Una gita a Sirmione fa parte del bagaglio culturale e/o di svago di ognuno di noi. Una meta obbligata, da vivere e gustare almeno una volta nella vita. La piccola cittadina affacciata sul Lago di Garda è unica nel suo genere. Una stretta penisola che si protende come una bandiera verso il cuore del lago, sul lato sud. Una striscia di velluto e di sogno, che si mostra in tutta la sua bellezza solo superando il ponte levatoio che annuncia lo stupendo e maestoso Castello Scaligero, affacciato direttamente sulle sue acque.
Una volta entrati nel cuore storico, le tappe in cui soffermarci sono chiare e ben delineate. Oltre al Castello con il suo alto e massiccio Mastio e la sua darsena, i passi ci conducono sia a destra che a sinistra alle varie spiagge, spiaggette, moli e lungolago da fiaba.
Appena dietro il Castello si mostra la romantica Spiaggia delle Muse, con la sua passeggiata su più livelli, che porta direttamente alla Spiaggia delle Bionde, proprio sotto la scogliera su cui sono appollaiati i resti della villa romana di Catullo.
Una serie di viuzze, con i negozi tipici e le antiche abitazioni legate le une alle altre, attraversano piazzette e angoli caratteristici, con sosta alla chiesa della Madonna della Neve o alle Terme.
Sirmione è Catullo, il grande poeta romano. La via centrale, una via che sembra davvero una passeggiata nel verde di un mondo in miniatura, prende il suo nome. La si percorre facilmente, con armonioso passo, tra gli uliveti degradanti sul pendio, fino alle Grotte di Catullo. Sono i resti di una maestosa villa romana affacciata direttamente sul promontorio a picco sul lago. La cima della penisola.
Lungo Via Catullo c’è la possibilità di salire alla chiesina solitaria di San Pietro in Mavino, un eremo di epoca romana, dove si può ammirare la Campana dei Caduti. Tutto è talmente concentrato e morbidamente avvinto, che c’è tempo anche per sedersi su una delle tante pachine nei vari parchi e zone boschive con giardini in stile liberty. Comodi sentieri e stradine permettono di deviare facilmente il percorso.
La gente, sempre numerosa e variegata, va su e giù, come spinta da un vento leggero, ma non caotico. La quiete è la parola d’ordine, il cicaleccio è smorzato. Tutti osservano, additano, fotografano. Sanno cosa cercare e cosa vedere. Sono lì apposta.
Eppure nessuno dà uno sguardo se non di superficiale occhiata, senza neppure leggere, ad una piccola targa posta su una murata sul lato sinistro di Via Catullo che conduce alle Grotte. Una targa muschiata, macchiata di verde, non appariscente.
“In questa villa, negli Anni Cinquanta, soggiornò accanto al marito Giovanni Battista Meneghini, Maria Callas
New York 2.12.1923 Parigi 16.9.1977″
Si alzano gli occhi e appare la facciata liscia e senza fronzoli di una superba villa con torretta, di color giallo. Un dono d’amore del marito, arredata personalmente da Maria Callas in ogni lussuoso dettaglio. La Divina qui ha vissuto sette anni, qui ha intonato i suoi canti con voce da usignolo, qui ha guardato le acque del lago cambiare colore. Qui ha scelto di amare un uomo controverso e più grande di lei di 17 anni, l’armatore greco Aristotele Onassis, qui ha detto addio al marito Giovanni Battista Meneghini. Qui ha pianto. Ma nessuno lo sa. Eppure ci si commuove davanti a quel silenzio. Una Memoria.
La gente continua a transitare, nessuno degna di un’occhiata quella targa riservata e quasi timida. Dirimpetto si apre un dolce parco, intitolato Maria Callas. Si passeggia, ci si riposa. Senza saperlo siamo dentro la Storia. Maria Callas è anche Italia.
Sul sito Eventi Lago di Garda.it, viene raccontata la storia di Villa Callas a Sirmione, in un testo firmato F.Roman:
“La bella villa giallo limone che fa capolino tra il verde scuro degli alberi secolari di via Catullo, nel cuore della penisola sirmionese, è stata per anni la residenza estiva dell’imprenditore veronese Giovan Battista Meneghini, ma è nota per aver ospitato sua moglie, la stella della lirica Maria Callas. Le cronache del tempo riferiscono che la villa, un immobile di tre piani, ventun locali disposti in 780 mq che furono arredati personalmente dalla Callas, sia costato a Meneghini sessanta milioni di lire. La «divina» arrivò a Sirmione per la prima volta nel 1952 e si dice che amasse molto quei soggiorni, lontani dalle luci della ribalta. Tuttavia, sette anni dopo, la villa, da meta di svago, diventò il palcoscenico di uno straziante addio. Innamoratasi dell’armatore greco Aristotele Onassis, la Callas andò con lui a Sirmione, per parlare con Meneghini. Una cena silenziosa, seguita da una furente litigata e da una tragica separazione. Villa Meneghini-Callas fu venduta dal «commendatore» qualche anno dopo e smembrata in una serie di appartamenti privati. F. Roman”
Quando tornerete a Sirmione, fermatevi un istante davanti a quella targa. Sentirete ancora la sua voce che piange sulle note di Violetta o della Turandot. Inconsolabile. Immutabile.
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