L’omaggio a Silvestro Bellini, il “papà” bergamasco del Cicciobello

Un omaggio in ricordo di Silvestro Bellini,

il “papà” bergamasco del Cicciobello

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Ho sempre sognato di avere un Cicciobello, adorato e desiderato con il naso appoggiato alle vetrine dei negozi del paese. Avevo solo 2 anni, ma sapevo che esisteva: la mia vicina di casa, una gentile signora senza figli, possedeva una bambola che tutti chiamavano Cicciobello, uno dei primissimi modelli negli Anni Sessanta. Lo teneva in bella mostra appoggiato tra i cuscini del suo letto matrimoniale e io adoravo osservarlo ore e ore (senza toccarlo, proibito!)  quando andavo a trovarla insieme a mia mamma. Un giorno la signora probabilmente si fidò di me e mi permise di tenerlo in braccio: ne fui rapita, letteralmente. Era grande, morbidoso, quasi alto come me, con quella sua boccuccia a cuore aperta in attesa del ciuccio sembrava parlarmi e sussurrarmi segreti infiniti.

Anche se non giravano molti soldi in casa mio papà per il giorno del mio compleanno decise di chiamare un suo amico fotografo di Albino: così eccomi in posa, con il mio completino della festa a giacchetta bordeaux, che la mia mamma mi aveva fatto indossare per l’occasione, abbracciata  al “mio” Cicciobello. Fu l’unica volta che ne presi in braccio uno. Ma bastò. Pur così piccolina, non ho mai dimenticato quel pomeriggio.

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Aurora Cantini abbracciata al “suo” Cicciobello

 Qualche settimana fa su L’Eco di Bergamo ho letto questa notizia: “Se ne è andato nella notte di domenica un mito del mondo dei giocattoli e del «Made in Bergamo», uno capace di ideare un bambolotto senza frontiere foriero di sorrisi, carezze e sogni per milioni di piccine. Si è spento lunedì 7 marzo a 87 anni Silvestro Bellini, bergamasco, fu il primo a disegnare il bambolotto Cicciobello. Un simbolo capace come pochi latri giochi nella storia di stabilire un amore tanto duraturo nel tempo, eterno amore di bambine. Bellini ha creato un gioco capolavoro capace di segnare la storia. Morbidoso, dagli occhioni azzurri, chioma bionda e sguardo da angioletto, Cicciobello, fece di fatto innamorare bambine di mezzo mondo.”

cicciobello anni sessanta
FONTE WEB Cicciobello Anni Sessanta

Non so perché ma mi è salito in gola un groppo di tristezza.

cicciobuono anni settanta
FONTE WEB

Indubbiamente da quando fu creato da Silvestro Bellini nel 1962, Cicciobello ha seguito la realtà sociale in continua evoluzione e si è diversificato in mille e più versioni, raggiungendo ogni angolo del mondo, facendo felice ogni bambina di ogni tempo e di ogni luogo. Se si osservano le tantissime immagini che circolano sul web ci si rende conto di come davvero Cicciobello è stato “capace di segnare la storia” come ha scritto L’Eco di Bergamo. Indubbiamente dai primissimi modelli molto è cambiato e lo testimoniano le immagini più datate: le ghettine bianche che fasciavano le gambette, gli stessi completini che ancora non erano azzurri, i pon pon. Ma aldilà delle notizie tecniche che pure sono interessanti, la cosa più importante è che ogni bambina ha avuto il suo Cicciobello, unico, solo, irripetibile. E questo grazie a un grande, silenzioso, armonioso uomo bergamasco: Silvestro Bellini. “Grazie per averci regalato uno spicchio di infanzia leggero e soffice come nuvola”

UNA SEDICENNE E IL SUO CICCIOBELLO

Dopo aver letto la notizia della scomparsa di Silvestro Bellini la mia amica Beatrice Ghirardi di Selvino mi ha raccontato del suo Cicciobello, che è riuscita a “regalarsi” solo a 16 anni, negli Anni Settanta.

Per gentile concessione: B.G. e il suo Cicciobello, Anni Settanta
Per gentile concessione: Beatrice Ghirardi e il suo Cicciobello, Anni Settanta a Selvino

Ecco la sua testimonianza: “Il mio papà nonostante avesse i debiti della casa da poco costruita e io avevo 16 anni mi aveva comprato il Cicciobello. Costava 11 mila e 500 lire, ricordo che mi disse: “10 mila li pago io, le altre 1500 lire le paghi tu.” Ero al settimo cielo, lo conservo tuttora con gelosia, guai chi lo tocca. GRAZIE PAPÀ, eri un grande, questo era vero amore.”

Per l’occasione la mia amica si era fatta fotografare con il suo bambolotto in braccio: lei in minigonna e calze velate da vera signorinetta, lui, Cicciobello, tutto azzurro come il cielo a primavera. Un sogno a occhi aperti chiamato fantasia.

 

 

 

2 Risposte a “L’omaggio a Silvestro Bellini, il “papà” bergamasco del Cicciobello”

  1. Io non ho avuto il Cicciobello, sostituito da bambole meno “titolate” ma molto amate, ma lo ricordo bene, come te, tra le braccia delle bambine dei “sciur” .
    Grazie come sempre per un angolo di ricordi teneri!!
    E con l’occasione Buona Pasqua!

    Luciana

    1. Cara Luciana,
      infatti il Cicciobello era un sogno per molte bambine, ma tutte, tutte noi abbiamo un ricordo del Cicciobello che fa parte della nostra infanzia.
      Un ricordo bello, azzurro come un cielo senza nuvola. Aurora

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