IL LIBRO DEDICATO AI BERGAMASCHI
FRATELLI CARRARA NEL CENTENARIO DELLA GRANDE GUERRA
“Come una fiamma accesa”
(Edizioni Villadiseriane, pagine 113, 130 fotografie a colori)
a cura di Aurora Cantini
“Di loro non è rimasto più nulla. Né oggetti, né lettere, né medaglie. Nemmeno una tomba su cui piangere. Solo il ricordo e quattro fotografie che risplendono nel tramonto dell’Altopiano di Aviatico”
(L’autore della foto del paesaggio di copertina è Oscar Carrara, pro-pronipote dei fratelli Carrara)
I quattro fratelli Carrara
di Amora Bassa frazione di Aviatico, Bergamo, che hanno dato la vita per la Patria nella Guerra ’15 – ’18.
Con un capitolo dedicato al quinto fratello, uno dei Ragazzi del ’99
Nominazione degli altri Caduti nella Prima Guerra Mondiale del territorio di Aviatico e frazioni.
“Per capire cosa accadde di tremendo dal 1915 al 1918. Libro e testimonianze di straordinaria umanità per tutti coloro che vogliono tenere viva la memoria dei nostri Caduti nelle guerre”
(commento di Damiano Valoti)
“Come una fiamma accesa”, introdotto dalla poesia vincitrice a Frosinone che ne dà il titolo, è il primo e unico memoriale dedicato ai 4 fratelli Carrara di Amora Bassa, sull’Altopiano Selvino Aviatico (tre Alpini -uno Sergente- e un Fante) Combattenti e Caduti nella Prima Guerra Mondiale o per cause belliche nel periodo di poco successivo. Di essi la sottoscritta autrice ha ricostruito la storia, la genealogia e i luoghi dove caddero. Uno spazio è dedicato anche al quinto fratello, uno dei Ragazzi del ’99, l’unico che raggiunse la vecchiaia.
Lo scopo è portare a conoscenza l’esistenza di altri Caduti oltre ai fratelli Calvi, non solo ufficiali, tranne il primogenito dei 4 fratelli, che era Sergente. Ma vuole anche raccontare la storia silenziosa dei tantissimi semplici soldati mandati a morire in quella “inutile strage”, come venne definita da Papa Benedetto XV.
Oltre ai 4 fratelli Carrara, il Comune di Aviatico ha avuto altri 16 Caduti, tutti presentati in un capitolo del memoriale.
Il libro, che l’Amministrazione ha donato ad ognuna delle 260 famiglie residenti sul territorio di Aviatico e frazioni, è disponibile presso la Pro Loco di Aviatico, presso l’edicola New Bar Dolci di Aviatico, oppure su prenotazione in tutte le librerie della provincia di Bergamo. Si può anche contattare direttamente le Edizioni Villadiseriane attraverso la mail ufficiale che appare sul sito: il libro verrà inviato senza spese di spedizione e a prezzo scontato. È acquistabile anche tramite le principali librerie on line.
Il romanzo è acquistabile anche con la Carta del Docente o con 18App Bonus Diciottenni
IL BORGO DI AMORA BASSA
SCHEDA DEI FRATELLI CARRARA E DEL LORO SACRIFICIO NELLA GRANDE GUERRA
Albo d’Oro dei Caduti, pagina 217
www.cadutigrandeguerra.it
LA FAMIGLIA
La famiglia Carrara ebbe 5 figli mandati al fronte dei 6 maschi della famiglia. Scampò alla chiamata solo l’ultimogenito, Basilio, nato nel 1902.
Il papà si chiamava CARRARA ANGELO (18-7-1851), era sposato con CARRARA GIOVANNA MADDALENA (6-11-1859) ed ebbe 13 figli (7 femmine e 6 maschi) tra cui 4 Combattenti e Caduti per la Patria.
Se ne sono andati uno dopo l’altro, uno per ogni anno di guerra, mentre chi attendeva tra questi monti si affidava alla Fede. Raccontava una delle sorelle, Angelina, (nonna di Aurora Cantini) che la notte prima dell’arrivo del telegramma si sentivano come dei passi sulle scale ed un rumore di catenaccio aperto. Quasi che uno dei ragazzi volesse tornare un’ultima volta a salutare i propri cari. Allora i familiari capivano che uno di loro era morto. Così fu per tre volte.
Il padre Angelo morì di crepacuore nel 1919, quando era ancora al fronte anche il quinto dei fratelli Carrara, Bernardino, uno dei Ragazzi del ’99, chiamato alle armi l’8 maggio 1917 e spedito sulla linea del Piave il 13 giugno del 1917 per salvare il salvabile, quando era da un mese morto il fratello Enrico Vittorio Emanuele, di 20 anni. Venne mandato in congedo solo il 7 aprile del 1920.
