“Era il più bello dei Mille”… il 5 maggio 1863 moriva in Polonia Francesco Nullo

“Era il più bello dei Mille”… il 5 maggio 1863 moriva in Polonia Francesco Nullo

Ritratto di Francesco Nullo che Garibaldi teneva appeso in camera sua a Caprera -Rivista di Bergamo maggio 1923-

Il Cinque Maggio è rimasto famoso come giorno epico a cui Alessandro Manzoni dedicò il suo poema leggendario, ma forse pochi sanno che il 5 maggio è anche il giorno in cui moriva un grande giovane valoroso eroe, senza macchia e senza paura, che contribuì a costruire questa nostra Italia.

Si chiamava Francesco Nullo, bergamasco doc, di stampo tenace e schietto, ma non grossolano. Era uno dei collaboratori di Giuseppe Garibaldi, il suo braccio destro. Per la delicata finezza dei lineamenti, per la nobiltà d’animo e per la fierezza gentile dello sguardo, venne definito fin da subito “Il più bello dei Mille.”

Nacque nel 1826 e poco più che ventenne già aveva in mente il suo ideale, il suo sogno, rovesciare il regime austriaco. Era un veterano delle rivolte, infatti corse a Milano a dar man forte ai combattenti  delle Cinque Giornate, convinto sostenitore della libertà italiana. Nei primi di luglio del 1849 seguì Garibaldi nella sua fuga da Roma, e rimase accanto ad Anita fino alla pineta di Ravenna. Divenne poi, nel 1859, Sergente dei famosissimi Cacciatori delle Alpi e alla loro testa, a fianco del suo mito, Garibaldi, l’8 giugno entrò a Bergamo attraverso la Porta San Lorenzo. In realtà il giovane Francesco insieme all’amico Antonio Curò, era penetrato durante la notte precedente oltre i bastioni di Città Alta, per una missione esplorativa sullo stato del presidio austriaco, che stava sgomberando Bergamo in fretta e furia.

Il suo coraggio e il suo orgoglio bergamasco lo resero una guida per le centinaia di giovani delle valli che avevano deciso di seguire i Garibaldini, lasciando mucche e campi, seppur contrastati dalle famiglie e dai parroci dei paesi. I Mille, di cui più di settecento bergamaschi, che Francesco aveva arruolato personalmente e ai quali aveva fornito molte delle camicie rosse grazie all’azienda di tessuti della sua famiglia, sbarcarono a Marsala.

In testa sempre lui, Francesco. Con la bandiera tricolore fu il primo a entrare a Palermo. Le sue parole furono scandite in dialetto: “So contet de ès stacc me ol prim a piantà la bandera italiana a Palermo! So contèt per Berghèm! –sono contento di essere stato io il primo a piantare la bandiera italiana a Palermo! Sono contento per Bergamo!-”

Il destino di Francesco Nullo, però, era segnato. Dopo gli splendori epici delle battaglie che negli anni successivi portarono al sorgere dello Stato Italiano, il 17 marzo 1861, Francesco sembrava essersi ingranato nella quotidianità della sua Bergamo, impegnato nell’azienda di famiglia. Ma sapeva che ancora un impegno andava assolto. Un debito che il suo grande cuore di combattente gli comandava di onorare. La Polonia aveva partecipato alle guerre di indipendenza italiana fin dal 1848, attraverso numerosi giovani patrioti che si erano uniti alle legioni garibaldine con coraggio e spregiudicatezza, sperando in un favore futuro. La Polonia soffriva ancora moltissimo sotto il dominio russo e tentava inutilmente di ribellarsi. Francesco Nullo decise che ora toccava a lui ricambiare il favore. Giuseppe Garibaldi tentò invano di dissuaderlo. Nella sua immensa lungimiranza e capacità organizzativa, sapeva che in Polonia i tempi non erano ancora maturi, non erano  forti abbastanza per frantumare il dominio imperiale.

Ma per la prima volta nella sua vita, Francesco Nullo, non obbedì al suo Generale. Partì con 60 commilitoni e non ritornò più a Bergamo. Il 5 maggio 1863 venne colpito alla fronte da un cecchino cosacco mentre sull’argine di una collinetta a Krzykawka, vicino al paese di Olkusz, impartiva ordini alla sua legione, una legione tutta internazionale. Sarebbe stata la prima azione contro l’esercito russo. Ma i suoi occhi si chiusero dopo aver visto per l’ultima volta il cielo, sempre azzurro e bello, quasi come quello di primavera della sua Città Alta. Aveva solo 37 anni.

La tomba di Francesco Nullo al cimitero di Olkusz -Rivista di Bergamo Maggio 1923-
Tomba di Francesco Nullo oggi, a Olkusz, per gentile concessione di un privato.
Lapide di Francesco Nullo nel cimitero di Olkusz con l’epitaffio in polacco. Per gentile concessione di un privato.

Oggi Francesco Nullo in Polonia è considerato Eroe Nazionale. La sua tomba si trova ad Olkusz, una cittadina della Piccola Polonia sulla statale che collega Cracovia a Katowice, in un piccolo cimitero. Sulla lapide una scritta in polacco recita:

COLONNELLO FRANCESCO NULLO

NATO NEL 1826 IN ITALIA  A BERGAMO

CADUTO A KRZYKAWKA IL 5 MAGGIO 1863

NELLA BATTAGLIA PER L’ INDIPENDENZA

DELLA POLONIA ONORE ALLA SUA MEMORIA

Sulla  destra un’altra iscrizione recita:

TERRA SII MADRE AI RESTI DEI COMBATTENTI

CADUTI PER LA TUA LIBERTA’

5 MAGGIO 1963, IL RICORDO DI BERGAMO

La scritta sulla lapide posata dal sindaco di Bergamo Costantino Simoncini per il centenario della morte di Francesco Nullo in Polonia. Per gentile concessione di un privato.

L’Amministrazione di Bergamo,  con a capo il sindaco Costantino Simoncini, il 5 maggio 1963 si recò in Polonia, per rendere omaggio al giovane eroe bergamasco Francesco Nullo nel Centenario della morte.

Per l’occasione accanto alla sua tomba vennero piantati alcuni alberi della terra di Bergamo. Una lapide testimonia l’avvenimento con la scritta: “Abbiamo piantato gli alberi delle nostre vallate perché il profumo delle essenze nostrane si diffonda e cresca e avvolga la tomba di Francesco Nullo. Il sindaco Costantino Simoncini.”

L’OMAGGIO A NULLO IN UN ROMANZO

Nel mio romanzo “Una tra i Mille, Anita” ho voluto rendere omaggio e devoto ricordo a questo guerriero della libertà inserendolo tra i personaggi di spicco accanto alla giovane e fiera Anita.

“UNA TRA I MILLE, ANITA” la decima pubblicazione di Aurora Cantini