La Cattedrale Vegetale del Monte Arera,
fragile creatura della Terra che non riesce ad abitare il Cielo
CATTEDRALE DEL CIELO
IL MIO REPORTAGE
Lungo la direttiva della Valle Brembana, Valli Bergamasche, superato il paese di Zogno, dopo aver raggiunto Ambria e imboccato la diramazione della Val Serina, si approda al paese di Oltre il Colle. Continuando a salire lungo i tornanti verso il Passo di Zambla Alta, ecco a sinistra una segnalazione suggestiva e particolare: un cartello marrone indica la strada per la “Cattedrale Verde”.
Si sale verso la cima del Pizzo Arera lungo una pendenza tra i boschi di latifoglie intervallati ad abetaie e si giunge ad un pianoro a 1600 m, in località Plassa, dove si può parcheggiare. Una visione mistica fa capolino tra gli alberi, ma ancora nascosta.
A piedi ci si inoltra per qualche centinaio di metri lungo il facile sentiero e a destra la piccola conca di un laghetto naturale riflette il verde del trifoglio selvatico.
A sinistra, sul poggio aperto sulla valle, ecco la meraviglia verde: La Cattedrale Vegetale del Monte Arera. Ideata e progettata da Giuliano Mauri tra il 2008 e il 2009, nell’ambito del Progetto del Parco delle Orobie, Cattedrale Vegetale, la possente piramide sembra venirmi incontro, abbracciarmi possente e sinuosa, avvolgermi e portarmi in alto.
Cinque navate le danno vita, più di 20 metri in larghezza e lunghezza, si alza per oltre 15 metri con 42 colonne, composte da 1800 pali di abete e 600 rami di castagno, quasi 6000 rami di nocciolo. Ogni colonna lignea contiene e coccola un giovane albero di faggio.
Poi mi rirovo con il naso all’insù tra le cinque navate a cielo aperto e il silenzio cattura il mio cuore. Sento l’infinito rimembrare il tempo e scandire i suoi rintocchi, la pace intorno è quasi palpabile, il vento muove le distese di botton d’oro e pare evocare mistici raduni arcaici, secolari processioni di uomini, perenni canti di popoli.
Eleva una preghiera il mio spirito, si acquieta il mio divenire, sgorga riverente e dimesso il verso poetico. Lo sguardo spazia sulla vallata, da un lato Zambla con le sue due frazioni e Oltre il Colle in basso a destra, come piccoli sassolini gettati sul tappeto verde del mondo.
Ogni colonna cinge le giovani piante in crescita, destinate a coprire la volta verde.
Ma la Cattedrale è debole, molti degli alberi che la compongono si mostrano avvizziti. Alcuni di essi appaiono imprigionati, quasi intrappolati e soffocati dal filo di ferro della rete posta in origine per irrobustirne il tronco, sono come fusi insieme, rete e alberi, in dialetto bergamasco “i è buìcc ‘n séma” (sono bolliti insieme), mentre quelli liberi dalla rete risultano forti e vigorosi.
Non s’odono voci se non canti di uccelli e frinire di grilli, qui i brusii dei fedeli sono gli scricchiolii dei tronchi, il canto dei salmi è lo stormir di foglia, i ceri accesi sono i riflessi di luce tra i rami. Questa fragile Cattedrale Vegetale, opera d’uomo per avvicinarsi a Dio, è smarrita nel suo ergersi solitaria sull’altura, è indifesa nel suo cercare di sfuggire alla gabbia che attorciglia e stanca. È ferita e spaurita perché l’uomo non riesce a darle forza, a irrobustire il suo cuore. È una creatura della terra che non riesce ad abitare il Cielo.
Con un ultimo sguardo, quasi con una pudica genuflessione, accarezzo i fragili virgulti che stentano a sollevarsi, poi quasi con un lamento nell’anima mi allontano. Non mi volgo indietro seppur udendo un tenue richiamo: questo possente gigante malato ha paura di rimanere solo, di essere lasciato solo proprio da chi lo ha creato, l’uomo.
E la mia preghiera a Dio si fa angoscia e tormento:
“Signore, non lasciarla morire così,
tremula ed esposta,
dalle forza e ardore per farsi corazza e scudo
dietro cui ognuno di noi può sognare di volare
oltre l’orizzonte,
e giungere a Te.”
(aur cant)
2016, LA RINASCITA
Nel 2016 finalmente i faggi hanno ricominciato a crescere. Dalle parole di Pierangelo Palazzi, consigliere comunale addetto alla manutenzione della Cattedrale, parole di speranza: “Tra una dozzina d’anni si dovrebbe avere la Cattedrale conclusa. Nel 2013 vi è stato uno stop, i faggi crescevano troppo lentamente o addirittura non crescevano. Si decise così la sostituzione. Ora l’opera d’arte prosegue la sua corsa verso il cielo. Alcune piante hanno raggiunto già i cinque metri. I faggi crescono anche di 50-60 centimetri all’anno. Tra una decina d’anni l’espansione e l’altezza saranno tali che si potranno unire i rami e costituire il tetto della Cattedrale. A quel punto i pali di sostegno potranno essere tolti. In queste settimane vi è stato veramente un BOOM di visitatori, a centinaia. Salgono in Arera e tantissimi si fermano, fotografano, visitano e rimangono veramente stupefatti della struttura. Stiamo per acquisire un’ampia area a monte della Cattedrale e della pozza d’acqua adiacente. Qui si trova un rudere che vorremmo adibire a Centro Servizi, Infopoint della Cattedrale e di tutti i progetti in corso sull’Arera.
Recentemente infatti il Comune, grazie a un finanziamento del Parco delle Orobie, ha realizzato un piano di area per l’Arera, con tutte le previsioni di valorizzazione, in particolare delle stazioni di partenza e arrivo delle ex seggiovie. L’Arera è da oltre un secolo una delle aree montane di maggiore interesse botanico d’Italia, ben conosciuta anche oltre i confini nazionali. Un patrimonio naturale e turistico che il comune di Oltre il colle e il Parco delle Orobie son sempre più intenzionati a valorizzare.”
Per approfondire i dati tecnici su come arrivare a Oltre il Colle si può cliccare qui:
La Cattedrale Vegetale