Per la mamma Giovanna Maddalena al dolore per la morte dei figli e del marito si unì uno strazio ancora peggiore: i corpi di tre dei suoi figli Caduti al fronte non vennero mai ritrovati e i tre ragazzi mai più fecero ritorno a casa. Mai più la madre potè piangere i figli perduti su una tomba nel cimitero del paese. Mai più potè avere almeno la consolazione di un fiore o una preghiera davanti alle loro ossa. Nessun funerale per loro, nessun corteo, nessuna cerimonia ufficiale. La sua forza e la sua fede rappresentano la vera forza delle donne che come la mia bisnonna sopportarono 41 mesi di inferno idealmente accanto ai loro uomini al fronte.
Queste notizie sono frutto di incessanti ricerche, grazie alle testimonianze dei pronipoti che ancora ricordano i racconti del fratello superstite, Bernardino, e attraverso la lettura dei pochissimi e frammentari documenti recuperati (molte parti dei Ruoli Matricolari sono apparse cancellate, abrase o tagliate).
TRE CADUTI IN TRE ANNI DI GUERRA
FERMO ANTONIO
Il primo ad andarsene fu Fermo Antonio, nato il 17 gennaio 1896 (proprio il giorno di sant’Antonio), del V Reggimento Alpini, Battaglione Val Camonica, 252^ Compagnia. Venne dichiarato disperso il 2 agosto 1916 (aveva 20 anni) nelle Alpi Giulie, dopo l’attacco sul Monte Cukla – Rombon, quota 2105, al confine con la Slovenja. Oggi però, dopo cento anni, sono emerse nuove notizie sulla sua morte, ritrovate tra le 2500 pagine degli Archivi dello Stato Maggiore dell’Esercito dal socio alpino Massimo Peloia del Gruppo Alpini di Saronno. Il giovane alpino Fermo Antonio Carrara precipitò dal Rombon. Le sue ossa giacciono ancora tra le rocce degli Abissi del Rombon.
VITTORIO EMANUELE ENRICO
Poi toccò a Vittorio Emanuele Enrico, detto semplicemente Enrico, nato il 19 ottobre 1897, del 229° Fanteria, Brigata Campobasso M.M. Milizie Mobili. Morì il 14 maggio 1917 (pure lui a 20 anni) per esplosione di granata durante la presa del Monte Santo, montagna a nordest di Gorizia, ultima propaggine dell’Altopiano bagnato dal fiume Isonzo che faceva parte del FRONTE DEL CARSO, Altopiano delle Alpi Giulie. Nulla rimase di lui.
GIOVANNI AGOSTINO
Quindi morì Agostino, il cui vero nome era Giovanni, nato il 4 gennaio 1886 e sposato dal 1913 con Gioachina Carrara, della 50^ Compagnia V Reggimento Alpini, Battaglione Edolo, morto il 23 giugno 1918, a 32 anni. Fu colpito alla nuca da un cecchino austriaco mentre si recava al rifornimento di acqua sulla cresta dei Monticelli Orientali, (oggi Passo Paradiso), località Ridotta Sgualdrina di Conca Presena, quota 2992, in Alta Valle Camonica, durante la GUERRA BIANCA SULL’ADAMELLO. Il confine dell’Austria scendeva infatti dalla Valle Camonica al Passo del Tonale e saliva poi alla cresta dei Monticelli. Morì tra le braccia del fratello maggiore Celestino Elia, Sergente. Fu sepolto con una croce di legno nel cimitero di Ponte di Legno. Durante la riesumazione del 1936 per portare i Caduti nel Sacrario del Tonale i suoi resti vennero dispersi.
IL PRIMOGENITO SERGENTE
L’alpino primogenito, Sergente Celestino Elia, nacque il 30 gennaio 1883, sposò la sedicenne Luino Margherita a Serravalle (Vercelli) il 6 dicembre 1906, fu Carabiniere Aggiunto nella Legione Carabinieri Reali di Milano. Emigrante in Francia come muratore, venne richiamato alle armi il 12 aprile del 1915 e trattenuto in servizio il 23 maggio 1915. Combattente sul Rombon e sull’Adamello. Caporale sul Rombon con il Battaglione Alpini ValCamonica, fu ferito gravemente ad un ginocchio l’11 maggio 1916 durante un tremendo attacco alla vetta. (Fonte: Sergio Boem, citazione Verbali del Battaglione ValCamonica redatti dal Cappellano Tenente Don Giuseppe Canova, bergamasco coscritto e amico del Sergente. Morì il 13 giugno 1918 sulla Cima Cady – Adamello; come tramandato dai familiari, Elia Carrara gli rimase accanto fino alla fine)
Il 2 agosto 1916 dovette assistere alle inutili ricerche del fratellino minore, Fermo Antonio, di soli 20 anni, anche lui nel Battaglione ValCamonica, uscito nella notte dell’1 agosto insieme ad altri 5 soldati con una pattuglia di ricognizione e mai più rientrato.
