V Premio Biennale Nazionale di narrativa “Lucia Iannucci Mazzoleni” e le parole di Aurora Cantini

V PREMIO BIENNALE NAZIONALE DI NARRATIVA

“Lucia Iannucci Mazzoleni”

e le parole di acqua e di terra di Aurora Cantini

Bergamo – Trento 11 Ottobre 2013

Sala Traini Credito Bergamasco

Il concorso è ideato dal poeta e critico letterario bergamasco Ermellino Mazzoleni in memoria della moglie Lucia, donna di elevata sensibilità culturale, appassionata alla Poesia e alle Arti. “Il Cenacolo Trentino di cultura dialettale” ha curato l’organizzazione, in collaborazione con la rivista “Ciàcere en trentin” di Elio Fox e con il Centro Studi Valle Imagna. Lettura dei testi vincitori affidata all’attore Virginio Zambelli, del Teatro R.A.S.E. di Bergamo. Accompagnamento musicale di Piergiorgio Lunelli, musicista trentino. Presentazione e coordinamento della cerimonia a cura di Antonio Carminati, Direttore del Centro Studi Valle Imagna.

Premio-Narrativa-Mazzoleni1
Premio-Narrativa-Mazzoleni

LE GIURIE

Sezione A:
Elio Fox , presidente (Trento)
Andrea Rognoni (Monza)
Ermellino Mazzoleni (Bergamo)
Claudio Quarenghi (Porto Mantovano, Mantova)
Bepi Sartori (Volargne, Verona)
Eusebio Vivian (Bassano del Grappa, Vicenza)

Sezione B:
Lilia Slomp Ferrari, presidente (Trento)
Carmelo Consoli (Catania)
Roberta Degl’Innocenti (Firenze)
Mario Mastrangelo (Salerno)
Ermellino Mazzoleni (Bergamo)

LA POESIA DEDICATA

A LUCIA MAZZOLENI (1936 – 10 APRILE 2004)

L’ultima volta mi parlavi di poesia

con voce che cantava la speranza,

fioriti i ciliegi alla gelata,

nuvola bianca e promessa

di petali all’impazzata

su questa primavera.

La sera ti ha colto nel suo grembo

di stelle senza nome.

È l’universo ora il tuo fardello

che imbriglia la luce dell’eternità.

Trento, aprile 2004 (Lilia Slomp Ferrari)

Dall’antologia Il Tempo e la memoria- scritti per Lucia Iannucci Mazzoleni, Editrice La Grafica

LE SEZIONI

         Racconto in uno dei dialetti triveneti e bergamasco, mantovano, milanese e brianzolo

         Racconto in lingua italiana

SEZIONE DIALETTALE: IL RACCONTO VINCITORE

Primo classificato il racconto scritto nel dialetto dell’Altopiano di Piné, Trento, “Mi son el Tita Mòchen” di Livio Andreatta, che ha narrato con emotività e riflessione il massacro dei soldati italiani a Cefalonia.

SEZIONE LINGUA: IL RACCONTO VINCITORE

Primo classificato il racconto “Di acqua e di terra” di Aurora Cantini, scelto tra più di 120 elaborati pervenuti da tutta Italia.

LA MOTIVAZIONE

Il racconto si snoda con maestria e stile perfetto nell’evocazione di un tempo lontano, nell’analisi suggestiva di usi e costumi delle Valli Bergamasche e nella rassegnazione al destino della gente di montagna, segnata dal duro lavoro, dalla fame e dalla malattia. La protagonista fin da bambina (siamo agli inizi del 1800), provvede in parte al sostentamento della propria famiglia numerosa andando a lavorare in filanda come “scoparina”. Ammalatasi di tisi, per non gravare ulteriormente sulla famiglia già costretta  a convivere con la morte della sorellina maggiore, è costretta a seguire a servizio una famiglia in partenza verso l’Adriatico. Ormai vecchia è il ricordo dell’incontro con Anita Garibaldi, incinta e malata, in fuga verso Venezia, che la fa riflettere sulle guerre, sulle vittorie e sulle sconfitte, sul messaggio racchiuso nel suo nome “Anima Italia.”

ALCUNI STRALCI DEL RACCONTO

“Sono nata il giorno di Natale del 1796, proprio quando le truppe rivoluzionarie francesi entravano in Bergamo, ponendo fine al lungo dominio di Venezia, ormai odiata per i continui aumenti di prezzi e tasse. (…) Ormai sono vecchia. (…) Ma oggi il mio cuore è spezzato come un albero secolare sotto l’infuriare della tempesta.

