Salendo alle vette vicino al Cielo,
Reportage poetico
verso il Passo San Marco
(Alta Valle Brembana, BG)
In una giornata estiva, tra le nuvole basse e la foschia del fondovalle, si intraprende il viaggio alla vetta partendo in auto dal paese di San Giovanni Bianco, posto lungo la strada principale che percorre tutta la Valle Brembana, a incrocio delle due antiche vie lombarde: la Via Priula e la Via Mercatorum, che giungeva dall’Altopiano Selvino Aviatico.
Si giunge a Lenna e si gira a sinistra verso Piazza Brembana, si prosegue costeggiando il torrente Stabina fino a Olmo al Brembo e a destra si intraprende la salita che conduce a Piazzatorre, si sale ancora, tra boschi fitti e torrenti impetuosi, si supera Mezzoldo ed ecco si dipana la stradale che ricalca in parte l’antica Via Priula, con tappa al Rifugio Madonna delle Nevi (quota 1300 metri), la cui sacra immagine è venerata nell’omonima cappella.
Ci si arrampica sui tornanti stretti fino al Rifugio storico della “Cà San Marco” posto a 1830 metri di altezza, uno dei più antichi rifugi delle Alpi, essendo stato edificato nel 1593, in occasione della costruzione della Via Priula.
Poco più in alto, a 1992 metri, si raggiunge il Passo San Marco, un tempo confine tra il dominio della Repubblica di Venezia e Coira, Cantone dei Grigioni. Da lì la strada si inoltra nel territorio della Valtellina.
Qui il cuore prende il volo oltre l’orizzonte e si avvicina al cielo; dall’alto dei dirupi si impregna delle storie del mondo, anelando alle vette, anelando alla Vita.
LA POESIA
SUI DIRUPI
Tra rocce bianche e ferite di granito
si scavano le rughe del mio divenire.
Le mani graffiano gli appigli solitari
e come sulla ghiaia si sgretolano i giorni
simili a lacrime d’argento.
D’intorno il silenzio erompe la sua scia
e quando elevo lo sguardo in alto,
stagliato sull’azzurro, trovo un ricordo antico,
perenne e solitario come la notte.
È il greto di un solco fragile
lasciato dalla pietra sul cuore dell’uomo.
È vivere sui dirupi.
È l’umanità.
(Da “Oltre la curva del tramonto” LietoColle Editore, 2014)
LA PREGHIERA ALLA MADONNA DELLE NEVI
“Fammi desiderare le altezze dello Spirito,
come ammiro i monti, le rocce e gli abeti
che si slanciano in raccolto silenzio
verso l’azzurro del cielo.
Da’ alla mia vita il tormento della vetta,
il coraggio dell’ascesa,
la gioia dell’arrivo”.
(Da “Preghiera alla Madonna delle Nevi”, Diocesi di Bergamo)