A Valtorta le maschere medievali del mondo contadino di montagna
C’è un paese rannicchiato tra le montagne dell’Alta Valle Brembana, Orobie Bergamasche, dove il mondo contadino rimane aggrappato tenacemente ai vissuti della storia seppur in quest’epoca tecnologica e globale. I personaggi del mondo rurale di montagna di tradizione secolare rivivono per un giorno all’anno. Si muovono tra le pietre e la neve richiamando le storie antiche tra le contrade silenziose e mute.
A Valtorta il Carnevale è il ritorno dell’”Homus Selvaticus” degli antichi riti montanari, un essere umano leggendario presente in molte tradizioni popolari, sugli affreschi delle case e nei libri fin dal Medio Evo. In sostanza si svolge lungo le mulattiere impervie e scoscese, tra i balconi e le lobbie di legno.
Proprio per questo migliaia di turisti accorrono per rimanere soggiogati e avvinti dalle maschere dure e inquietanti dei druidi e degli anziani sapienti, dei demoni armati di forche, degli irsuti minatori e boscaioli. Essi rievocano storie e magie di un tempo in cui le popolazioni pagane soggiogavano questi pendii con le loro quotidiane e suggestive cerimonie arcaiche.
Nel cuore dell’inverno un corteo mascherato percorre le antiche strade sepolte dalla neve, accompagnato da un gruppo di musicisti, al suono dei corni e dei campanacci e contornato dagli spari dei mortaretti. Al centro i personaggi storici del mondo contadino, armati di forconi e “ranze” (le falci) rastrelli e gerle.
Uno spettacolo con musiche itineranti, con soste, canti e balli in ciascuna contrada. I balzi dei furchetì, che saltellano con un lungo bastone a due punte, si accompagnano alle grida roche e cavernose dei figuranti e allo scampanio delle ciòche. Per tutti c’è il buffet casereccio, pane e salame e formaggio duro con buon vino. Il gran finale con una sarabanda che coinvolge tutti gli spettatori intorno al fuoco.
A questo proposito dal sito ValBrembanaweb: “La sfilata mascherata del Carnevale di rito ambrosiano percorre frazioni e sentieri di Valtorta, accompagnata dalle musiche e dai canti di gruppi popolari come Gli Alegher di Dossena. Contemporaneamente in paese si fa festa in attesa del corteo, con vin brulè e dolci per tutti. Per questa giornata davvero speciale per il piccolo paese di Valtorta, che è rimasto un’enclave della Diocesi di Milano con rito ambrosiano, sono organizzate anche visite guidate al Museo storico e alla segheria.
Ovviamente la festa continua fino a sera con il ballo in palestra. Il Carnevale di Valtortada secoli si ispira al mondo fantastico del bosco, di diavoli, fauni, elfi e uomini selvatici che, una volta all’anno si incarnano in misteriosi personaggi dai volti spesso inquietanti. È la mitologia medievale della montagna e del mondo contadino. Per un giorno prende forma concreta. Ecco allora che per le strade sono comparsi magicamente i furchetì, figure demoniache con una forca in mano. Insieme a loro altri personaggi con insolite maschere a cappuccio sormontate da corna, ol diaol e l’homo selvadego. Accanto a loro le figure della famiglia patriarcale rurale di un tempo: la ègia (nonna), il vecio (nonno), la meda (zitella) e ol barba (lo zio celibe)…”
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