Oggi… 6 agosto 1849, ho saputo che Anita non è mai arrivata a Venezia. (…) Me la rivedo come mi é apparsa quella notte del 31 luglio, mentre attendeva il suo uomo, il Generale, uscito in ricognizione con gli altri rivoltosi, deciso a recarsi a Venezia e sfuggire ai soldati austriaci. (…)

Cerco l’immagine del suo bambino mai nato, mai chiamato al mondo, morto con lei e fuso nel suo cuore. Solo io ho toccato l’addome che lo conteneva, l’ho sentito scalciare da sotto la pelle, ho seguito la curva dei suoi piedini. Chissà se sarebbe stato maschio biondo e forte come il padre, oppure femmina scura e compatta come la madre. Chissà come sarebbe cresciuto, che tipo di Italiano sarebbe diventato. (…)”

Per la lettura completa del racconto ecco il link:

Di acqua e di terra

L’EVENTO

Aurora Cantini con la Presidente di Giuria V Premio Iannucci Mazzoleni, Lilia Slomp Ferrari
Aurora Cantini con la Presidente di Giuria V Premio Iannucci Mazzoleni, Lilia Slomp Ferrari
Aurora Cantini con il Segretario del V Premio Iannucci Mazzoleni, Aloisio Mazzoleni
Il Segretario del V Premio Iannucci Mazzoleni, Aloisio Mazzoleni con la premiata Aurora Cantini
 Aurora Cantini con il Presidente del Centro Studi Valle Imagna, professor Giorgio Locatelli
Aurora Cantini con il Presidente del Centro Studi Valle Imagna, professor Giorgio Locatelli
Foto di gruppo dei premiati e segnalati V Premio Iannucci Mazzoleni, il terzo da sinistra è Albino Zanella di Bergamo, accovacciati Ermellino Mazzoleni e il fratello Aloisio
Foto di gruppo dei premiati e segnalati V Premio Iannucci Mazzoleni: da sinistra Bepi Sartori, Albino Zanella, il vincitore della Sezione dialettale Livio Andreatta ed Elio Fox; accovaccati Ermellino Mazzoleni e il fratello Aoisio

L’ARTICOLO

L'Eco di Bergamo e Aurora Cantini
L’Eco di Bergamo e Aurora Cantini

LA MIA RIFLESSIONE

Come tutti i poeti e narratori, anch’io ho costruito la mia storia poetica muovendo i primi passi nel mio borgo nativo, la Valle Seriana, che ha fatto da sfondo, da ispiratore, da spunto riflessivo per ogni composizione o narrazione. È dai luoghi cari della mia infanzia, in cui si è forgiata la mia veste letteraria, che ho tratto il filo per dare vita ai personaggi delle mie storie, alle ambientazioni anche fantasy, alle mie liriche e alle mie opere.

In tutti questi anni durante i quali la mia poetica ha riscosso successi nazionali, ho sempre reso omaggio doveroso alla mia terra di montagna, che benevola mi sostiene e mi appoggia nel mio vorticare nel mondo.

Essere premiata nella mia città, Bergamo, là dove ho gustato indimenticabili gite da bambina con mio papà in Città Alta, o percorso innumerevoli giorni da studentessa alle Superiori, bazzicando alla Stazione dei pullman o ai centri commerciali Standa e Upim con le amiche, partecipando alle feste e agli eventi cittadini, là, dove spesso mi reco per incombenze o appuntamenti, mi ha commosso fin nel profondo. Un po’ come a dire “Nessuno è profeta in patria”, ed invece la scelta di questo racconto, centrato sulla vita contadina di un tempo, sulla mia terra di montagna, la memoria delle sue genti e la passione dei Garibaldini bergamaschi (non a caso Bergamo è denominata “Città dei Mille”) testimonia il desiderio di tenere viva la memoria del passato quotidiano, per dare dignità al presente.

Un’ultima gioia: il racconto fa parte di un lavoro più ampio, il mio romanzo inedito sugli ultimi giorni di Anita Garibaldi e la sua amicizia con la vecchia serva bergamasca. 

“UNA TRA I MILLE, ANITA” la decima pubblicazione di Aurora Cantini

 

2 Risposte a “V Premio Biennale Nazionale di narrativa “Lucia Iannucci Mazzoleni” e le parole di Aurora Cantini”

  1. Brava Aurora!
    Una volta ancora l’amore per la tua terra ha entusiasmato chi ha letto il tuo racconto e ti ha premiata.
    Non posso ora che sperare in un editore per avere anch’io la gioia di leggere il tuo libro e di immergermi nella storia che tu avrai senz’altro raccontato con ardore…”garibaldino”!!!!
    Con stima e simpatia
    Luciana

    1. Cara Luciana,
      come sempre mi commuovi per la tua delicata presenza e per il tuo costante incoraggiamento. Sicuramente ti aggiornerò sul percorso editoriale di questo mio nuovo romanzo, ma fin d’ora sono felice di questo traguardo raggiunto, una prova e una carica in più che mi spinge a continuare a scrivere della mia terra, della sua storia, del suo silenzio. Grazie Luciana, davvero di cuore!!!

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