Una lettera di Garibaldi in dono alla comunità di Aviatico

Una lettera di Garibaldi in dono alla comunità di Aviatico

La lettera di Garibaldi

Cari amici e amiche, domenica 23 agosto è stata una giornata davvero molto importante per il territorio bergamasco. La consegna alla Comunità di Aviatico della lettera scritta da Giuseppe Garibaldi al suo amico Amilcare Roncari il primo lulgio 1852 dalla città di Lima, dove si era rifugiato dopo il fallimento della Prima Guerra di Indipendenza.

Il Sindaco di Aviatico, Il Comandante della Polizia e Aurora Cantini

Dopo la caduta della Repubblica Romana avvenuta il 4 luglio 1849, Garibaldi con 4000 uomini era fuggito verso Venezia che ancora resisteva. Appena usciti da Roma il 6 luglio moriva all’Ospizio dei Pellegrini Goffredo di Mameli, mentre Anita spirò la sera del 4 agosto nelle valli del Comacchio. Garibaldi non aveva potuto nemmeno seppellirla perché doveva fuggire. Attraversò la Maremma, approdò a Follonica e si imbarcò verso l’isola d’Elba. Poi venne intercettato e portato a Genova e quindi espulso dal Regno di Sardegna.

Si era rifugiato a Tunisi e il 30 luglio 1850 era arrivato a New York ospite dell’amico Antonio Meucci. Insieme a Meucci, Avezzana e Roncari avevano lavorato prima per una compagnia di salsicce e salami poi nella fabbrica di candele dello stesso Meucci. In seguito Garibaldi si era spostato a Lima e fu in questo contesto che scrisse una lettera privata all’amico Amilcare Roncari che ancora viveva a New York. Un’amicizia che risaliva ai moti del 1848/1849, testimoniata da una sciabola che Garibaldi stesso gli aveva regalato come pegno.

Un momento della consegna della lettera di Garibaldi, presenti il sindaco Mattia Carrara, Nadia Lana, Aurora Cantini, il Comandante della Polizia

Alla presenza, via google meet, della discendente di Amilcare, Stefania Roncari, la lettera incorniciata è stata consegnata alla comunità di Aviatico.

Nel contesto si è inserita per la prima volta l’ elencazione pubblica dei nomi dei 18 ragazzi che seguirono Garibaldi nelle sue eroiche imprese di libertà e nei suoi ideali di unità. Non esiste infatti ad Aviatico un monumento con i loro nomi perciò la loro elencazione pubblica è stata come richiamarli alla vita da un passato di silenzio.

Di molti di essi null’altro se non il nome è stato possibile ritrovare. Di tanti si è persa la discendenza. Solo di due si è ritrovata l’eredità nelle famiglie di oggi. In particolare Silvestro Cantini, figlio di Giovanni, prozio del papà della sottoscritta.

Il pubblico

Purtroppo le restrizioni date dall’attuale  stato di emergenza sanitaria hanno impedito la creazione di un evento che portasse un notevole afflusso di pubblico, che in ogni caso è stato ben contingentato dallo staff della Pro Loco. Per questo vi invito a rivivere le innumerevoli fotografie dei momenti più salienti della cerimonia.  Ma soprattutto potete seguire l’ intero evento “in diretta virtuale” con la visione dei numerosi video.

La consegna alla Comunità di Aviatico della lettera di Garibaldi

L’articolo su L’Eco di Bergamo

Molto suggestivo è stato lo scoprimento della lettera di Garibaldi incorniciata, seguito dall’intervento di Nadia Lana promotrice dell’iniziativa.

Quindi la testimonianza di Stefania Roncari sul nonno garibaldino e l’elencazione pubblica dei 18 giovani Patrioti dell’intero territorio di Aviatico da parte di Aurora Cantini. Lo spunto per attuare l’iniziativa è stato dato dal libro “Una tra i Mille, Anita” di Aurora Cantini, che narra gli ultimi giorni di vita di Anita Garibaldi.

“UNA TRA I MILLE, ANITA” la decima pubblicazione di Aurora Cantini

Coinvolgenti sono state le esibizioni musicali al flauto di Michela Podera impreziosite dall’Inno di Mameli.

La flautista Michela Podera

Per finire ha ricevuto molti applausi la declamazione dell’inedita poesia di Aurora Cantini dedicata alla Rocca di San Martino e ai suoi cancelli chiusi durante il periodo del covid. Il materiale è tantissimo, ma ne vale davvero la pena. Consideratelo il vostro personale omaggio a quei milioni di  ragazzi nati negli anni trenta e quaranta dell’Ottocento che con il loro sacrificio ci hanno donato questa nostra Italia.

Davanti ai cancelli chiusi della Rocca di San Martino, 24 febbraio 2020