Il Tenore Monsignor Federico Gambarelli, ad Albino l’avventurosa vita del celebre cantante lirico

Albino Locandina Tenore Gambarellli

Ad Albino il tenore

Monsignor Federico Gambarelli,

l’avventurosa vita del celebre cantante lirico,

24 ottobre 2014

Articolo su L'Eco di Bergamo per il Tenore Mons. Federico Gambarelli
Articolo su L’Eco di Bergamo per il Tenore Mons. Federico Gambarelli

LA SERATA AD ALBINO

Federico Gambarelli, la voce dimenticata

Albino Locandina Tenore Gambarellli
Albino Locandina Tenore Gambarellli
Giornate della Storia e dell'Arte 2014, Albino e il Tenore Mons Federico Gambarelli
Giornate della Storia e dell’Arte 2014, Albino e il Tenore Mons Federico Gambarelli

DOCUMENTO DAGLI ARCHIVI

LA PAGINA A CURA DI MARIO PEZZOTTA

La pagina dedicata dal Tenore Mons Federico Gambarelli a cura di Mario Pezzotta, 1971

Trascrizione delle parti più salienti della pagina a cura di Mario Pezzotta

“Il tenore Federico Gambarelli, nato da Albino nell’anno 1858, e Monsignor Federico Gambarelli che ad Albino piamente morì nel 1922 sono la stessa persona. Il cantante e il sacerdote, l’artista e il Monsignore non convissero mai pacificamente: ma alla fine fu il prete a prevalere, fu il sentimento religioso ad avere ragione di un carattere ribelle e scontroso.

La vita di Federico Gambarelli fu, a dir poco, romanzesca. È un personaggio interessantissimo, forse troppo presto dimenticato.

Solo i più anziani oggi (nota: nel 1971) ne ricordano la figura caratteristica e le incredibili avventure, assieme agli strepitosi successi della sua carriera di cantante lirico, conteso, ai suoi tempi, dai maggiori teatri di tutto il mondo. Albino gli ha dedicato un tratto di strada “Vicolo Gambarelli” dove è ancora oggi aperta al pubblico la chiesa dedicata alla Madonna di Guadalupe, fatta costruire dal celebre tenore, ad adempimento di un voto.

Purtroppo di lui non è rimasto, a documentarne il valore, nulla di probante che consenta indicativi raffronti: il disco fonografico inventato nel 1870 non era ancora diffuso in Italia quando Federico mandava in delirio le folle.

Il suo concittadino avv. Davide Cugini ha tracciato di Federico Gambarelli –che egli conobbe personalmente- una efficace sintesi biografica frutto in parte di ricordi personali e di esperienza diretta, e in parte di attento studio su documenti di prima mano. È un saggio che riteniamo degno di essere ampliato e pubblicato, anche perché, nel rispetto scrupoloso della verità obiettiva, l’avv. Cugini ci presenta la figura di Gambarelli nei suoi aspetti umani, nella sua personalità complessa, diremmo contorta, ricca di esplosioni e di ribellioni, talora chiusa in permalosa grettezza, tal’altra capace di magnanimi gesti, fuori dalla leggenda, ma anche sfrondata dalle malevoli calunnie dei suoi contemporanei.

Era nato da una famiglia povera e numerosa. Suo padre faceva il macellaio. Ancora bambino fu avviato ad un mestiere e affidato ad un calzolaio di Albino. Federico rivelò ben presto quello spirito religioso, che si manifestava in una forma di misticismo sui generis, che non l’abbandonò mai e che gli farà riprendere, dopo quindici anni di fulgida carriera artistica, la strada del sacerdozio.

Pare che negli studi al Seminario dove il padre accettò di mandarlo, si facesse valere; ma è certo che fu la sua voce a ottenere maggiori successi. La sua voce si staccava, squillante, dai cori. Il “chierichetto dall’ugola d’oro” fu mandato a Roma nella Schola Cantorum della Cappella Sistina.

Si seppe che il seminarista Gambarelli aveva accettato di cantare fuori dall’Istituto. Fu uno scandalo enorme! Si può ben immaginare, in tempi come quelli…. Fu chiamato dal Rettore indignato e “licenziato” su due piedi. Forse sarebbe bastato che lo sconsiderato “pretino” avesse chiesto scusa, che avesse spiegato la sua buona fede. Ma non era proprio il tipo. Per lui era un sopruso e basta. Gettò, come si suol dire, la tonaca alle ortiche, ma non tornò, come gli era stato imposto, a Bergamo. No. Rimase a Roma dove già era corsa la fama delle sue doti vocali. Il celebre maestro Palmieri lo prese sotto la sua protezione e gli fu facile educare e valorizzare la bellissima voce del giovane bergamasco, che debuttò nel 1882.

