Trent’anni di “Fiori di campo”, la prima pubblicazione e raccolta poetica di Aurora Cantini

Trent’anni di “Fiori di campo”, la prima pubblicazione e raccolta poetica di Aurora Cantini

“Fiori di campo” la prima pubblicazione di Aurora Cantini nel 1993

A Trent’anni esatti dalla sua uscita, quel mio primo libro di poesia, “Fiori di campo“, ha rappresentato il sogno di un percorso poetico e letterario che mai avrei davvero pensato si realizzasse!

Oggi quel libretto è quasi introvabile. Esaurito da tempo dal catalogo della casa editrice “Nuovi Orizzonti”, oggi ne conservo ancora copie per i lettori affezionati, quasi un piccolo scrigno da donare con parsimonia, centellinato. Chi lo desidera mi contatta direttamente e in poco tempo può ricevere questo piccolo angolo letterario fatto di “Fiori di campo” poetici.

Fiori di campo, fotografia @Oscar Carrara

La copia ormai consunta e sbrecciata per decenni di presentazioni e iniziative di lettura, anche macchiata e sgualcita in certi passaggi, fa ancora bella mostra di sè sulla mia scrivania, accanto alle altre 19 pubblicazioni. Tante ne ho date alle stampe in questi trent’anni. Ma è sempre la più preziosa. La più amata. La primogenita. Perchè so quanta fatica mi è costata. Quanto impegno. Quanta tenacia. Scrivo poesie da quando avevo otto anni. Ma un conto è pensare di aver scritto una bella lirica, un altro è davvero essere considerata una lirica valida.

Dapprima la ricerca di mentori, autorevoli voci letterarie che potessero convalidare (o meno) la mia poetica. Poi il tentativo di trovare una casa editrice. Perchè io volevo pubblicare. Poi tutto sarebbe arrivato. Volevo pubblicare per mio papà. Dargli in mano il mio primo libro. Per fortuna la mia tenacia ha premiato. Mio papà ha visto le mie poesie, moltissime scritte da adolescente, stampate su carta. Come si suol dire, “fresche di stampa”. Era il 1 maggio 1993. Qualche settimana dopo, il 25 dello stesso mese, partivo per la mia avventura verso Torino. Meta il Salone del Libro, agli esordi. La sesta edizione. Anche lui “fresco di stampa”. Mio papà morì l’anno successivo, con accanto il mio libro di poesie. E io ho continuato. Per lui. Per me. Per voi.

Il mio trentennale del Salone del Libro di Torino

Così scrivevo nella prefazione: “Tormenti e gioie, da sempre, corrono al fianco dell’uomo: i miei piccoli fiori di campo vogliono essere dei momenti di sollievo alla sofferenza del vivere quotidiano. Come un fiore di campo, una poesia ha poche pretese ma con la sua tenerezza può rendere la vita un po’ più amabile. Non spetta certamente a me giudicarne la validità, ma una cosa posso dire con certezza: scrivere, leggere, vivere con gli occhi del cuore sapersi ascoltare dentro per poter ascoltare gli altri è un dolce piacere. Io non ho la chiave d’interpretazione per risolvere la pena del vivere che ognuno reca con sé, posso solo essere la portavoce di un dono che mi è stato dato e che spero qualcuno possa condividere con me. Oggi si parla troppo poco di poesia, eppure forse potrebbe essere un modo per trasmettere più amore nel mondo.

Vi depongo tra le mani queste mie piccole perle e poi voi rifletterete nel silenzio dell’anima, per ritrovare il senso del vivere quotidiano, la sincerità di uno sguardo amico,  la condivisione di qualcosa che è solo vostro, la solidarietà nella paura della notte, la consolazione e  la pietà: in una parola, l’umanità del mondo.” Aurora Cantini

LA POESIA CHE DÀ TITOLO ALLA RACCOLTA

Fiori di campo

 

La recensione su L’Eco di Bergamo, luglio 1993

Tramite un amico di famiglia, feci avere una copia del libro al quotidiano della mia città, “L’Eco di Bergamo”, e una sconosciuta recensionista, tale Graziella Carobbio, che mai sono riuscita a ritrovare, anche solo per ringraziarla, scrisse una recensione che mi è rimasta nel cuore. A trent’anni di distanza tutto è cambiato. Ma nulla di quello che siamo è cambiato davvero.

“Ricca di spunti è la prima raccolta di poesie di Aurora Cantini, poetessa della Valle Seriana, dal titolo “Fiori di campo” presentata alla sesta edizione del Salone del Libro di Torino il maggio 1993. Per poter comprendere i significati più intimi dell’autrice si deve partire dall’analisi introspettiva, perno dal quale si irradiano, per sfociare in direzione opposta, una quantità e varietà di tematiche e problematiche sempre e comunque collegate al suo percepire la realtà e farla sua; questo è il nodo centrale della sua poesia. Indubbiamente i ricordi di un’infanzia felice, la solitudine, la malinconia e la tristezza sono i temi presenti in “fiori di campo” e comuni in altre composizioni poetiche della raccolta. Cantini spesso si chiude in se stessa e agli altri cercando disperatamente un angolo remoto della terra per annullarsi e sentirsi tutt’uno con il mondo che la circonda; vorrebbe uscire dal proprio isolamento che cerca eppur rifiuta, ma non osa “schiudere la propria corazza”.

Nel grigiore che opprime inesorabilmente la sua esistenza chiede “ritagli di presenze/ e amore e sensi…”. Dalla sua prigione interiore vede verdi prati fioriti e una presenza umana costante che la incoraggia: un amore puro e infinito, la semplicità e la sincerità di uno sguardo amico. Allora ama, si sente viva e palpitante. È una poesia immediata ed incisiva, ricca di immagini fugaci ed irripetibili, senza replica. Graziella Carobbio