Medaglia d’Onore al giovane decoratore morto a Mauthausen per aver scioperato
Anche Aviatico ha avuto il suo deportato a Mauthausen.
L’unico deportato civile per un paese di montagna di poche centinaia di anime, dove questa parola è stata pressoché sconosciuta fino a pochi anni fa.
Si chiamava Egidio Dentella ed era nato il 23 agosto 1907. Era un giovane operaio di montagna che scendeva il lunedì a lavorare nelle fabbriche della Breda Fucine di Sesto San Giovanni e risaliva al paese il venerdì.
Il 5 marzo 1944 venne arrestato in fabbrica, V Sezione Aeronautica, perchè aveva aderito allo sciopero dei lavoratori che si rifiutavano di costruire armi per i tedeschi. Faceva parte di una serie di scioperi che erano partiti da Torino ed erano dilagati in tutte le fabbriche del nord, coinvolgendo decine di migliaia di operai. Ma la reazione tedesca fu durissima.
Prima internato a Fossoli, in Emilia Romagna e poi nel lager di Bolzano, finì insieme a centinaia di altri operai nel famigerato campo di sterminio austriaco. Qui morì il 10 marzo 1945 a soli 38 anni. Le sue ossa sono ancora là. Lasciava ad Aviatico la giovane moglie e 4 bambini piccoli: Alfonso di 11 anni, Mario di 9, Piera di 8 e il piccolo Ermenegildo, detto Gildino, di soli 3 anni.
Era un vero artista, aveva studiato alla Scuola d’Arte Andrea Fantoni, una delle più antiche di Bergamo. La sua passione lo portò a occuparsi di affreschi in molte chiese delle valli bergamasche, senza dimenticare la chiesa parrocchiale del suo paese. Sapeva dipingere, decorare, restaurare, scrivere versi. Erano talenti che spiccavano fulgidi di bellezza, in un mondo in cui già a cinque anni un bambino era destinato alla campagna e alla cura degli animali. Collaborò con artisti come Giacomo Manzù che frequentava Aviatico.
E oggi ha ricevuto la Medaglia D’Onore del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella assegnata il 27 gennaio dal Prefetto di Milano Renato Saccone alla nipote Elisabetta, in rappresentanza di tutti i nipoti.
La sua ultima lettera: “Cara Adalgisa, Baciami tutti i bambini e non pensare a me, coraggio almeno tu, spero di vederti presto. Salutami mio papà, tua mamma fratello cognate e zii. Saluti al parroco. Sempre penserò a voi tutti, ciao, allegra che Dio mi darà un gran premio. Tuo fedelissimo Egidio. Baci a Gildino, ciao”
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