In occasione della Giornata della memoria 2016, l’antico e imponente palazzo chiamato “Sciesopoli” a Selvino, Orobie bergamasche, ha riaperto i suoi cancelli. Un’emozione unica e indescrivibile poter entrare, anche solo per una volta, nel cuore della storia, là, dove 800 bambini ebrei orfani, scampati allo sterminio dei campi di concentramento, sopravvissuti al genocidio delle loro famiglie, nascosti nelle foreste, nei villaggi, nelle caverne e nelle cascine, raccolti dai comitati di liberazione, ritrovarono la libertà e il sorriso. Rimasero a Selvino tre anni, dal 1945 al 1948, per ricostruire pezzo per pezzo, pagina per pagina, lacrima dopo lacrima, la propria anima e il proprio respiro. Oggi Sciesopoli è silenziosa e dormiente, ma non sola, ma non assente.
Palpita dell’ardore mai venuto meno di chi non dimentica, di chi ancora e sempre ricorda e ha memoria. Tanti visitatori davanti alle sue finetre vuote, alle sue porte scheggiate, ai suoi muri sbrecciati. Tanti davanti al binario di quindici metri simbolo del non ritorno posizionato nel cortile dove un tempo giocavano i bambini, tanti in silenzio raccolto e rispettoso davanti alle catene di bianchi palloncini svettanti al cielo che simboleggiano le anime di chi dai campi di sterminio non tornò più.
IL BINARIO DEL NON RITORNO
E accanto al binario un albero secolare intagliato e abbattuto rappresenta il corpo dell’uomo morente, il nuovo Cristo immolato nell’innocenza.
Come innocenti e sinceri sono gli sguardi degli oltre 300 ragazzi delle classi terze delle Scuole Secondarie di primo grado di Nembro, Albino e Selvino, che sabato 23 gennaio, insieme ai loro insegnanti, ai dirigenti scolastici, agli Assessorri e ai Sindaci, hanno percorso a piedi il tragitto dalla piazza del paese fino al Palazzo di Sciesopoli per rendere memoria ai loro coetanei di 70 anni fa, quelli sopravvissuti e quelli che morirono lontano da mamma e papà, lontano dalla prorpia casa, dalla propria infanzia. Hanno intonato canzoni indimenticabili come “Auschwitz” di Francesco Guccini e la canzone ebraica «Gam Gam» per unire sotto lo stesso cuore e lo stesso sangue l’umanità intera. Come dice Bernardino Pasinelli, archivista e curatore dei documenti su Sciesopoli “non esistono razze, dentro di noi abbiamo lo stesso cuore che pulsa, lo stesso sangue rosso, la stella pelle rosa, lo stesso respiro trasparente, lo stesso dolore e la stessa gioia” All’ingresso di Sciesopoli è stata inaugurata l’installazione «Relitti», ideata dall’artista bergamasco Ivano Parolini. L’iniziativa è stata organizzata dall’assessorato Turismo e Cultura del Comune di Selvino. Ai ragazzi e agli adutli presenti è stata poi donata una brochure con riprodotta la copia della poesia “Anniversario Sciesopoli” scritta da Aurora Cantini in dedica agli ex bambini di Selvino, ritornati alla Sciesopoli dopo 70 anni nel settembre 2015, e letta anche alla platea degli studenti presso la Sala Congressi del Municipio di Selvino. Alla giornata ha preso parte anche Marco Cavallarin, promotore della petizione per salvare Sciesopoli. Sciesopoli sarà aperta fino al 27 gennaio compreso, dalle 10.30 alle 16.30. Entrando in Sciesopoli si aprono i cancelli della Memoria…
SCIESOPOLI
Reportage fotografico a cura di Oscar Carrara, visitatore a Sciesopoli domenica 24 gennaio 2016, per gentile concessione
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Tema SeamlessCooking Flavor, sviluppato da Altervista