Medaglia d’oro alla poesia dedicata
al giovane alpino bergamasco Caduto nella Grande Guerra
La poesia “Come una Fiamma accesa” che dà il titolo al memoriale dedicato ai 5 fratelli Carrara di Amora Bassa (Aviatico – Bergamo) Combattenti e Caduti nella Prima Guerra Mondiale ha ricevuto la Medaglia d’oro alla 15^ edizione del Premio Nazionale di Poesia “Italo Carretto” a Bardineto, in provincia di Savona.
LA POESIA
“Come una fiamma accesa”
La poesia è dedicata in particolare ad uno dei più giovani dei 5 fratelli bergamaschi, il giovane alpino Fermo Antonio Carrara, Disperso sul Monte Cukla Rombon il 2 agosto 1916 a 20 anni, durante missione notturna in cordata, fatta uscire allo scopo di trovare una via di arrampicata sul retro del Rombon, quota 2105, in quei giorni in mano agli Austriaci. Furono selezionati sette “scalatori provetti” (così ingiunse il comando da Torino) di quella “ardita pattuglia”. Così infatti si legge sui Diari Storici dei Battaglioni depositati nell’Archivio dello Stato Maggiore dell’Esercito a Roma. Essi sono stati scoperti tra oltre 2.500 pagine dal signor Massimo Peloia del Gruppo Alpini di Saronno a giugno di quest’anno.
Rientrarono sul far dell’alba senza aver trovato alcun passaggio, nè fenditura, nè possibile via di accesso. Ma avevano perso un compagno. Non avendo luci né torce non erano riusciti localizzarlo. Per questo nei giorni successivi vennero fatte uscite varie pattuglie per cercarlo. Dovettero arrendersi alle impervie e insuperabili difficoltà create dalle pareti a strapiombo, dai profondi crepacci, dalle abissali voragini che avevano fatto del gruppo del Rombon uno dei punti più pericolosi dell’intero fronte alpino di guerra. Il giovane soldatino Fermo Antonio giace ancora oggi tra le rocce del Rombon.
MOTIVAZIONE PER LA POESIA
“Come una fiamma accesa”
In questa commossa elegia, scritta in memoria del giovane alpino Fermo Antonio Carrara caduto nella guerra ’15-’18, bene ha fatto la poetessa a dare la parola a lui, al Soldato. Il cui canto “sommesso, perduto nel silenzio”, trova il suo affondo nei versi “di me non è rimasta neanche un’impronta sul nevaio battuto dal vento, (…), solo un cippo imbiancato dal tempo, (…), della mia vita di ragazzo di montagna non è rimasta nemmeno una croce”. La lirica si stempera in un fraseggio denso di nostalgia “per i giorni leggeri lungo i pendii della valle”. Ma infine, ecco, l’affrancamento dal rimpianto e dal dolore attraverso la forza della parola poetica: “Il mio nome è fiamma accesa che scalda la memoria”, dove la potenza salvifica della poesia assegna alla memoria il compito di trascendere la morte, facendo rivivere questo giovane soldato, ormai per noi un eroico fratello. Quel fratello che abbiamo conosciuto solo ora. Ma che, come recita il suo nome, è tuttora “Fermo” nei suoi meravigliosi vent’anni donati alla Patria. Ma “Fermo” anche, e per sempre, nel nostro cuore, grazie a questi indimenticabili versi.
Bardineto 3 settembre 2016
Per la Giuria Franca Maria Ferraris
LA CERIMONIA DI PREMIAZIONE
.