Il Trenino Rosso del Bernina, un viaggio nel tempo

Il Trenino Rosso del Bernina, un viaggio nel tempo

Il  Trenino Rosso del Bernina oggi è considerato un gioiello folcloristico e turistico famoso a livello mondiale, un imperdibile traguardo per chi sale a Tirano o sconfina a Sankt Moritz.

Ma  forse non tutti sanno che il Trenino è stato ed è tuttora elemento essenziale per il lavoro e l’economia del territorio.  Frontalieri e lavoratori che devono oltrepassare il confine quotidianamente vivono la realtà del Trenino con riconoscente rispetto. Anche a -29 gradi, tra ghiaccio e neve copiosa, tempeste e bufere, il Trenino non ha mai saltato un appuntamento. È la sicurezza dei binari, sempre tenuti sghiacciati da un ferroviere appositamente addestrato,  che ogni 2 ore, in pieno inverno, esce dalla piccola stazione stile chalet di montagna con un enorme faro che scalda i travertini.  In un piccolo ripostiglio sulla banchina è riposta una robusta scopa di saggina,  per spazzare e spolverare.

Il Trenino del Bernina ha anche una forte anima storica. Migliaia di operai italiani, muratori, stagionali, minatori, fin dalla sua  messa in opera  nel 1910, hanno percorso la tratta Tirano, 429 metri, – Saint Moritz, 1822 metri, un passaggio ogni mezz’ora, per due  ore e mezza di viaggio, diretti ai cantieri del Cantone dei Grigioni, alle gallerie delle dighe in costruzione, agli alpeggi, ai villaggi. Il fenomeno dell’emigrazione dalle vallate italiane alpine e prealpine prese avvio  a ridosso del Novecento.  Sulle montagne  non c’era  lavoro, la povertà ghermiva intere famiglie,  i bambini difficilmente superavano il primo anno di vita.  Al termine della  Prima Guerra  Mondiale  la situazione si fece ancora più drammatica, come pure dopo il 1945. Cercare fortuna in Svizzera  era obbligatorio.  La speranza tenace di credere nel futuro.

Il ghiacciaio del Morteratsch

E il Trenino del Bernina, solido e compatto nel suo scalare valichi e passi, offriva  la consolante certezza del ritorno.

Anche mio padre Mansueto prese il suo Trenino del Bernina, a fine agosto 1947. Era diretto a Marmorera,  nelle valli del fiume Giulia e Albula, dove si stavano impiantando  ben  sei  centrali idroelettriche, coinvolgendo 4 laghi.

E oggi, che saliamo sul  Trenino del Bernina con l’ebbrezza della vertigine e del vuoto,  dobbiamo rendere merito a quei giovani italiani che hanno gettato le basi di una nuova  ripresa.

IL TRENINO DEL BERNINA È UNICO

Il Trenino del Bernina è unico.  È l’unica ferrovia svizzera ad attraversare le Alpi, 384 km di ferrovia retica. Il treno più alto d’Europa. La linea raggiunge il punto più alto al ghiacciaio del Passo del Bernina, quota 2253 metri, un dislivello da capogiro racchiuso in soli 22 chilometri. Una spregiudicata sfrontatezza, tenuto conto che è l’unico treno senza cremagliera a salire così in alto, con una pendenza del 70 per mille. La maggior parte delle stazioni sono a ridosso dei più importanti ghiacciai, come il Morteratsch o il Diavolezza, lungo un itinerario punteggiato da laghi alpini e distese di steppe che ne fanno quasi uno scenario siberiano. Siamo al di sopra della linea degli alberi, dove protagonista è il rude silenzio ventoso degli altopiani.

Infine Sankt Moritz e il suo lago. Il lusso e la patinata ombreggiatura del relax dove un tempo il sudore diventava fatica per realizzare il sogno.

Sankt Moritz e la sua Torre Pendente