La ragazza italiana patrona universale dei migranti

La ragazza italiana patrona universale dei migranti

francesca_cabrini

Ogni paese, di ogni tempo e di ogni cultura, ha avuto i suoi migranti. Dagli albori dell’umanità l’uomo ha deciso di spostarsi, di cercare nuove strade, nuovi approdi, nuove rinascite. Per desiderio di scoprire, per fuggire dalla morte, per riprendere a vivere, per trovare la libertà, per sopravvivere, per amare, per fede…

Migranti

Le motivazioni sono universali. L’Italia ha avuto i suoi emigranti fin da prima che si chiamasse Italia. Basti anche solo pensare alla giovanissima Anita non ancora Garibaldi, la prima emigrante famosa che ha attraversato il profondo e immenso Oceano, per giungere dall’altra parte del mondo. E morirci a soli 28 anni. Senza casa (morì in un letto sconosciuto), né vestiti suoi (indossava un paio di bragoni da uomo e un camicione prestatole da qualche patriota), senza i suoi affetti vicino (ebbe solo Garibaldi accanto, ma anche lui dovette lasciarla in fretta per scappare, visto che ben 5 eserciti lo inseguivano per catturarlo vivo o morto), con solo l’ultimo dei suoi bambini, non ancora nato, per sempre avvinto al suo cuore.

“UNA TRA I MILLE, ANITA” la decima pubblicazione di Aurora Cantini

Di storie ce ne sarebbero centinaia e centinaia da raccontare… Mi soffermo sugli emigranti con la valigia di cartone chiusa con lo spago. Da nord a sud, da est a ovest, tutte le nostre regioni italiane hanno avuto i loro emigranti, tutti nella stessa situazione, cambiava solo il dialetto, ma le frontiere si presentavano sempre ostili, chiuse, austere. Svizzera, Francia, Germania… America.

Emigranti italiani dell’Ottocento

Eppure pochi sanno che nel 1850 nacque una bambina a Sant’Angelo Lodigiano, in Lombardia, destinata a diventare la Patrona Universale degli Emigranti. Una ragazza italiana.

Si chiamava Francesca Cabrini. Era una suorina, di quelle che sembrano volare via con la prima folata di vento, tanto era magrolina ed esile. Ma aveva un carattere di ferro. La prima femminista non femminista della Storia. Non c’è da stupirsi se è stata la prima cittadina americana a essere dichiarata Santa. Attraversò quell’Oceano oscuro e senza fine ben 24 volte. Il suo scopo? Dare dignità agli emigranti italiani che, appena giunti a New York e anche dopo, venivano trattati come animali e vivevano in condizioni di estrema miseria. Ma perchè proprio lei, Francesca?

La fanciulla, ultima di 12 figli, sentì fin da piccina la vocazione religiosa e prese i voti, studiando anche da maestra. Grazie al suo carisma intraprendente e assolutamente fuori dall’ordinario che la guidò a imparare tutti i mestieri possibili, da quello di muratore a quello di falegname, passando per la musica e il disegno o il ricamo, ricevette dal Vescovo di Piacenza l’incarico di recarsi negli Stati Uniti per dare conforto, coraggio e forza agli emigranti italiani. L’emigrazione italiana era sempre più diffusa e stava portando con sè una grave emergenza sociale.

Francesca Cabrini Protettrice dei Migranti

Abbandonati dal governo americano, sopraffatti dalla chiusura da parte della radicata chiesa di origine irlandese, considerati criminali, sporchi e ignoranti, gli emigranti italiani si trascinavano in una vita di stenti ai margini della sociatà.

Francesca Cabrini giunse a New York il 31 marzo 1889 con sei giovani suore. Trovò un muro quasi invalicabile, ma non si perse d’animo. Iniziò a cercare aiuti, sostegno, appoggi. La prima fu una giovane americana, Mary Isabel Reid Jennings, Contessa di Cesnola, moglie del conte italiano Luigi Palma di Cesnola, Direttore del Metropolitan Museum. Un seme dopo l’altro, un passo dopo l’altro. Creò una scuola dove gli italiani potessero imparare l’inglese senza perdere la propria identità, fondò un orfanotrofio per tutti quei bambini che avevano perso i genitori lungo la traversata o per le epidemie.

A poco a poco la sua opera si diffuse  a macchia d’olio, Chicago, Seattle e poi fuori dagli Stati Uniti. Valicò le Ande a dorso d’asino, conobbe tribù fino ad allora sconosciute, discese nelle miniere, percorse le piantagioni, costruì chiese e chiesette, sanatori, convitti, case di riposo, attivò laboratori professionali, ma soprattutto fondò ospedali, piccoli e grandi. Il primo e più famoso fu il Columbus Hospital, fondato a New York il 17 ottobre 1892.

New York, by Oscar Carrara

Erano trascorsi solo 3 anni dal suo sbarco al porto di New York. Ma sembrava passato un intero mondo. Francesca morì a 67 anni, il 22 dicembre 1917, nell’Ospedale dei Migranti di Chicago, da lei fatto costruire, mentre era in viaggio per visitare le sue varie Fondazioni.

Nel 1950 fu proclamata da Papa Pio XII Patrona Universale dei Migranti. Madre Teresa di Calcutta trent’anni dopo disse: “Vorrei fare per gli Indiani quello che Francesca Cabrini fece per gli Italiani!”