Due autrici di Bergamo alla conquista di Crema

Due autrici di Bergamo alla conquista di Crema

Locandina a Crema

Un’amicizia nata tra  le varie premiazioni di concorsi letterari nazionali, un legame e una affinità di sentimenti e ideali che fin da subito che creato una sorta di gemellaggio spirituale e creativo, seppur provenienti da mondi quasi agli antipodi. Irma Kurti, poetessa e scrittrice albanese trapiantata a Bergamo da undici anni, e Aurora Cantini, poetessa e scrittrice della Valle Seriana, “montagnina” doc, hanno creato un percoso che dà voce alla femminilità poetica, in tutte le sue declinazioni. Varie collaborazioni, conferenze e presentazioni a due in parecchi paesi della provincia di Bergamo.

Aurora Cantini e Irma Kurti a Crema, con la centro la moderatrice signora Mariangela

E poi, ecco, la trasferta in terra di Crema. Quasi un traguardo raggiunto. Voci di donne in poesia e narrativa. A Crema, nella antichissima biblioteca, situata nel centro storico della città, Irma Kurti ha presentato il suo ultimo libro di poesie “Le pantofole della solitudine”. Aurora Cantini ha raccontato la “sua Anita Garibaldi, e le donne della montagna che lavoravano in filanda, legate alla moglie di Garibaldi. Un legame profondo e ancestrale, dato che l’autrice bergamasca è discendente di due dei 18 garibaldini di Aviatico che seguirono l’Eroe dei due mondi nelle sue campagne per l’Unità d’Italia.

LE PANTOFOLE DELLA SOLITUDINE

Le pantofole della solitudine

Le pantofole della solitudine

Delicata e vibrante al tempo stesso, “Le pantofole della solitudine” è una raccolta di poesie che narra dell’animo umano. Di legami impossibili da spezzare, di sentimenti e ricordi che danno forma e senso alle nostre vite. La prima parte del libro, intitolata Il passato è un fantasma, raccoglie una serie di componimenti giocati sul fil rouge della nostalgia. Fra il dolore per il distacco dal paese d’origine e il desiderio di rifugiarsi in un luogo lontano dal caos della quotidianità. La seconda parte, invece, intitolata In debito con l’amore, è un viaggio nelle molteplici sfumature del sentimento che più di tutti sconvolge, in bilico tra gioia e tristezza, fra magia di un istante e lacrime che il tempo non sa asciugare.

Irma Kurti

UNA TRA I MILLE, ANITA

Una tra i Mille, Anita

“UNA TRA I MILLE, ANITA” la decima pubblicazione di Aurora Cantini

Il racconto storico è trattazione ardua. Necessita di fonti adeguate e di un bagaglio culturale amplissimo sulle cornici geografiche e temporali di ciò che si inquadra. Forse è per questo che la narrativa contemporanea vede fiorire la scrittura storica. Se plausibile e ben articolata può offrire al lettore una sensazione profonda di scoperta primigenia.

Riuscire a comunicare in modo toccante le sensazioni è operazione altrettanto complessa, di sicuro per nulla scontata nella raffigurazione di situazioni anche tragiche.

È soprattutto su questo aspetto che insiste il testo di Aurora Cantini, che con delicatezza tratteggia l’intervento timido di una “sguattera di mezza età”, stufa della sua vita misera.

E per nulla orgogliosa del dolore provato. La purezza e la semplicità del pensiero di una donna a cui la vita ha dato solo la vita, è messa a confronto con la complessità dell’esistenza di un’altra donna, Anita Garibaldi. La quale, al contrario, ha avuto amore e l’ha procreato, ha avuto passioni e ha combattuto per esse.

Adalgisa è viva quando viene a sapere che Anita invece è morta.

Il lettore, che conosce i fatti, sa bene che l’eroina esalò l’ultimo respiro prima di compiere ventotto anni, e nel racconto ha gran peso il fatto che la donna era incinta al momento di morire. Proprio qui si segnala la dolcezza della scrittura di Aurora, il suo far  propria l’angoscia della protagonista. Essa rammenta come le sue mani “nodose e gonfie” avessero potuto accarezzare il ventre della rivoluzionaria. Adalgisa si rivolge ad Anita con soggezione, e con soggezione rammenta le sue frasi forti e trepidanti. A commuovere è la distrazione del lettore dall’idea della combattente a cavallo, passaggio che riveste la ribelle stessa, debole e malata, del valore della madre forte e amorevole.

Per aver saputo creare il contorno e il particolare di una scena tragica, trattando con originalità il coraggio estremo e il sacrificio di una donna esemplare nel racconto di una donna sconosciuta e sacrificata sull’altare delle difficoltà quotidiane, la Giuria conferisce ad Aurora Cantini la MENZIONE SPECIALE  per il contenuto storico del racconto “Lo sguardo di Anita”. La Giuria del concorso “Eros Sequi”.

Aurora Cantini

2 Risposte a “Due autrici di Bergamo alla conquista di Crema”

  1. ……….e Crema senz’altro è stata conquistata….
    Buon anno Aurora e che la poesia sia sempre con noi….
    Un abbraccio
    Luciana

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