A Costa Serina le storie nascoste per la Shoah

A Costa Serina le storie nascoste per la Shoah con Aurora Cantini e i canti della Filodrammatica di Santa Brigida

Aurora Cantini e il suo libro “Un rifugio vicino al cielo” a Costa Serina

Il 28 gennaio a Costa Serina l’amministrazione comunale ha proposto una serata tra musica, poesia, racconti, immagini e storie per narrare il lato quotidiano e umano della Seconda Guerra Mondiale.

Sulla base del libro “Un rifugio vicino al cielo” Aurora Cantini ha raccontato alcune storie nascoste del territorio brembano in tempo di guerra.

UN RIFUGIO VICINO AL CIELO, la storia delle famiglie ebree salvate dagli abitanti di un intero paesino delle Orobie Bergamasche

Aurora Cantini a Costa Serina
La Filodrammatica di Santa Brigida a Costa Serina

La Seconda Guerra Mondiale è stata la guerra che è entrata nella vita della gente. Il maggior numero di morti è stato registrato tra i civili. Una guerra sulla porta di casa, iniziata dopo l’8 settembre 1943.

Al centro ovviamente la tragica odissea della famiglie italiane di religione ebraica, destinate ai campi di concentramento.

Fin dall’emanazione delle Leggi Razziali del 1938 molte famiglie ebraiche, soprattutto quelle con i figli piccoli, hanno cercato salvezza in Svizzera.

Quel muraglione di filo spinato da cui si vedevano le luci di Lugano è diventato il simbolo di quella tragedia. (cit. dal libro “Un rifugio vicino al cielo”)

Tante storie nascoste…

Le montagne bergamasche furono lo spartiacque verso la salvezza in Svizzera. Una rete sotterranea e clandestina che dalla città di Bergamo portava al di là del confine svizzero. Tra le tante figure protagoniste di questa rete di aiuto ci fu  anche don Bepo Vavassori. A Santa Brigida, in alta Valle Brembana, passava la STRADA DELLA LIBERTÀ, che permetteva agli ebrei di cercare salvezza in Svizzera. La strada partiva dal Patronato S.Vincenzo a Bergamo, arrivava alla Casa Vacanze a Santa Brigida e poi giungeva in Svizzera. Don Giuseppe Vavassori, Rettore del Patronato di San Vincenzo, con gli altri preti e persone del posto, aveva organizzato un SENTIERO DELLA SALVEZZA per sottrarre alle leggi Razziali le famiglie di ebrei.

Nella cripta dove riposa il prete martire di Dachau

Memoria di strade e di sentieri percorse dalla nostra gente, divennero Memoria di speranza e di futuro. Gli avvenimenti, i luoghi, le persone che rischiarono la vita per salvare vite umane: don Bepo Vavassori, don Benigni, don Seghezzi – che fu internato nel Lager di Dachau dove si ammalò e morì di polmonite nel maggio 1945 – e altri preti bergamaschi. La “nostra gente”, uomini e donne di montagna, fra cui bambini, che aiutarono famiglie ebree a nascondersi, sfamarsi, fuggire. (cit. dal libro “Il bambino con la valigia rossa”)

IL BAMBINO CON LA VALIGIA ROSSA, il romanzo sull’infanzia abbandonata al Brefotrofio di Bergamo

Tante storie nascoste…

Il giovane studente Giorgio Paglia, di Alzano Lombardo, con la scusa di preparare gli esami universitari del Politecnico di Milano (corso di ingegneria), nel 1941 o 42 aveva preso in affitto una stanza a Lanzo d’Intelvi, paese comasco sul lago di Lugano, al confine con la Svizzera. Nel frattempo era entrato in contatto con gli ambienti antifascisti di Milano e di Como. La giovanissima fidanzatina, Cicci (Maria Lucia Vandone), faceva da tramite tra lui e le famiglie ebree che arrivavano nel paesino lacustre: avanzavano nel buio in mezzo al bosco, poi, a mezzanotte, i genitori salutavano per l’ultima volta i loro bambini, anche di due o tre anni, e li consegnavano al giovane Paglia. Lui se li prendeva in braccio e cominciava a correre più che poteva per attraversare quelle montagne e arrivare in Svizzera, dove, ad aspettarlo, c’erano famiglie pronte ad accogliere i piccini. In tutto più di una trentina. Ma tanti genitori non tornarono mai più a riprendersi i propri bambini.

Anche Giorgio Paglia subì un destino tragico a soli 22 anni. Divenuto partigiano, al comando di una squadra della 53ᵃ Brigata Garibaldi che operava sui monti tra la Valle Seriana e la Val Cavallina, il 17 novembre 1944 venne sorpreso e catturato dai fascisti con la sua squadra nella località Malga Longa. Tutti i giovani vennero fucilati il 21 novembre a Costa Volpino. (cit. dal libro “Un rifugio vicino al cielo”)

Tante storie nascoste…

Il giovane soldato slavo di Monstar (Bosnia Erzegovina) fuggì dal campo di concentramento della Grumellina a Bergamo l’8 settembre 1943, il qualle che venne definita La Grande fuga dal campo, che coinvolse più di 1500 ex prigionieri. Cercavano la strada di casa, sciamando lungo i sentieri delle montagne bergamasche. Spaesati e stanchi, molti di essi trovarono accoglienza presso le case degl iabitanti, dormendo nei solai, o nelle stalle,  prima di riprendere il cammino. Il giovane Elio e il suo commilitone Giovanni approdò nella borgata Passone di Trafficanti,  dove si integrò con la popolazione.

Un malore ne stroncò la vita senza che fosse riuscito a sapere qualcosa della famiglia in patria. Venne sepolto frettolosamente nel cimitero di Trafficanti, nella parte sinistra del cimitero detta “Non benedetta” dove andavano i bambini non battezzati, perché il parroco non volle fare il funerale. Ci misero sopra una croce presa tra quelle gettate in un angolo.

L’amico commilitone, Giovanni, venne portato a Miragolo per nasconderlo e permettergli di tornare a casa. (cit. dal libro “Un rifugio vicino al cielo”)

A Trafficanti la tomba dello sconosciuto soldato slavo

Tante storie nascoste…

L’eccidio di Cornalba è una delle pagine più terribili della Seconda guerra mondiale nel bergamasco. quindici partigiani della Brigata 24 Maggio di Giustizia e Libertà tra il 25 novembre 1944 e il 1 dicembre vennero uccisi dai Repubblichini, che sparavano dal campanile con un mitragliatore. Dieci ragazzi fucilati a Cornalba, il 25 novembre, Altri cinque il primo dicembre sul monte Alben.

Tante storie nascoste…

lA STRAORDINARIA STORIA DI sCIESOPOLI A sELVINO E DEI SUOI BAMBINI CORAGGIOSI SOPRAVVISSUTI ALLA sHOAH.

NEL CUORE DI SCIESOPOLI, il libro

LE PAROLE DELLO STORICO LOCALE ANDREA CORTINOVIS

Il quotidiano eroismo della gente di montagna nella Seconda Guerra Mondiale con i libri di Aurora Cantini