La Cornagera simbolo dell’Altopiano di Aviatico e Selvino

La Cornagera simbolo dell’Altopiano di Aviatico e Selvino

 

“È questo spaziare sfiorando appena la roccia, che rende lo scalatore ebbro di vita. È questo sentirsi parte dell’immenso, questo divenire cielo solo alzando le mani. Poche cose, il resto è silenzio.”

Quando si parla di scalata qui sull’Altopiano si pensa obbligatoriamente alla Cornagera, palestra di roccia di tanti alpinisti, il triangolo appuntito di roccia dolomitica a 1312 metri di altezza che svetta insieme al monte Poieto, a guardia sulla media Valle Seriana. Qui grandi alpinisti di ogni tempo, tra cui Carlo e Antonio Locatelli fino ad Agostino da Polenza, si sono cimentati nelle prime arrampicate.

Oscar Carrara, Cornagera, SAMSUNG CAMERA PICTURES

Provarono lassù l’ebbrezza dei primi slanci, delle prime virate oltre la linea dell’orizzonte molti appassionati professionisti ma anche dilettanti che hanno arrampicato e da dove sono anche caduti. La Cornagera è anche meta di escursioni, con le passeggiate in montagna non troppo impegnative e nello stesso tempo cariche di emozioni e gratificanti fatiche. La Cornagera è un inno all’arte, sfondo e scenario a moltissimi dipinti del grande pittore albinese del Cinquecento Gian Battista Moroni, che probabilmente anche salì fin lassù a ricercare l’angolazione più suggestiva.

Gian Battista Moroni_Desposizione_di_Cristo Gandino con la Cornagera

Le sue pareti sono solcate da vertiginose scanalature, sporgenze, canaloni e labirinti che ne fanno un canyon in miniatura. I pilastri rocciosi che affiancano il massiccio centrale chiamati Longo, Garlini, La Torre Savina e la doppia cima dei Gemelli, sembrano sentinelle sull’attenti. I passaggi più interni conducono a una conca protetta da scogli, angoli umidi e ombrosi che giocano a nascondino con il buio. Il formidabile ghiaione avvolge con il bianco delle rocce, curva dopo curva nel suo labirinto.

Cornagera

C’è un silenzio attonito, solare, non spericolato come può esserlo quello delle vette più alte, ma inebriante, un silenzio di sussurri perché la Cornagera ti racconta della gente, dei paesi, dei borghi e delle Contrade che si stanno svuotando, ti lascia a parlare dei tuoi desideri, dei tuoi sogni. I bisbigli delle pietre sono le voci degli abitanti di un tempo. canaloni e labirinti racchiusi fra verticali pareti rocciose ne fanno un canyon in miniatura, nel cuore della roccia, dove pulsa il ritmo della montagna.

Oscar Carrara, Cornagera e chiesa di Amora

Arrivare fin lassù, sulla cresta, inebria il cuore che sembra balzare verso il vuoto, mentre la pelle riceve il bacio del sole e il freddo è appena un pizzicore come di bollicine. Per il resto è sereno compiacimento, velatura di commozione, solidità di pace. Da lassù in un pianoro aperto a 1315 m si abbraccia il cielo e il mondo in un unico anelito di gioia.

Nel cuore della Cornagera, la salita alla montagna bergamasca

È un desiderio che da sempre, da secoli lontani, l’uomo racchiude nel proprio cuore, è come un avvicinarsi a Dio. E oggi attraverso la scalata del campanile evochiamo il legame profondo che Selvino ha verso la sua Cornagera, la sua montagna per eccellenza, come una madre che veglia sulle sue genti.

LA SERATA DEDICATA ALLA CORNAGERA, AVIATICO 26 AGOSTO 2023

Aurora Cantini racconta la Cornagera