Fu l’inizio di una strepitosa carriera. Va ricordato che in quegli anni fiorivano artisti lirica di alto valore. Non era facile emergere. Invece il Gambarelli sfondò con forza e in breve divenne celeberrimo. Ancora nel pieno della carriera, famoso ormai e richiestissimo, quando tutte le porte gli si aprivano, quando gli venivano elogi da ogni parte e onori regali, Federico Gambarelli decise improvvisamente: “Mi faccio prete!”

Fu una decisione che, specie nel Bergamasco, fece scalpore. Nel mondo teatrale sollevò una ridda di congetture, se ne dissero di tutti i colori, si raccontarono incredibili panzane, nel tentativo di trovare una causa, una spiegazione accettabile alla rinuncia del famoso Tenore. Ma Gambarelli fu irremovibile.

Cantava però nelle chiese, alle funzioni liturgiche: era il suo modo più naturale di rendere gloria al Signore. Ma cantava così bene e così forte, che molti accorrevano in chiesa più per sentire le sue esibizioni che non per pregare. Facile prevedere che le cosa non sarebbe garbata a lungo alle Autorità Ecclesiastiche, giunsero reclami e Papa Pio X gli proibì gli “a solo” nei canti in chiesa. Don Gambarelli, protestò,  imprecò ma ubbidì.

La fama di originale fu dal Gambarelli ampiamente meritata. Originale anche da Monsignore.

 Nella chiesa-santuario di Albino egli collocava i cimeli di quella che era stata la sua avventurosa vita di cantante, costumi dei suoi personaggi, armature, collane, gioielli, pupazzi rivestiti degli abiti sontuosi, l’elmo di Radames, il giustacuore di Otello, la corazza di Manrico, l’armatura completa del prode Tancredi. E le maschere! Di ogni gusto e bizzarria. Lo sfoggio più clamoroso di questi personaggi avveniva nella Settimana Santa. Come è facile immaginare gli episodi curiosi, umoristici o drammatici nella vita del Gambarelli non potevano mancare, ma forse riprenderli ora potrebbe alterare, anziché mettere a fuoco, la figura di quest’uomo che fu ammiratissimo come artista, e come Sacerdote sostanzialmente onesto, probo e pio”.

(Pagina a cura di Mario Pezzotta)

FOTOGALLERY DELL’EVENTO

Amadio Bertocchi, Franca Mismetti e Aurora Cantini
Serata Tenore Gambarelli ad Albino: Amadio Bertocchi, Franca Mismetti e Aurora Cantini
Luigi Gandossi ne "Ol gran Tenur"
Omaggio al Tenore Federico Gambarelli ad Albino: Luigi Gandossi ne “Ol gran Tenur”
Gianfranco Gambarelli, Laura Pesenti, Maurizio Stefanìa, Aurora Cantini, Luigi Gandossi, Franca Mismetti
Serata Tenore Federico Gambarelli ad Albino: Gianfranco Gambarelli, Laura Pesenti, Maurizio Stefanìa, Aurora Cantini, Luigi Gandossi, Franca Mismetti
Gianfranco Gambarelli, Laura Pesenti, Maurizio Stefanìa, Aurora Cantini, Luigi Gandossi, Franca Mismetti
Omaggio al Tenore Federico Gambarelli ad Albino: Gianfranco Gambarelli, Laura Pesenti, Maurizio Stefanìa, Aurora Cantini, Luigi Gandossi, Franca Mismetti

I COMMENTI DI CHI C’ERA

Angela Rota, Pradalunga:

“Io e mio marito ringraziamo di cuore per la splendida e indimenticabile serata !!!! E’ stato veramente un piacere scoprire nel Gambarelli una personalità così affascinante e poliedrica e risulta difficile credere nelle sue origini così semplici e umili. Complimenti per l’ottima e avvincente narrazione che ci ha accompagnato lungo tutta la serata, ricca , ben costruita e documentatissima. Incontri come quello di ieri sera sono motivo d’orgoglio per le nostre comunità e la tua grande professionalità e preparazione un infinito regalo per tutti noi.”

ARCHIVIO

 L’EVENTO A NEMBRO

5 giugno 2014

Una serata per il Tenore bergamasco Monsignor Federico Gambarelli