“Quando il silenzio parla all’anima e di Dio si sente il respiro…”
In questi mesi di vita sospesa, quasi trasparente rispetto alla frenesia a cui ognuno, e io stessa, eravamo abituati, Si riordinano i pensieri e le cose. Una lettera mi è capitata tra le mani, scritta da una signora di Milano, che ha casa a Selvino. Una signora di più di ottant’anni, che sale a Selvino in villeggiatura da decenni. Da quando era una giovane sposa e mamma. Una lettera che mi ha strappato il cuore. Doppiamente significativa.
Da una parte perchè esprime tutto il rimpianto dei “nostri” villeggianti verso il nostro Altopiano Selvino Aviatico che già da settimane avrebbero voluto riprendere a frequentare, come ogni anno. Dall’altra il rimpianto e la fragilità di una nonna, una voce tra le migliaia e migliaia per sempre spente a causa del coronovirus. Infine il legame profondo verso una parola che forse solo oggi in tanti stanno riscoprendo: LA POESIA. L’unica “cosa” che può battere la solitudine e lo spaesamento. Un fiorire di versi per scaldare il cuore e asciugare le lacrime.
“Gentilissima Aurora,
come ogni volta (e forse questa sarà l’ultima) porto a casa da Selvino ricordi belli. Questa volta ho trovato “Oltre la curva del tramonto”” – nomen omen- , con Aurora e le sue poesie dell’anima.
Le parole poetiche come soffioni nel libro “Oltre la curva del tramonto”