Il vero Peter Pan di James Mattew Barrie

Il vero Peter Pan di James Mattew Barrie

Tutti conosciamo Peter Pan, il ragazzo che non voleva o non sapeva crescere. Ma conosciamo pochissimo il suo creatore, James Mattew Barrie, un nome trasparente, una figura senza corpo che si perde nella scia luccicante del giovanissimo Peter Pan. In realtà Barrie è Peter Pan, un giovane uomo dal fisico minuto, ossuto, dalla straordinaria capacità di entrare in sintonia con il mondo dei bambini e un disperato senso di inadeguatezza sul proprio stare al mondo. Barrie nasce il 9 maggio 1860 in un piccolo villaggio della Scozia. Ci sono molti fratellini, lui è il penultimo. È un bambino piccolo e gracile. Fin da subito ignorato dai fratelli più grandi, si rifugia in storie fantasiose che crea a voce. Ma poi la tragedia. Il fratello maggiore David, quattordicenne, muore per una caduta mentre pattina sul ghiaccio e da quel momento, essendo David il figlio prediletto della famiglia, il piccolo Barrie cercherà di competere con questo fratello irraggiungibile e meraviglioso che sarebbe sempre rimasto all’età di 14 anni. È in quel momento che si configura il personaggio del ragazzo perduto. Barrie si metterà i suoi vestiti, imparerà a fischiare, a muoversi come lui, e poi reciterà piccole scenette imitando persino la voce del fratello. Lo scopo è alleviare il dolore immenso, straziante che attanaglia ogni giorno, ogni ora la vita della mamma. Una mamma che rimane a letto per molto tempo e che Barrie cerca di consolare saltando sul materasso accanto a lei, facendole compagnia, facendola ridere con i suoi scherzi e le sue piccole scenografie. Una patetica figurina che ha l’ansia di rallegrarla. Trema di emozione mentre fa i suoi spettacoli.

A otto anni viene mandato in Accademia e poi all’università ma Barrie è chiuso in se stesso. Non ama stare in compagnia e anche con le ragazze è molto timido e impacciato. A 18 anni ha un fisico minuto che gli dà meno della sua età, alto poco più di un metro e cinquanta, senza barba, col visetto ancora da adolescente. Una volta laureato decide di seguire la sua vocazione che è quella di scrivere. Diventa giornalista, ma non ha successo perché i suoi articoli sono molto emotivi, soggettivi, ricchi di fantasia e di humor, non di cronaca asettica e precisa. Quindi ecco la letteratura, nasce il suo amico immaginario: Peter Pan. Barrie crea uno spettacolo teatrale che mette in scena a Londra, poi lo stesso spettacolo, con infinite varianti, viene portato anche negli Stati Uniti.

 Finalmente si sposa nel 1894.

Non avendo figli i due giovani sposi si dedicano ai bambini degli altri creando una specie di nursey, un giardino dell’infanzia nel loro parco. Ma il matrimonio è destinato a durare poco. Troppo diversi Barrie e Mary. Lo scrittore, rimasto solo dopo la separazione, instaura un rapporto sincero, devoto e molto profondo con i cinque figli di una coppia che è sua vicina di casa. Per loro crea irresistibili giochi panomime e storie di guerra, di fate, di mare, di bestie feroci. Crea addirittura un album di fotografie che ritraggono i bambini nei vari giochi e personaggi. Li chiama “I Bambini Perduti di Balck Lake Island”, dal nome del cottage “Blake Lake” dove vive lo scrrittore. È durante questi giochi che zio Jim, come i bambini lo chiamano, ritorna indietro al tempo in cui intratteneva nello stesso modo i suoi fratelli e la mamma. Si sviluppa così il romanzo che narra la saga di Peter Pan e della Ciurma dei Bambini Perduti sull’Isola che non c’è. Il ragazzo che non vuole crescere è Barrie stesso, il quale si rifiuta di accettare la brutale realtà del mondo degli adulti. Nascono Wendy, Gianni, Michele che non sono altro che la trasposizione cartacea di tre dei cinque bambini a lui affidati. Quando i genitori dei 5 fratellini muoiono di malattia, Barrie adotta gli orfani e la sua vita da quel momento sarà tutta dedicata a loro. Barrie non lesina spese. Provvede in tutti i sensi alla loro crescita, sia psichica, emotiva che materiale e di istruzione. Organizza meravigliose vacanze estive nei vari manieri e nei castelli che lui ha comprato nel corso degli anni. Barrie nel 1914 viene nominato Baronetto ma sopraggiunge, inaspettata e folgorante, la Prima Guerra Mondiale. George, il primogenito dei cinque fratelli, che è stato il principale ispiratore dei caratteri dei Bambini Perduti sull’Isola che non c’è, muore al fronte. Nel 1921 scompare anche Michael, un altro protagonista della Ciurma di amici di Peter Pan, annegando nel fiume insieme al suo compagno.

Michael_Llewelyn_Davies_as_Peter_Pan

Barrie non si riprenderà più da questi due dolori devastanti. Da quel giorno si trascinerà dietro penosamente gli anni che gli restano. Vive ritirato in casa con la sua segretaria e con i tre ragazzi rimasti, che non lo lasciano mai solo. Arriveranno nuovi bambini nella grande casa e con essi Barrie ritroverà sempre quella parte di sé che ha cercato invano in tutta la sua vita. Quel Peter Pan del suo cuore. Quel minuscolo folletto che ha sempre abitato dietro i suoi occhi. Muore per una polmonite il 21 giugno 1937, lasciando in eredità Peter Pan. Nel suo testamento chiede che tutti i diritti vengano devoluti all’Ospedale Pediatrico di Londra, che si occupa dei bambini trovatelli. Peter Pan, piccolo viaggiatore del tempo, vive ancora oggi. Se noi seguiamo l’indirizzo più poetico di sempre, la seconda stella a destra, poi dritto fino al mattino, ecco che ritroveremo quella parte di noi che non si è mai sbiadita. La nostra infanzia, l’Isola del nostro cuore. Là c’è Peter Pan e il suo creatore.