La misteriosa statuetta di San Rocchino a Valgoglio
Vi è una vallata nascosta che reca segni antichi di devozione quasi magica. Siamo a Valgoglio, in Valle Seriana, località Bonaldi-Bortolotti. Qui ogni anno si celebra un piccolo misterioso miracolo.
È una contrada secolare, dalla storia remota, sembra cingere in un abbraccio silenzioso il suo piccolo santuario. Una chiesetta tra le fronde, sul limitare del bosco, appare silenziosa e raccolta. Accanto gorgoglia un ruscello, che scorre tra le felci umide e il muschio. L’acqua che scroscia è incanalata in una piccola fonte, e una panchina vicino invita al riposo e alla quiete. Un’acqua benedetta. Veglia sul piccolo torrente una statuetta molto piccola e antica. Rappresenta San Rocco, sì, proprio il santo protettore contro le epidemie. Invocato per calamità mortali come la peste, è venerato il 16 agosto. Questa statuetta che rappresenta San Rocco, è talmente piccola e dimessa, che da sempre è definita la statua di San Rocchino.
Viene ogni anno portata in processione lungo i sentieri della borgata, fino al limitare del bosco fondo, e ancora per molti tratti, sconosciuto. Processioni secolari, mistiche, nei campi remoti.
L’acqua dell’antica fonte si ritiene miracolosa. Da tempi immemori gli abitanti della zona, ma non solo, la raccolgono per portarla a casa. La chiesetta conserva stupendi affreschi del Cinquecento, tra i quali una Madonna del Latte. Secoli fa, a causa di una frana che si staccò dalla valle dell’Orso, la chiesetta crollò. Si salvò solo la statuetta di San Rocchino,, come appoggiata sopra il cumulo di macerie. Un mistero. Per proteggerla venne spostata dal parroco nella chiesa parrocchiale di Valgoglio. Ma durante la notte la statuetta sparì e venne ritrovata al solito posto, sopra macerie della chiesetta distrutta. Il fatto si ripeté alcune volte. La statuetta spariva e misteriosamente veniva ritrovata sopra la frana della chiesetta. Finché il parroco decise di chiuderla in un armadio con un grosso chiavistello. Ma il mattino seguente l’armadio era vuoto. Il parroco, trafelato e anche impaurito, corse sul luogo della chiesa distrutta. Eccola. La statuetta si ergeva solenne sul pietrame abbandonato.
Gli abitanti lo interpretarono come un desiderio del Santo, quello di poter ritornare là nella piccola chiesetta tra le montagne. Il piccolo edificio venne ricostruito con l’aiuto di tutti i paesani e in solenne processione la statua venne ufficialmente riportata “a casa”. San Rocchino, una piccola storia di fede , nel silenzio di una valle martoriata dall’epidemia ma non vinta. Tenace. Fiera. Scorre perenne la forza della laboriosità bergamasca. Come l’acqua del torrente della Valle dell’Orso. Una valle nascosta e il suo antico e prezioso mistero.