Nasolino, quando una frazione è anche sede comunale

Nasolino, quando una frazione è anche sede comunale

Nasolino visto dalla strada verso Valzurio

Vi è un comune in Alta Valle Seriana, Orobie bergamasche, che esiste solo sulla carta. Si chiama Oltressenda Alta, è detto “comune sparso” perché è composto da due paesini ben distinti, due frazioni, Nasolino e Valzurio. Si trovano arrampicate verso la cima della valle laterale del torrente Ogna e appaiono nella loro particolare caratteristica di borghi di montagna, al termine di una strada a tornanti che prende avvio dal paese situato a valle, Villa d’Ogna. I due borghi sono uniti dal 1648 nella denominazione di Oltressenda, che significa territorio “oltre la senda” oltre la via di collegamento sul lato sinistro della Valle Seriana, ma in realtà sono davvero piccini, contano infatti circa 150 abitanti in tutto. Nasolino però si fregia di essere sede comunale. Un caso quasi unico, che sa di pargamene antiche e tempi d’armi e di onori.

Nasolino, la sede comunale

L’antico palazzo si mostra con civettuoli fronzoli e decori su una deliziosa piazzetta circondata da case torri e acciottolati. L’abitato è davvero una perla da visitare, ogni angolo è stato ristrutturato preservando la caratteristica antica, l’ordine e la pulizia, oltre al decoro architettonico, rendono ogni scorcio, ogni portoncino, ogni cortiletto veri e propri scenari da cartolina.

La piazzetta davanti alla sede comunale a Nasolino

Girovagando lungo i viottoli della minuscola contrada incontro alcuni residenti, sono anziani che ancora resistono a vivere quassù, oppure pensionati che, pur vivendo giù a Villa d’Ogna, salgono quassù ogni giorno perché ancora hanno la casa paterna da guardare, l’orto da curare, il prato da tagliare. C’è silenzio, quasi vicino alla vetta, un pugno di case gettate lungo il declivo. L’antica mulattiera è ripida, solida, poco agevole per chi ha i tacchi, dà l’idea di un continuo inciampo per via delle sue pietre discontinue e sembra precipitare giù, verso la civiltà. Ma nello stesso tempo prosegue verso l’alto, verso la borgata che si avvicina al monte Ferrante, Valzurio. Un filo di ciottoli gettati da Pollicino nel suo magico peregrinare nel bosco.

La mulattiera che da Nasolino scende verso il fondovalle

Ma Nasolino racchiude altre particolarità, tra cui l’antica sede comunale ancora pressoché intatta, da cui la Serenissima Repubblica di Venezia governava sui commerci della valle.

L’originaria sede comunale di Nasolino risalente al periodo veneziano

La chiesetta di San Bernardo e il piccolo cimiterino si trovano proprio in cima alla mulattiera, come un ristoro del cuore al termine della salita della vita. Il borgo si dipana con le antiche case raccolte intorno al secolare lavatoio, le finestrelle pittoresche e le stalle ancora ben tenute. La dolce quiete rasserena il cuore e avvolge il visitatore trasportandolo oltre il portale del tempo.

Chiesetta di San Bernardo, Nasolino
L’antico lavatoio a Nasolino
Angoli di Nasolino
Cascine di Nasolino

La strada carrozzabile prosegue oltre l’abitato incuneandosi nel bosco a quota mille metri, poi più su, si sale parecchio e dopo circa 15 minuti in auto (serve il pass) si approda alla seconda frazione, Valzurio. Qui regna sovrano il mondo agreste quasi selvaggio, su cui emerge la chiesina di Santa Margherita. Qui gli abitanti sono davvero pochi, una quindicina. Ma bastano a rendere sempre viva la valle, tenendo puliti i ripidi pendii, pulendo le ramaglie, disboscando e preservando la foresta. Una valle magica, stretta stretta alle possenti montagne che a loro volta si inchinano alla regina, la Presolana. Valzurio significa “azzurro” come il cielo d’estate, come questa valle che, complice il gioco d’ombre e luci gettato dalle alture, diventa quasi azzurra nel riflesso del verde intorno. Eppure questo paesino rischiò di essere cancellato per sempre, quando, il 14 luglio del 1944, venne invaso da gruppi di nazifascisti in cerca di giovani partigiani. Dopo feroci rastrellamenti, diedero alla fiamme l’intero borgo. In quella giornata devastante morirono cinque persone innocenti.

Chiesina di Santa Margherita, Valzurio