Da Roberto Baldini scrittore, titolare del blog di letteraturahttp://scrivoleggo.blogspot.it/ecco l’intervista che mi ha proposto dopo l’uscita del mio romanzo “Come briciole sparse sul mondo” (Aletti Editore), sull’attentato alle Torri Gemelle visto con gli occhi di una ragazza bergamasca.
“La luce della piena giornata di maggio entrava a fiotti dalla finestra aperta e illuminava la massa liscia di capelli neri della ragazza china sull’antico scrittoio di legno massello appoggiato al davanzale. Una voce squillante la fece sobbalzare. «Ah, eccoti, Luisella. Ti ho cercato in biblioteca, ma non c’eri.» Poi Iris guardò decisa l’amica. «Ti devo parlare.»
«Che cosa c’è?» buttò lì l’altra riprendendo il lavoro di pulitura del legno.
«Allora, hai presente il concorso della Avon Cosmetics a cui ho partecipato a dicembre? Ebbene ho vinto.»
«Brava.»
«E non ti chiedi che cosa ho vinto? Un viaggio negli Stati Uniti.»
«Sarai contenta, hai sempre desiderato andarci.»
«Non capisci, non sono contenta, per niente!!»
Luisella realizzò finalmente il tono di voce dell’amica e la guardò negli occhi. «Ma Iris, hai partecipato proprio per quello. Perché non sei contenta?»
La ragazza abbassò gli occhi. «Il problema con mia madre non lascia spazio alla fantasia. Dalla Casa Santa Maria di Laxolo mi hanno detto che non ne avrà per molto.»
«Oh, Iris!» Luisella sentì gli occhi riempirsi di lacrime. Conosceva la signora Frida da quando aveva tre anni e insieme a Iris, nel lontano 1971, aveva intrapreso l’avventura alla scuola materna, poco dopo la scomparsa dei suoi genitori, nel gennaio di quello stesso anno. «Perciò ci andrai tu, in America! A settembre!»
«Cooosa?!» Luisella era strabiliata. «Ma che dici?» ribatté ridendo e scuotendo il capo.
«Sì, tu!» Iris la fissò con sguardo pungente e asciutto. «Sto dicendo sul serio.»
Luisella si schiarì la voce. «Io… non so che dire.»
«Non dire niente. Accetta, ti prego.»
(…) Anche ora, nella camera dell’hotel situato poco lontano da Times Square, mentre fissava le mille lucine che sfarfallavano oltre il vetro, le sembrava quasi impossibile credere che solo 24 ore prima era sul suo divano in soggiorno, accanto al camino che mandava gli ultimi bagliori di brace, nella casetta sulle montagne bergamasche dove aveva sempre vissuto fino alla morte della nonna, sette anni prima. Quasi un’altra vita. Per la prima volta era davvero dall’altra parte del mondo.” (Aur Cant)
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