8 marzo, la condizione delle donne nella storia attraverso Anita Garibaldi

8 marzo, la condizione delle donne nella storia attraverso Anita Garibaldi

A Bergamo, Villaggio degli Sposi

con il contributo musicale delle cantanti della Filodrammatica di Santa Brigida

sulla base del romanzo “Una tra i Mille Anita” di Aurora Cantini

Anita Garibaldi raccontata a Bergamo per l’8 marzo

Una ragazzina morta a 28 anni il 4 agosto 1849. Una ragazzina straniera. Una fanciulla infuocata d’ardore, animata dalla vita, dominata dal selvaggio vento della libertà. Con la sua giovinezza ha attraversato il tempo per consegnarsi a noi e raccontare attraverso la sua vita la condizione delle donne nella storia. Il suo nome era Ana Maria De Jesus Ribeiro Da Silva. Per tutti, Anita.

Anita era una contadina, non sapeva né leggere né scrivere, eppure ha creato la Storia. La nostra.

“UNA TRA I MILLE, ANITA” la decima pubblicazione di Aurora Cantini

È stata la prima femminista, in un mondo in cui la Storia veniva scritta dagli uomini. La prima mamma lavoratrice; i 3 figli superstiti mai dimenticarono la loro giovane mamma, anche da adulti portarono avanti il suo ricordo e la sua storia. Il nome Anita tramandato alle discendenti fino a oggi.

Era una analfabeta acculturata, infatti imparò a memoria i grandi classici della letteratura italiana, in una lingua sconosciuta e difficile. A dimostrazione che, se c’è la volontà, l’ostacolo della lingua può essere superato. Anita dimostrò che essere straniero non è necessariamente sinonimo di selvaggio.

Mariagrazia, Aurora Cantini voce narrante e Carla durante la serata dedicata ad Anita

Lei, una sopravvissuta. A una infanzia di povertà e lutti, con il papà e i tre fratelli morti di colera quando era bambina. Sopravvissuta alla guerra del suo paese, il Brasile, la guerra dei contadini contro l’Impero Centrale Portoghese. Una guerra impari contro l’esercito, che portò migliaia di vittime e stragi. Anita, sopravvissuta ad una traversata in mare durata mesi. Una traversata pericolosa, in un tempo in cui andare per mare era una sfida. Si imbarcò su una nave composta da un equipaggio di soli uomini. Una donna con 3 bambini piccoli: Ricciotti aveva solo 10 mesi, Teresita due anni e Menotti solo sette.

Il romanzo “Una tra i Mille Anita” di Aurora Cantini

La prima migrante. Sola, spaesata, senza conoscere alcuna lingua diversa dal portoghese e dal dialetto della regione di Santa Caterina, attraversò il profondo Oceano, per approdare dall’altra parte del mondo. A Nizza. Sono passati secoli ma il destino dei più deboli è rimasto immutato. Donne e bambini che devono affrontare l’ignoto. In fuga da guerra e fame. I figli chiusi sul cuore.

Il pubblico numeroso

Fu la prima Crocerossina, quando la Croce Rossa ancora non esisteva. Curò i feriti nei difficili giorni della Repubblica Romana, quando la città occupata dai Garibaldini era assediata da ben  5 eserciti. Medicò con amore struggente il giovane Goffredo de Mameli, ferito alla gamba per un colpo di baionetta. Invano. Il giovane studente morì di cancrena nei primi giorni di luglio del 1849. La Croce Rossa venne istituita dopo la battaglia di Solferino e San Martino del 24 giugno 1949, nella Seconda Guerra d’Indipendenza. Quando Anita era morta ormai da 10 anni.

Recitando Anita

Lasciò tutto il suo mondo per un uomo di 14 anni più grande. Taciturno e burbero. Che amò Anita ma l’Italia ancor di più. Divenne la sua corsara, imparò a sparare, lasciò la sua casa, le sue cose, la sua vita di ragazza, che svanì in un istante. “Io non ho più casa. Non ho più nulla. Ho solo lui. Il mio generale. Ma lui non è per me. Lui è per l’Italia”.

Anita rappresenta le migliaia di donne eroiche nel loro silenzioso e tenace cammino verso la liberazione da una condizione tragica, spesso disumana. Diritti calpestati. Vite strappate. Donne senza più patria né casa a cui tornare. Donne famose e donne sconosciute. Semplicemente donne che amarono la vita, e diedero anche la vita per un amore. Univerale, unico. Quello verso la propria dignità. 

I canti della tradizione dedicati alle figure delle donne nella storia proposti dalla Filodrammatica di Santa Brigida
L’attenzione del publbico