Riscoprire le pietre coti di Pradalunga attraverso un concorso letterario
L’Assessorato alla Cultura del Comune di Pradalunga ha promosso e organizzato, in collaborazione con L’Associazione castanicoltorimisma/, la Prima Edizione del Premio Letterario Nazionale “Le Coti”. L’obiettivo è far conoscere e valorizzare il territorio comunale e le sue peculiarità.
Adagiato ai piedi del Monte Misma, Pradalunga è conosciuto come il “Paese delle pietre coti”, ma dispone anche di pregevoli risorse naturali e castagneti secolari dove il lavoro dell’uomo si fonde con la bellezza della Natura. Le pietre coti sono pietre ricavate dalla roccia del Monte Misma e modellate da migliaia di anni per diventare attrezzi usati nel mondo contadino. Sono da sempre usate per affilare le lame, soprattutto le falci, i falcetti, i ronchetti.
Pradalunga ha una tradizione secolare nell’estrazione e lavorazione delle pietre coti. Infatti tutti gli abitanti erano un tempo impiegati in questo faticoso e incessante impegno. Ecco quindi lìimportanza di un concorso letterario che valorizzasse al meglio tale patrimonio di storia e cultura. Il tema del Premio consisteva nell’inventare ed elaborare un racconto sul tema “Il castano, la selva, la magia del bosco”, un omaggio alle tradizioni del passato e un invito a valorizzare il presente.
Tutti i racconti, quasi una quarantina, sono stati sottoposti al giudizio di una Giuria così composta:
Emilio Moreschi, Vice Presidente Ateneo Scienze Lettere e Arti di Bergamo
Giuseppe Piantoni, Componente del Direttivo della Società Dante Alighieri di Treviglio
Aurora Cantini, poetessa e narratrice
Elio Sala, Associazione Castanicoltori del Misma
Emilia Pezzotta, Assessore alla Cultura del Comune di Pradalunaga
Presidente di Giuria Emilio Moreschi; Segretario del Premio: Marco Boriani, ideatore del Premio e studioso del castagno.
La Premiazione è avvenuta nella Sala Conferenze del Comune di Pradalunga sabato 21 ottobre 2017, nell’ambito della 5^ Edizione della Rassegna “Castanea”, cultura e sapori della castagna del Misma, in programma dal 29 settembre al 29 ottobre. Un mese di iniziative a Pradalunga e dintorni, con conferenze sul tema del castagneto da frutto, coltivazione, recupero e valorizzazione economica. Si sono susseguite relazioni sui funghi del castagno e recupero dei vecchi esemplari di castagno nella Valle del Lujo. Varie le esposizioni e le mostre fotografiche sul castagno, con visite guidate ai castagneti del Misma e ai siti delle pietre coti. Oltre a ciò degustazione di prodotti a base di castagne e castagnate. Infine stand, esosizione di oggetti e prodotti tipici, attività folcloristiche, cibi a base di farina di castagne, caldarroste.
Dopo una attenta selezione e valutazione, la Giuria ha decretato i primi tre vincitori:
– 1°classificato: IL SALUTO di GRAZIA MAURI di Mariano Comense (CO) con la seguente motivazione: La narrazione priva di ogni retorica è l’accorata ricostruzione di un passato rivissuto con dolcezza e nostalgia, all’ombra di un complice castagno.
“(…) Del castagno, Gina conosceva ogni ramo, la trama della sua corteccia le era familiare, aveva tante volte appoggiato la mano sul tronco, per sostenersi e togliere uno zoccolo nel quale si era infilato un sasso; tante volte vi si era appoggiata con la schiena, la testa all’indietro a guardare l’intrico dei rami e tra di essi il cielo, la cartella appoggiata tra le radici…”
2° classificato: NATURA MORTA di PAOLA RICCHIUTI di Ponte S. Pietro (BG) con la seguente motivazione: Narrazione stringata a tratti avvincente per un contenuto tra l’immaginario e il reale che si imprime nella memoria.
“ (…) Rividi, vivide come se fossero vere, le castagne lucide del Monte Misma nel cesto, i funghi freschi, il grappolo d’uva, le forme di cacio e le mandorle sgusciate, disposte sul mio tavolo di cucina….”
– 3° classificato L’ULTIMO SEGRETO di FLAVIO MORO di Casnigo (BG) con la seguente motivazione: Un racconto dalla narrazione scorrevole e dal forte impatto emotivo.
“ (…) Lorenzo si inoltrò nel bosco e raggiunse una radura dove, solitario, se ne stava un albero di castagno che a lui pareva immenso. Chissà quanti anni aveva, chissà quanti ragazzi come lui gli erano passato accanto ad aprire ricci e raccattare castagne, oppure si eran arrampicati fino ad arrivare ai rami più sottili. Gli sembrò di udirne il respiro affannoso, le urla, le risate e il pianto per le spine piantate nelle dita. …”