Spose d’inverno lungo le mulattiere di montagna

Spose d’inverno lungo le mulattiere di montagna

Sposa lungo la mulattiera, Amora frazione di Aviatico: 26 dicembre 1964
Sposa lungo la mulattiera transitando davanti al solitario cimitero a mezza costa, Amora frazione di Aviatico: 26 dicembre 1964, per gentile concessione di Rosetta Carrara -Tutti i diritti riservati-

Negli Anni Cinquanta del secolo scorso in inverno sulle montagne bergamasche si celebravano i matrimoni.

Celebrare matrimoni in inverno, soprattutto gennaio e febbraio, non era una novità. Questa era la stagione nella quale i giovani emigranti all’estero, grazie a una minor frequenza di lavori all’aperto, potevano ritornare al paese. Ne approfittavano per sposarsi o per partecipare al matrimonio di un familiare.

Erano tempi in cui la manodopera bergamasca era molto richiesta e spesso il viaggio di nozze si trasformava direttamente in un viaggio destinazione Svizzera o Francia. Spesso, dopo una breve luna di miele, gli emigranti ripartivano portando con sè la giovane moglie, magari anche i fratelli di lei. Oppure la lasciavano sola, in casa della suocera, fino al nuovo ritorno o al ricongiungimento là da lui. Erano sempre in attesa di mettere da parte i soldi per una casa propria.

Le fotografie qui di seguito raccontano le spose della contrada di Amora Bassa, frazione di Aviatico, sull’Altopiano di Selvino. Dalla contrada asserragliata sul pendio le spose partivano a piedi dirette alla chiesa. L‘unica strada possibile era l’impervia mulattiera, un graffio lungo il costone che si incuneava tra i prati bianchi come un solco nella roccia.

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La giovane sposa sale alla chiesa lungo l’impervia mulattiera al braccio del padre, è Aldina Carrara di Amora Bassa, frazione di Aviatico, gennaio 1969, per gentile concessione famiglia Cuter Carrara -Diritti riservati-

In inverno cadeva la neve e la sposa, immacolata nelle sue scarpette bianche, si inerpicava a passo lento e solenne, avvinghiata al braccio del papà. Le sue scarpette affondavano nel fango o nella neve ammucchiata ai lati dello stretto passaggio. Era stato liberato dalla neve dai compaesani a forza di braccia solo qualche ora prima della cerimonia.

Sposa lungo la mulattiera, da Amora Bassa alla chiesa, frazione di Aviatico, 1967
Sposa lungo la mulattiera, da Amora Bassa alla chiesa, frazione di Aviatico, 1967. Per gentile concessione di Giusi Carrara -Diritti riservati-

La processione a piedi in salita fino al sagrato, nel freddo livido di dicembre o di gennaio, pareva quasi un’evanescenza, un miraggio. La sposa, diafana nel vestito bianco al ginocchio, con le scarpette che affondavano nella fanghiglia, stava per abbandonare per sempre il paese andando ad abitare in un altro borgo. Come lei tante ragazze se ne andavano lontano. Era un addio quasi definitivo alla famiglia, perché difficilmente sarebbero potute tornare in tempi brevi, anche solo per una breve visita. Era quasi andare dall’altra parte del mondo, seppur a una distanza di pochi chilometri.

I bambini che avevano il compito di chierichetti osservavano con occhi sgranati quelle figure vestite a festa che sembravano uscire direttamente dalla terra. Gli uomini sepolti nei loro cappotti che chissà quando avrebbero di nuovo indossato. Le donne in scuro, serie e silenziose nel loro circondare la sposa. Il senso del bianco che avvolgeva tutto: bianco il paesaggio, la sposa, i confetti, il sagrato, bianchi i fiori, le mani, il viso, il vapore nell’aria gelida, il cielo.

Sposa lungo la mulattiera, da Amora Bassa alla chiesa, frazione di Aviatico, 26 dicembre 1964
Sposa lungo la mulattiera, da Amora Bassa alla chiesa, frazione di Aviatico, 26 dicembre 1964, per gentile concessione di Rosetta Carrara -Diritti riservati-

LE MULATTIERE

Sulle montagne, in particolare sull’Altopiano di Aviatico, si diramava una rete di mulattiere, o anche strade cavalcatorie che un tempo si estendevano sul territorio collegando paesi, borgate, cascinali, passi  e luoghi di lavoro. Con il fondo in ciottoli ben connessi, i “rissöi” per secoli hanno fornito alle popolazioni una rete primaria di comunicazione lungo la quale viaggiavano pedoni, animali, carovane. Con i “rissöi” la gente si spostava, aveva relazioni con altre comunità e viaggiavano anche le notizie.

La mulattiera era costituita da cornelle di pietra, dette in dialetto bergamasco “arnèle”; tali cornelle erano formate da un unico blocco di pietra posizionato in orizzontale lungo tutto il bordo del piano, sì da creare un liscio e tondo balzello rialzato che serviva anche ad arginare l’acqua piovana ed evitare il debordare di fango e terriccio; col tempo le “arnèle”  erano diventate lucide e lisce, rendendo sdrucciolevole il passo, soprattutto in  caso di pioggia.

In inverno invece la mulattiera si presentava spesso completamente innevata, oppure difficilmente praticabile a causa della neve bagnata e pesante, sovente ghiacciata, la “paciuga”; pertanto i bambini tagliavano giù per i prati, dove la neve farinosa permetteva una discesa “quasi asciutta”. Al primo apparire del “remòl”, quando la neve cominciava a rammollarsi, tutti venivano reclutati alla manutenzione dei tracciati. Oggi di tante mulattiere percorse ininterrottamente dai valligiani si può ancora ammirare la mulattiera che si arrampica dal fondo valle di Albino fino ad Amora, rimasta pressoché intatta nei secoli. Faceva parte della rete della Via Mercatorum.

30 Aldina del Ceserì sale alla chiesa gennaio 1969 per sposare Costantino Cuter
La sposa sale dalla contrada Amora Bassa, frazione di Aviatico, lungo la mulattiera verso la chiesa: gennaio 1969, per gentile concessione, Aldina Carrara (famiglia Cuter Carrara, diritti riservati)
La contrada di Amora Bassa frazione di Aviatico come è oggi, con la mulattiera un tempo percorsa a piedi dalle spose e dagli stessi abitanti per salire alla chiesa. Faceva parte della Via Mercatorum
La contrada di Amora Bassa frazione di Aviatico come è oggi, con la mulattiera un tempo percorsa a piedi dalle spose e dagli stessi abitanti per salire alla chiesa. Faceva parte della Via Mercatorum

RINGRAZIAMENTI

Ringrazio le sorelle Aldina Giusi Carrara per aver gentilmente concesso le suddette fotografie del loro matrimonio. Si chiede di citare la fonte. Grazie.