Mille e una Bergamo, tradizioni, luoghi, voci e storie dimenticate: la storia di Modesto Carrara, uno degli ultimi “famèi” morto al rifugio Calvi nel 1962

Mille e una Bergamo,

tradizioni, luoghi,

voci e storie dimenticate:

la storia di Modesto Carrara,

uno degli ultimi “famèi” di Predale

scomparso al Rifugio Fratelli Calvi nel 1962

(A cura di Alessandra Facchinetti)

Modesto Carrara, quella lapide bianca sul sentiero verso il Rifugio Calvi
Modesto Carrara, quella lapide bianca sul sentiero verso il Rifugio Calvi

C’è una lapide bianca in un punto del sentiero che si inerpica dal paese di Carona (Alta Valle Brembana) fino al Rifugio Fratelli Calvi. Un giovane volto di ragazzo sembra osservare gli escursionisti. Molti si fermano un attimo lì accanto magari curiosi, ma nessuno sa la sua storia. Questo è un omaggio ad un ragazzo dell’Altopiano di Selvino, Modesto Carrara, uno dei tanti fanciulli che un tempo venivano chiamati “Famèi” e salivano mesi e mesi nel silenzio e nella solitudine degli Alpeggi ad accudire le mandrie di bestiame.

Mandrie e la gàbia
Mandrie e la gàbia

Era partito dal borgo di Predale, sotto Ama, Altopiano Selvino Aviatico per seguire le mucche in alpeggio al Rifugio Calvi, Alta Valle Brembana, dove per 40 giorni rimaneva da solo.

Non tornò più a casa se non in una bara di legno. Io ho raccontato la sua storia sul sito Creative Family, Mille e una Bergamo per ricordare quei ragazzini di un mondo lontano, quell’infanzia sparita presto.

Aveva 18 anni quel 26 luglio del 1962, era l’ultimo giorno di permanenza in quota, poi il papà sarebbe salito fin lassù a dargli il cambio. Si è tuffato in una pozza sotto le turbine dell’Enel  e non è più riemerso. Sul sentiero oggi c’è una lapide bianca con la sua foto che accompagna gli escursionisti. Da quella tragedia la famiglia non si  riprese più, se ne andarono tutti da Predale, che cominciò la sua decadenza fino al completo abbandono. Il papà di Modesto morì di crepacuore due anni dopo.

La casa di Modesto Carrara a Predale, come era e come è oggi
La casa di Modesto Carrara a Predale, come era e come è oggi

LA STORIA

Il ragazzo di Predale e quella lapide sul sentiero verso il Rifugio Calvi

2 Risposte a “Mille e una Bergamo, tradizioni, luoghi, voci e storie dimenticate: la storia di Modesto Carrara, uno degli ultimi “famèi” morto al rifugio Calvi nel 1962”

  1. Che bel viso fiero aveva Modesto! Mi sarebbe piaciuto incontrarlo ora per le strade di Ama e forse Predale sarebbe ancora vivo, almeno in estate.
    In agosto siamo stati nel bosco e, grazie alle indicazioni di un ragazzino, abbiamo trovato il borgo antico, letto la tua bella poesia e la breve storia del paese. Siamo rimasti in silenzio davanti alle case in rovina e ora, leggendo la storia di Modesto, capisco che forse la tristezza che ho provato viene dalle pietre che hanno pianto e piangono ancora per la scomparsa del giovane.
    Ti ringrazio per i tuoi racconti che sempre ci arricchiscono e invio a te ed alla tua famiglia, unitamente a mio marito Marcello, i più cari auguri per uno splendido 2015.
    Luciana

    1. Cara Luciana,
      ti ringrazio per le emozioni trasmesse dalle tue parole, così affettuose, dolenti e dolci al tempo stesso. Il borgo di Predale ha cominciato a morire proprio con la morte del giovane Modesto, ha perso il sorriso dei bimbi, il vociare dei ragazzi, i passi dei vecchi.
      Noi degli antichi monumenti o borghi e villaggi oggi silenziosi, vediamo solo pietre fredde e grigie, talvolta semidiroccate (vedi Pompei ad esempio), in realtà sono vive delle storie degli uomini che lì hanno vissuto, pulsano del cuore antico degli abitanti di un tempo, palpitano del lavoro e del sudore di chi quei pilastri li ha edificati.
      Con tanta amicizia, a nome anche di Olviero, auguro a te e a Marcello un ANNO RICCO DI ARMONIA E COLMO DI GIOIA, un anno tutto da vivere nei suoi giorni più belli.
      Un abbraccio,
      Aurora

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