Il Tempio Ossario di Udine e il Cristo Mutilato del Monte Santo

Il Tempio Ossario di Udine che custodisce il Cristo Mutilato del Monte Santo

Nel 1919 la Prima Guerra Mondiale era finita da pochi mesi. L’Italia aveva vinto, ma a che prezzo? Milioni di morti e feriti, terre devastate, paesi spopolati. I teatri delle battaglie, in Friuli Venezia giulia, sembrava non si riprendessero dalla tragedia e dal dolore. Lo sconforto e lo scoraggiamento attanagliavano i pensieri delle popolazioni.

Fu questo il clima che Monsignor Clemente Cossettini, dal 1913 prevosto di san Nicolò, a Udine, trovò al suo ritorno dal servizio militare. Avendo ancora negli occhi i massacri orribili della guerra, decise che era doveroso lasciare al futuro un messaggio forte di speranza e di memoria, per ricordare, per non dimenticare. Una chiesa. Un Tempio.

Ci mise vent’anni per vedere completata l’opera. non si tirò indietro davanti alle difficoltà fisiche, materiali, logistiche, personali, non solo difficoltà logoranti, ma quasi insormontabili. Eppure non mollò. Affidandosi all’architetto di Udine, Provino Valle, i lavori iniziarono nel luglio 1925. Il Tempio Votivo divenne ben presto il Tempio Ossario di Udine, dove accogliere i Caduti fino a quel momento sepolti nei numerosissimi piccoli cimiteri sparsi e dispersi lungo tutto il fronte di guerra. Sono 25.000 i Soldati ch oggi vi riposano. La consacrazione avvenne nel 1941, un anno prima della morte di Monsignor Cossentini. La sua cupola in rame è visibile da lontano, alta 62 metri.

Una delle testimonianze più significative ospitate al Tempio Ossario è “Il Cristo Mutilato”, una scultura in legno lavorato ritrovato sul Santuario del Monte Santo, reso mutile dai bombardamenti tra il 1915 e il 1917. Raccolto con devota cautela, venne deposto in una teca di vetro, nella cappella del Santissimo Sacramento, e valorizzato da una sequenza di immagini d’epoca, che sintetizzano la tragedia della sua storia e quella del Tempio nel corso del conflitto.

Il Cristo Mutilato del Tempio Ossario di Udine

Quando l’ho visto per la prima volta mi sono messa a piangere. Perchè quel Cristo Mutilato probabilmente è stata l’ultima visione che ha avuto il giovane fante Vittorio Emanuele Enrico Carrara, prima di lanciarsi in battaglia nella presa del monte Santo. Era il 17 maggio 1917 e quel piccolo fante aveva solo vent’anni. Era uno dei miei prozii. Fratelli di mia nonna Angelina, di Amora Bassa, Altopiano di Selvino Aviatico. Cinque fratelli mandati al fronte. Quattro non sopravvissero.

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