Cento anni dalla Grande Guerra, quando le montagne non furono più le stesse

I GHIACCIAI del Bernina

Cento anni dalla Grande Guerra,
quando le montagne non furono più le stesse
nel libro di Enrico Camanni
(Editori Laterza, 2014)

Il fuoco e il gelo
Il fuoco e il gelo

Come figlia di un alpino, nipote di alpini, e soprattutto pronipote di 5 Combattenti e Caduti nella Grande Guerra, i fratelli Carrara di Amora Bassa di Aviatico, il Centenario dall’inizio della Prima Guerra Mondiale mi coinvolge emotivamente e con profonda commozione. Ci sono articoli e storie dimenticate che in questi mesi ritrovano la luce e il ricordo. Ci sono immagini di Sacrari pressoché sconosciuti e cippi irraggiungibili, vette e rocce impervie che, grazie alle tante iniziative individuali di uomini coraggiosi, svettano sfolgoranti nella loro potente evocazione.
E ci sono libri che aprono porte di dolore e come frecce colpiscono al cuore di noi abitanti degli Anni Duemila. Tra essi ce n’è uno che mi ha soggiogato e catturato con disarmante forza: “Il fuoco e il gelo”, uno dei tanti libri scritti da Enrico Camanni, giornalista e storico dell’alpinismo.
Ho scoperto questo volume di oltre 200 pagine attraverso la rivista mensile che arriva in casa “L’Alpino” redatta dalla Redazione dell’ANA.
Per descriverlo vorrei usare la parole del giornalista Beppe Dematteis nella sua Recensione, perché evocano esse stesse momenti di forte impatto per l’anima, indimenticabili.

I GHIACCIAI del Bernina
I GHIACCIAI del Bernina e dello Scerscen

LA RECENSIONE DI BEPPE DEMATTEIS

Il fuoco e il gelo, sulla rivista L'Alpino
Il fuoco e il gelo, sulla rivista L’Alpino

“Alla fine della Grande Guerra quelli che tornarono non erano più gli stessi, né lo erano le famiglie dei molti che non erano tornati. Quando la guerra finì anche le montagne non erano più quelle di prima, perché il conflitto non solo devastò i luoghi, ma modificò la nostra immagine della montagna. Sia di quelle del conflitto, un “altare” da onorare e meta di pellegrinaggi, sia la montagna in genere. Questa svolta viene raccontata facendo interagire le storie delle persone con i paesaggi e i luoghi in cui si sono svolte, lungo le centinaia di chilometri del fronte alpino. Luoghi dove ancora oggi si percepisce la presenza di un dramma sospeso, come se cent’anni non fossero bastati a cancellarlo. Nel libro la montagna con le sue asprezze “assassine” e il suo incanto è la protagonista. Per chi presidiava le vette al di sopra dei 3000 metri, vedere “l’alba del nuovo giorno era già una vittoria”. Ma c’era anche chi rompeva la monotonia della guerra di posizione aprendo nuove vie di roccia e di ghiaccio, sovente sotto il piombo nemico.

Ricca è la galleria di eroi di questa epopea: dagli ufficiali di buona famiglia (come Arnaldo Berti o il suo omologo Kaiserjager Felix Hecht) ai soldati semplici semi-illetterati come Giacomo Perico o Stefano Equestri che “poteva solo obbedire cercando di stare vivo se gli riusciva”. Per arrivare a figure incredibili come quella di Francesco Laich, di Rovereto, “il musicista che non doveva andare in guerra” ma che suonò il violino e il sassofono sul Pasubio. E molti altri ancora, compresi i più noti Cesare Battisti, Damiano Chiesa ed Emilio Lassu. Alcuni di questi combattenti rimasero sui monti, talvolta insepolti. Altri tornarono a casa e l’ultimo capitolo racconta il dopo di questi sopravvissuti. (Beppe Dematteis)

Bernina, RUSCELLI CHE SCENDONO DAI GHIACCAI DA ATTRAVERSARE
Vallone dello Scerscen, RUSCELLI CHE SCENDONO DAI GHIACCAI DA ATTRAVERSARE

LA SCHEDA DEL LIBRO SUL PORTALE DEGLI EDITORI LATERZA

Il fuoco e il gelo

“In tre anni tragici ci si è ammazzati per pezzi di roccia così inabitabili che le valanghe si portavano via i vincitori” (En.Cam.)

IL LAGO GLACIALE SOTTO IL RIFUGIO MARINELLI
IL LAGO GLACIALE SOTTO IL RIFUGIO MARINELLI, Scerscen

LA GRANDE GUERRA STRAGE IMMENSA

L’intervista all’autore de “Il fuoco e il gelo”

dal sito web Navecorsara.it

“Impostando il mio lavoro, ho pensato che per sfuggire alla retorica era necessario recuperare le parole dei protagonisti, le lettere dei soldati, i loro diari, che pur nella disomogeneità e nell’imperfezione, o proprio per quella, restano puri appunti di gioventù e quaderni di speranza”

(En.Cam.)

cornicciolo presena - appostamento austriaco
cornicciolo presena – appostamento austriaco

ENRICO CAMANNI, CHI È

http://www.enricocamanni.it/

Nato nel 1957 a Torino, è un alpinista molto attivo sulle Alpi, dove ha aperto una decina di vie nuove e ripetuto circa cinquecento itinerari di roccia e ghiaccio. Ha diretto varie testate di cultura alpina, scrivendo articoli, commenti, saggi, introduzioni sulla storia dell’alpinismo, l’ambiente e le tematiche alpine, collaborando con numerosi giornali quotidiani e periodici tra cui “Airone”, “Il Sole 24 ore”, “La Stampa”, “L’Unità”, “Meridiani”, “Specchio”, “L’Indice”,”Giornale dell’Architettura”. Si è contemporaneamente dedicato alla narrativa, pubblicando cinque romanzi ambientati in diversi periodi storici.