Quando l’ho vista apparire dalla nebbia del primo mattino, come una antica nave pronta a salpare, ho trattenuto il fiato. La Rocca di Gibilterra, o Gibraltar in lingua locale, piccolo scrigno in terra d’Andalusia, era imponente, e ritrovarmi sulla Punta Europa, dove il Mare Mediterraneo si lascia sommergere dal possente abbraccio dell’Oceano Atlantico, dove al tempo degli dei si collocavano le Colonne d’Ercole, ha catturato la mia emozione. Si dipana lungo soli 6 chilometri quadrati di terra inglese, ma sembra raccogliere il mondo.
Il nome è una dedica all’emiro arabo Tarik, che la definì “roccia di Tarik” , e da qui Gibral-Tarik, Gibraltar.
Sorge su un promontorio roccioso proprio di fronte alla sponda africana, distante appena 11 chilometri.
Ai piedi dello strapiombo roccioso si allarga la città, collegata alla terra spagnola, il cui accesso è severamente controllato e diretto dall’apparato militare doganale, mentre verso la punta, denominata Punta Europa (la parte più a sud del Continente Europeo) si allunga il maestoso porto commerciale. Qui, dove l’azzurro si scioglie in tutte le sue tonalità di cielo e di mare, si avverte prorompente l’epopea dell’uomo, il suo instancabile andare, peregrinare, che l’ha portato a puntar la prua verso l’immensità del mondo. Un lembo di spiaggia dorata e finissima consente ai turisti di rilassarsi al sole e di godere dei benefici di una vacanza al mare.
A Gibilterra si fondono le maggiori culture e i popoli ricchi di storia: sono presenti 11 religioni con altrettante chiese, cattedrali, moschee, sinagoghe; si parla inglese e spagnolo, ma gli abitanti si sentono solo ed esclusivamente Gibraltegni.
Un servizio di minibus turistici con guida a bordo, facilmente prenotabili appena superata la dogana e ben visibili nell’ampio e servito parcheggio della zona del porto, permette di arrampicarsi lungo la stretta strada a tornanti di costruzione militare: ai lati, infissi nella roccia viva si vedono ancora gli enormi anelli in ferro per ancorare le funi della strada ferrata quando si trasportavano a dorso d’asino o a mano i carichi e le vettovaglie. Lunghi tunnel sotterranei evocano le Porte degli Inferi e mitici poemi senza tempo. Freschi ruscelli e cascate rumoreggiano subito accanto alla carreggiata.
Verso Punta Europa appare il candido lucore della moschea.
Qui il dolce Mare Mediterraneo si lascia avvincere dalla potenza dell’Oceano Atlantico. L’enorme faro, costruito proprio all’estremità del promontorio, veglia sulle anime degli uomini.
Il minibus si inerpica lungo la strada scavata nella parete della Rocca, mentre lo sguardo cattura affascinto l’ampia visuale del porto con le sue enorme petroliere e navi mercantili. Poco distante, come sospesa nel cielo, ecco salire la funivia.
Si giunge alla “Grotta di San Michele” e ai suoi glaciali labirinti, tra cui l’immenso anfiteatro decorato da enormi stalattiti e stalagmiti, scena suggestiva di concerti e manifestazioni musicali, con tanto di poltroncine fisse e gradinate. Si sale ancora, qui è il regno dei macachi, l’unico luogo in Europa ad ospitare scimmie in libertà.
Se ne contano più di duecento, accudite da sorveglianti e veterinari, che ne curano la salute e l’igiene. Giunsero in tempi lontani dal Marocco a bordo di navi e da qui non se ne sono più andate.
A mezza costa ecco il Castello arabo, testimonianza dell’antica conquista. La vetta è inaccessibile: zona militare invalicabile.
In centro città le vie interne, di stampo antico, offrono negozi e angoli pittoreschi: non manca la famosissima cabina telefonica rossa o l’autobus a due piani, reso celebre da film d’azione, tra cui “La Mummia, il ritorno”.
Dappertutto un operare instancabile e laborioso, mentre il tramonto incendia le pareti cristalline trasformandole in lampi di luce. Il vento soffia imperioso e ribelle, come a non voler lasciar libero il viaggiatore.
Mentre riprendevo la via verso la dogana mi sentivo novella Ulisse, incatenata dal canto delle sirene, un sospiro dalla Rocca che regge le colonne d’Ercole e ricorda all’uomo la sua eterna sfida: raggiungere Dio, elevarsi al cielo.
APPROFONDIMENTI STORICI
Per chi volesse approfondire ecco il link al sito ufficiale: