tutta la storia di questo edificio che davvero è un’Arca che tra le sue pareti ha raccolto i pianti e i sorrisi, le lacrime, le voci e le risate di migliaia e migliaia di bambini. E ho notato che la maggior parte degli abitanti aveva questo grande legame con Sciesopoli dopo  il 1948 quando è stata convertita in Istituto Assistenziale per i bambini bisognosi: scuola materna, scuola elementare, scuola propedeutica alla scuola media per i fratellini erano già grandicelli, -e così si evitava di mandarli sulla strada-, e  Sanatorio.

In ogni caso questa parte è una parte molto corposa che ha cominciato ad aumentare attraverso fotografie, testimonianze e ricordi. Nello stesso momento sono riuscita a entrare in contatto con gli ultimi abitanti, quelli più anziani, che avevano in mente i piccoli bambini ebrei con cui giocavano e anche quelli ancora più anziani, che vedevano i piccoli Balilla marciare con la loro divisina, il loro caschetto e loro fuciletto lungo le vie del paese.

In comune tutte queste persone più giovani e meno giovani, più anziane e meno anziane, avevano questi ricordi dei bambini. Bambini spaesati, bambini sofferenti, bambini che non parlavano in italiano, bambini che comunque, pur con la loro divisa, desideravano giocare e invece erano già inquadrati come piccoli soldatini, bambini che avevano le bruciature delle sigarette sulle braccia, bambini che non sapevano tenere in mano una penna o che dormivano sotto i ponti.

E allora sono diventati i bambini di ogni tempo e di ogni luogo e in me è scattata questa cosa: io dovevo riunire in un libro tutte le storie dei bambini, dall’inizio alla fine  anche degli altri bambini perché la sofferenza dei bambini è unica. I bambini sono comunque i gusci  più innocenti, più fragili che l’umanità abbia e che deve preservare.

Quindi ho avuto quasi  un sigillo da parte del libro “In viaggio verso la Terra promessa” di Haron Megget. Sì, la Terra Promessa, Israele, ma la Terra Promessa è anche quella nel cuore perché leggere e ascoltare la voce di uno dei bambini che era stato dichiarato morto all’ospedale Santa Corona di Pietra Ligure per la tubercolosi è che è stato portato moribondo con l’ossigeno a Sciesopoli nel 1950 riuscendo a sopravvivere, mi rende consapevole che lui ha trovato la sua terra promessa nel cuore, non fisica ma comunque è ritornato alla vita e devono davvero far parte di un unico e un unico grande grande progetto perché davvero troppo importante l’abbraccio di Sciesopoli verso tutti i bambini senza infanzia”.