Salvo D’Acquisto, una poesia per il carabiniere eroe

Salvo D’Acquisto, una poesia per il carabiniere eroe

Salvo D’Acquisto

La data che segnò uno dei periodi più terribili per la storia italiana fu l’8 settembre 1943. Il Paese venne gettato nel caos. Le forse armate vennero lasciate a se stesse senza più indicazioni. Il Regio Esercito Italiano non esisteva più.

Gli ex alleati tedeschi presero l’armistizio come un affronto da lavare col sangue, il sangue dei “traditori” italiani. Cominiciarono così a fare prigionieri centinaia  di migliaia di militari italiani. Tutta Italia messa a ferro e fuoco. Un villaggio sconosciuto stava per diventare la scena di un massacro. Palidoro.

Il 22 settembre alcuni paracadutisti tedeschi s’insediarono vicino al paesino di Palidoro in un’antica torre di avvistamento incustodita, lasciata cioè libera dalla postazione di controllo anticontrabbando della guardia di Finanza, che dopo l’8 settembre si era dispersa. Nel perlustrare la torre vennero investiti in pieno dall’esplosione di alcune bombe a mano sequestrate ad alcuni pescatori di frodo. Uno di essi rimase ucciso.

La mattina  successiva i tedeschi si presentarono alla stazione dei carabinieri del vicino paese di Torrimpietra, che ancora avevano mantenuto la posizione. Cercavano spiegazioni. Cercavano il colpevole perché erano convinti che fosse stato un attentato a uccidere il loro commilitone.

In un fraintendimento fulmineo durante il quale 9 carabinieri si allontanarono dal retro della caserma, nel cortile rimase solo un giovane vicebrigadiere poco più che ventenne nativo di Napoli. Si chiamava Salvo D’Acquisto.

Il giovane militare tentò di spiegare che  era stato un incidente, ma i tedeschi non vollero sentire ragioni. Lo caricarono sul sidecar e lo portarono in piazza a Palidoro, dove avevano radunato una cinquantina di civili. Continuando  latrare richieste intimando che il colpevole si facesse avanti, ne scelsero 21, oltre ad un ragazzo di soli 17 anni.

Poi li caricarono su un camion e li portarono davanti alla torre di avvistamento, dove costrinsero gli abitanti a scavare una fossa lunga cinquanta metri, larga due e profonda circa un metro. Era ormai pomeriggio tardi. Tutti capirono che stavano per morire.

Fu allora che Salvo D’Acquisto prese la sua decisione.

Avanzò verso l’ufficiale di comando e comunicò che era stato lui a mettere la bomba. L’interprete tradusse.

Salvo D’Acquisto al fronte

Vennero tutti rilasciati. I poveri abitanti cominciarono ad allontanarsi, ma dopo pochi passi sentirono una scarica di mitraglia. Salvo D’Acquisto cadde morto nella fossa appena scavata.

I soldati ricoprirono quel giovane corpo con il terriccio spingendolo con gli stivali, poi si allontanarono.

 Il giovane vicebrigadiere avrebbe compiuto 23 anni il 15 ottobre. Cosa avrà pensato mentre esalava il suo ultimo respiro? Cosa ne è stato di questo suo gesto eroico?

LA POESIA DEDICATA A SALVO D’ACQUISTO

“IL RAGAZZO DEL RIONE DI SOLE”

Il ragazzo del rione di sole, la poesia di Aurora Cantini dedicata al carabiniere Salvo D’Acquisto