Ötzi, l’uomo venuto dal ghiaccio e i suoi racconti del silenzio

Ötzi, l’uomo venuto dal ghiaccio e i suoi racconti del silenzio

Ötzi, Bolzano Museo, fotografia di Aurora Cantini

Visitare Bolzano è innanzitutto immergersi nel mondo di “Ötzi”, la mummia emersa il 19 settembre del 1991 dal ghiacciaio del Similaun, in alta Val Senales e oggi conservata al Museo Archeologico dell’Alto Adige.

“Quando l’Uomo venuto dal ghiaccio fu scoperto, si rivelò un testimone eccezionalmente ben conservato del Neolitico. Per questo ottenne subito la ribalta sui media internazionali. Curiosate nella moltitudine di cronache realizzate dai media nazionali ed internazionali e scoprirete che Ötzi è stato celebrato come una vera star.” (Fonte: Miniguida fornita dal Museo).

Tre piani immensi completamente dedicati a quest’uomo silenzioso ma che parla all’Umanità raccontando la sua storia, che è la storia di tutti noi. Escludendo il terzo piano, uno spazio per rilassarsi, leggere, giocare, approfondire e riflettere, gli altri due sottostanti sono un vero e proprio portale sulla Preistoria.

Il primo piano è dedicato ai reperti originali recuperati accanto al corpo, i resti degli abiti, il berretto di pelo, il mantello, le sacche di cibo, le armi (un arco, faretre e punte di freccia, un’ascia e un pugnale…) e gli utensili che il guerriero cacciatore aveva con sé. Ogni esposizione è corredata da testi didattci, postazioni video e multimediali. Ma soprattutto il primo piano è una cripta candida. Pareti bianche fanno da cornice ad una finestra aperta su una piccola stanza interna. Lì Ötzi dorme il suo sonno eterno. È nudo, disteso con il braccio  sinistro messo di traverso come a proteggersi dal nostro sguardo. Una piattaforma ruota permettendo l’osservazione di ogni angolo di quella pelle scurita dal vento e dal ghiaccio, il corpo magro e snello, le dita affusolate e ripiegate, gli occhi socchiusi.

La mummia di Ötzi, Museo Archeologico Bolzano, in una cartolina espositiva.

“Oltre 5.300 anni di congelamento nel ghiaccio e sotto la neve hanno permesso che si conservassero non solo il corpo, ma anche l’equipaggiamento e l’abbigliamento di Ötzi. I reperti originali consentono di scoprire molte cose sulla quotidianità di un uomo vissuto alla fine del Neolitico. Potete osservare l’Uomo venuto dal ghiaccio all’interno della sua stanza a temperatura controllata (n.b. -6° e 96% di umidità) attraverso una finestra, in una speciale area dedicata.”(Fonte: Miniguida del Museo)

Al secondo piano si può visitare un’ampia area ove è stato ricostruito minuziosamente l’ambiente in cui Ötzi viveva. Un settore specializzato propone interviste video e pannelli informativi sull’aspetto medico e scientifico dell’Uomo del ghiaccio. Le sue malattie, i parassiti di cui soffriva, le nevralgie. Ipotesi e studi portati avanti da scienziati di tutto il mondo al fine di offrire risposte ad un enigma lungo cinquemila anni. Radiografie, tomografie ed ecografie al corpo del guerriero hanno rivelato un indizio assolutamente unico: nella spalla sinistra è conficcata la punta di una freccia. Ötzi venne colpito alle spalle da qualcuno che forse lo inseguiva. Venne assassinato.

Non si può non addolorarsi per la sua fine solitaria e fredda, lassù, a oltre 3.600 metri, immerso  nel bianco mentre esalava il suo ultimo respiro.

Ötzi, fotografia di Aurora Cantini
Aurora Cantini davanti a Otzi, Bolzano

Proseguendo lungo il piano, si giunge ad uno spettacolo davvero incredibile. L’equipe di esperti olandesi Alfons ed Adrie Kennis ha dato vita all’Uomo dei ghiacci basandosi sul modello anatomico tridimensionale del corpo.

Splendido nel suo incedere, Ötzi sembra cercare il nostro sguardo. È una statua. Ma il luccichio degli occhi, dato dalle luci appositamente posizionate, la rendono viva, quasi palpitante. L’uomo dimostra circa cinquant’anni, ha la barba, capelli lunghi sulle spalle, gambali di pelle che salgono ad avvolgersi intorno alla fascia del perizoma. È a torso nudo, magro e non molto alto, circa un metro e sessanta, ma ben fatto. Nella mano destra impugna una lunga lancia ad asta. La pelle è appena appena brunita dal sole, ma non scura. Ambrata.

Non si può non avvicinarsi quasi per ascoltare la sua voce leggera.

Ötzi sembra avvicinarsi al pubblico, fotografia di Aurora Cantini

“Chi era l’Uomo venuto dal ghiaccio? Come viveva? Cosa faceva sulle montagne? Di quali malattie soffriva? E soprattutto: perché andò incontro alla morte? In più di 25 anni di ricerche oltre 500 studiosi si sono occupati di Ötzi, del suo abbigliamento e del suo equipaggiamento, descrivendone un profilo sempre più dettagliato.”

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