Concerto a Redona per il 160° della nascita del Tenore Federico Gambarelli
A Redona, presso il Teatro Qoelet, ha avuto luogo un coinvolgente concerto per celebrare il 160° anniversario della nascita del più grande tenore bergamasco di fine Ottocento, Federico Gambarelli (1858 – 1922).
Nativo di Albino, il tenore calcò i teatri di tutto il mondo, mandando in visibilio le folle. Personaggio di fama internazionale dalla tonalità potente ed elevatissima, seppe dare voce e carsima ai più famosi protagonisti delle opere liriche. Un tempo i cantanti lirici erano acclamati al pari di grandi star, scatenando veri e propri episodi di fanatismo.
Oltre a ricevere compensi altissimi che li rendevano celebrità, i fans amavano omaggiare i loro beniamini con oggetti preziosi, suppellettili e oggetti di bellezza, gioielli e pietre preziose, abiti e mantelli, stole e corone, ermellini e capi di vestiario di stoffe pregiate.
Quando Gambarelli soggiornò sull’Isola di Malta venne osannato al pari della famiglia reale con una serata celebrativa che coinvolse l’intera isola.
In ricordo di questo uomo straordinario e carismatico è uscito il libro “Una voce dimenticata” della poetessa e scrittrice Aurora Cantini.
Redona gli ha reso omaggio con un concerto di alcune delle arie più conosciute, portate al successo intramontabile proprio dal tenore Gambarelli.
In un teatro gremito il tenore Pier Giuseppe Lanza, il baritono Giovanni Guerini e la soprano Nadia Veneziani hanno incantato il pubblico, accompagnati al pianoforte dal Maestro Francesco Maffeis.
Il “Don Giovanni” di Mozart ha introdotto l’evento, con “Là ci darem la mano, là mi dirai di sì…”. Il crociato Oronte fu uno dei personaggi che il Tenore Gambarelli amò di più, anche per la bellissima e lucente “montura” che indossava nelle sue esibizioni, dono di fans dell’America Latina. Al protagonista de “I Lombrdi alla Prima Crociata” di Giuseppe Verdi è stato dedicato il brano “La mia letizia infondere vorrei nel suo bel cuore!”. D’obbligo anche l’omaggio al caro amico di Gambarelli nonché suo coscritto, il maestro Giacomo Puccini con “La Bohème”, o “La Tosca”. Puccini soggiornò spesso al Castello del Gambarelli a Selvino, dove si riposava e trovava ispirazione e quiete, l’ultima volta solo qualche mese prima della morte del tenore, avvenuta il 5 giugno del 1922. Una doppia celebrazione per questo duplice anniversario.
Da segnalare anche Gioachino Rossini e Gaetano Donizetti che sono stati ricordati con “Il Barbiere di Siviglia” e “Don Pasquale”. Il concerto ha avuto il suo momento sublime e finale nel brano “Il paese del sorriso” di F Lehàr, superbamente cantato in coro dagli interpreti.
Tema SeamlessCooking Flavor, sviluppato da Altervista