La Campana di Rovereto e i suoi cento rintocchi per i Caduti

La Campana di Rovereto e i suoi cento rintocchi per i Caduti

La Campana di Rovereto, foto di Aurora Cantini

Nel Centenario dalla Grande Guerra uno dei suoi simboli più toccanti e quasi struggenti è il battito dei  cento rintocchi che ogni sera, sul Colle Miravalle sopra la città di Rovereto, in Trentino Alto Adige, si propagano da una possente campana, che si erge maestosa e isolata su un ampio pianoro lastricato e adornato dalle bandiere dei popoli, visibile a distanza lungo la vallata del fiume Sarca. Alcuni visitatori dicono che il suono della campana è stato creato a rievocare il colpo cupo, fondo e terrificante, dei cannoni quando sparavano dalle alture.

È la Campana più grande del mondo che suoni a distesa, tre metri e mezzo di ampiezza per altrettanti in altezza. Un simbolo unico in bronzo fuso con i cannoni degli eserciti partecipanti alla Prima guerra Mondiale. Davanti alla Campana, retta da due enormi colonne, è stata posta una conca, che in occasioni speciali e ricorrenze o visite di autorità, viene riempita di acqua e resa ancora più suggestiva con numerosi lumini accesi che le fanno da contorno. I lumini rappresentano le anime dei soldati Caduti Cento anni fa.

La Campana dei Caduti a Rovereto e la conca di acqua illuminata

 

Campana di Rovereto vista dalle gradinate, con la polla d’acqua che viene riempita e illuminata nelle grandi occasioni, foto di Aurora Cantini

Come si legge sul sito di VisitRovereto: “…Nata da un’idea di don Antonio Rossaro, che voleva creare una memoria collettiva della guerra che fu una strage di giovani mandati al massacro, la Campana dei Caduti di Rovereto venne fusa a Trento nel 1924 con il bronzo dei cannoni delle nazioni partecipanti alla Prima guerra mondiale. Battezzata con il nome di Maria Dolens, fu collocata sul torrione Malipiero del Castello di Rovereto. La Campana, rifusa a Verona nel 1939 tornò a Rovereto esattamente un anno dopo. Nel 1960, in seguito ad una grave e irreparabile incrinatura, smise di suonare. Perciò Maria Dolens venne rifusa presso le Fonderie Capanni a Castelnovo Né Monti (Reggio Emilia). L’attuale bronzo, benedetto da Papa Paolo VI, venne collocato sul Colle di Miravalle il 4 novembre 1965. Da lassù domina tuttora la città di Rovereto.

Il Viale delle Bandiere che conduce alla Campana dei Caduti, foto di Aurora Cantini

Nella zona museale si trova una mostra fotografica permanente e un breve video sulla storia della Campana dei Caduti. Con una piacevole passeggiata nel bosco, dal colle di Miravalle si può raggiungere il Sacrario Monumentale di Castel Dante, che conserva le spoglie di ventimila soldati.” (fonte VisitTrentino.it)

Dal sito della Fondazione Opera Campana si legge: “È la più grande Campana del mondo che suoni a distesa: alta 3,36 metri, ha un diametro di 3,21. Pesa 226,39 quintali, cui vanno aggiunti il battaglio (6q) e il ceppo (103q). Lo scultore Stefano Zuech ha realizzato le scene allegoriche relative alla guerra e alla celebrazione dei caduti che la fasciano.

Ogni sera, da oltre novant’anni, la Campana fa udire i suoi rintocchi. Vuole ricordare i Caduti di tutte le guerre, senza distinzioni di fede o di nazionalità, e per inviare il monito ai viventi: “Non più la guerra”.”

Vista sull’Altopiano di Rovereto e il fiume Sarca, con a sinistra il Sacrario dei Caduti di Castel Dante, foto di Aurora Cantini

Quando io (Aurora) mi sono ritrovata sotto l’imponente e possente battacchio, la Memoria e il ricordo sono andati ancora una volta ai miei prozii, i cinque fratelli Carrara, Combattenti e Caduti nella Grande Guerra.  Un’esperienza che va vissuta almeno una volta. Una solenne Memoria va ai nostri ragazzi di Cento anni fa che su queste montagne hanno visto spegnersi sogni e desideri, immolati come agnelli innocenti.
Non ho provato tristezza, io che ho avuto 5 prozii sacrificati nella Grande Guerra. Bensì dolce commozione, quasi che loro da lassù, tutti quei giovani soldati, vegliassero su di me, su noi tutti, sull’intera Umanità e ci benedicessero. Sembravano accarezzarci al suono della possente ed enorme campana, che, ogni sera, batte i suoi rintocchi per loro, quasi a dire che non verranno dimenticati. Ci sarà sempre qualcuno che li ricorderà. Io sarò sicuramente tra quelli.

Foto sui pannelli della Mostra “Il mondo alla Campana”: le Madrine, le mamme e le spose dei Caduti
Il primo matrimonio sotto la Campana di Rovereto, 28 aprile 1929

IL SACRARIO MONUMENTALE DI CASTEL DANTE

 

Il Sacrario Monumentale di Castel Dante Rovereto
Salendo al Sacrario Monumentale di Castel Dante Rovereto
Interno del Sacrario Monumentale di Castel Dante Rovereto
Vista su Rovereto dal Sacrario Monumentale di Castel Dante Rovereto, uno dei cannoni ancora posti lassù.
Vista su Rovereto, dal Sacrario Monumentale di Castel Dante Rovereto