ll Grande Cipresso di Santa Croce in Emilia Romagna, simbolo di rinascita e tenacia

ll Grande Cipresso di Santa Croce in Emilia Romagna, simbolo di rinascita e tenacia

 

Nei giorni in cui la Romagna sta cercando di rialzarsi con la forza e la tenacia tipica della sua gente, vorrei raccontare di uno dei simboli della Romagna, come augurio di speranza e di coraggio per riprendere là, dove il segno del fango ha lasciato il posto alla vita.  È un vero e proprio monumento.

È un albero di oltre 800 anni, dalle dimensioni eccezionali, che porta i segni delle traversie di eventi bellici e atmosferici.  È il Cipresso del Convento di Santa Croce dei frati minori di Villa Verucchio in provincia di Rimini. Nella primavera del 1213 San Francesco d’Assisi con alcuni compagni si recò a piedi da Rimini a San Leo dove ebbe dono il monte della Verna.

Arrivato sulla collina poco fuori quella che è oggi Villa Verucchio, qui secondo la tradizione piantò nel terreno il bastone del pellegrino detto Bordone, che lo aveva sostenuto lungo il cammino. Il bastone ha attecchito e dato vita a questo straordinario cipresso. Alto metri 25, mostra alla base una circonferenza di 5 metri e 30, mentre sotto i primi rami è di 7 metri e 30. Già Napoleone e poi i Nazisti cercarno di bruciarlo, ma misteriosamente il grand ealbero si auto risanò.

 

La cima principale è crollata nel 1980 ma il cipresso ha continuato a crescere, ad allargarsi, ad espandersi tenace, indomito, fiero. Sorge nel luogo preciso dove Francesco d’Assisi insieme ad alcuni frati si costruì un riparo di frasche nel bosco che circondava una primitiva chiesetta dedicata alla Santa Croce.

Poco dopo la morte di San Francesco i frati, che avevano già cominciato ad abitare qui, hanno voluto conservare la memoria del suo passaggio erigendo una piccola cappella che nel corso dei secoli fu ricostruita più volte. Oltre a celle in muratura addossate alla chiesa. Quella attuale è del 1936 ed è stata dipinta da Giuseppe Busuoli. Il Chiostro è un ambiente racchiuso in un porticato che si snoda sui quattro lati.

Lungo le pareti sono esposti i volti dei Papi da San Pietro a San Giovanni Paolo II. Sulle pareti sono evidenti i segni di trasformazioni avvenute durante i secoli. Anticamente diviso in due parti, il Chiostro offre una sensazione di semplicità e di armonia e invita al silenzio e alla riflessione.

“Il signore è il mio pastore,

il tuo bastone e il tuo vincastro

mi danno sicurezza”.

Per la Romagna il Grande Cipresso è “il luogo della Memoria”, a testimonianza di una storia antica, ricca di fascino, fragile eppur solida. Dal fango riprenderà la vita.