X AGOSTO,
notte di poesia e struggente pianto di stella
Il 10 Agosto è il giorno di San Lorenzo, quando l’orbita terrestre incontra uno sciame di meteoriti e molte si incendiano a contatto con l’atmosfera terrestre, dando l’idea di “stelle cadenti”, ma è anche il titolo di una struggente poesia di Giovanni Pascoli, un lamento al Cielo nel suo eterno peregrinare, compassionevole e silente verso il destino dell’uomo.
Il X Agosto 1867, quando Giovanni Pascoli aveva solo 12 anni, il papà fu ucciso in circostanze misteriose; l’anno dopo morivano la sorella più grande e la mamma, rimanendo orfano a 13 anni.
X AGOSTO
San Lorenzo, io lo so perché tanto
di stelle (una quantità di stelle) per l’aria tranquilla
arde e cade, perché sì gran pianto
nel concavo cielo (nella volta stellata) sfavilla.
Ritornava una rondine al tetto:
l’uccisero: cadde tra i spini:
ella aveva nel becco un insetto:
la cena de’ suoi rondinini.
Ora è là, come in croce, (con le ali aperte) che tende
quel verme a quel cielo lontano;
e il suo nido è nell’ombra, che attende,
che pigola sempre più piano.
Anche un uomo tornava al suo nido:
l’uccisero: disse: Perdono;
e restò negli aperti occhi un grido:
portava due bambole in dono…
Ora là, nella casa romita, (solitaria)
lo aspettano, aspettano in vano:
egli immobile, attonito, (stupito) addita (indica)
le bambole al cielo lontano.
E tu, Cielo, dall’alto dei mondi
sereni, infinito, immortale,
oh! d’un pianto di stelle lo inondi
quest’atomo (questo minuscolo puntino, la Terra) opaco del Male!
(Giovanni Pascoli, da Myricae)
LE NOTTI D’AGOSTO
Le notti d’agosto racchiudono il candore del sogno e la lucentezza dei raggi assolati, ma hanno anche una punta di malinconico addio, laggiù, nel punto più nascosto, un solitario presagio di autunno. Sono le prime piogge, i primi chiaroscuri, le prime nebbie. Gli occhi gustano i giorni di festa, ma il cuore già attende l’ombra lunga delle notti di settembre.