Nominato poi Caporal Maggiore e quindi Sergente sull’Adamello, aveva resistito ai lunghi e terribili inverni, dove gli era giunta la notizia della morte del secondo fratellino, Vittorio Emanuele Enrico, di 20 anni nel 1917. Ma poi il 23 giugno 1918 gli era morto fra le braccia l’adorato fratello Giovanni Agostino di tre anni più giovane. Qualche giorno prima aveva raccolto anche l’ultimo respiro del suo Tenente Cappellano don Canova.
DOPO 41 MESI DI GUERRA
Dopo 41 mesi al fronte lontano da casa, il ritorno fu devastante: Elia era notevolmente debilitato, sia dalle ferite, dai traumi subiti e dal grande dolore della tragedia dei 3 fratelli minori che da qualche malattia contratta al fronte…
Non aveva requie né riposo, né consolazione. Vagava disperato chiamando i fratelli mai più tornati a casa, ferito lui stesso gravemente. Questi disturbi ne avevano talmente indebolito il corpo che non si riprese più. Fu preso in cura dall’Equipe dell’Ospdeale Magiore di Bergamo, il Principessa di Piemonte, dove si recava periodicamente per i controlli e per tentare nuove cure alla ferita alla gamba e alle devastazioni dell’anima. Ma tutto fu inutile. Morì il 1 luglio 1932, a soli 49 anni, spegnendosi a poco a poco nel corpo e nello spirito, sempre accudito dalla mamma. La giovane moglie, Margherita Pierina, era impazzita di dolore (forse già dal 1919) ed era stata internata al Manicomio di Vercelli, dove rimase per 30 anni, fino alla morte.
Per lui un funerale privato, senza la presenza di alcuna autorità. Talmente dimesso che nessuno in paese ne ha mai più avuto memoria. (NB: seppur interrogando e insistendo con gli anziani la loro risposta è sempre stata la stessa: non lo ricordano) Del funerale non è rimasta traccia in nessuna fotografia. Ai fratelli Carrara è stato anche dedicato il libretto “Viva Berghèm, Gioppino postino al fronte“.
LA MEMORIA DEI QUATTRO FRATELLI
LA TARGA SULLA FACCIATA DELLA CASA NATALE
Di loro è rimasta solo una lapide al cimitero e una targa sulla facciata della casa dove nacquero. Fu voluta caparbiamente nel 1972 da Don Bepo Vavassori, amico e commilitone del primogenito dei fratelli.
IL QUINTO FRATELLO, UNO DEI “RAGAZZI DEL ’99”
Il più piccolo dei fratelli Carrara, Bernardino, fu uno dei Ragazzi del ’99, mandato al fronte nel giugno del ’17 per “salvare il salvabile” sulla linea del Piave quando gli erano già morti due fratelli. L’anno seguente gli morì il terzo fratello sull’Adamello. Venne inquadrato nel 5° Reggimento Alpini Battaglione Edolo, mandato poi in congedo il 7 aprile del 1920. Fu l’unico a morire di vecchiaia a 87 anni nel 1986.
IL MESSAGGIO DEL SINDACO DI AVIATICO
“Per il centenario della prima guerra mondiale, la nostra concittadina Aurora Cantini ha voluto ricordare i caduti, che anche Aviatico annovera tra le migliaia di morti di questo conflitto, con una interessante ricerca introdotta dalla toccante poesia “Come una fiamma accesa”. (…) Gli ultimi versi della poesia introduttiva, molto bella e profonda, sono un invito forte a tenere accesa la fiamma della memoria davanti alle foto sbiadite ed ai nomi incisi sulle lapidi di questi figli della nostra terra.
Ed anche – come ha scritto Guareschi – a guardare in alto perché “quando un soldato muore, il suo corpo rimane aggrappato alla terra, ma le stelle della sua giubba di staccano e salgono in cielo ad aumentare di due piccole gemme il firmamento”. La lettura del libro coinvolge ed appassiona. Farà certamente bene anche ai nostri giovani che ora, fortunatamente, vivono la loro vita spensierata.” (Tratto dal messaggio del Sindaco in introduzione al libro)
LE MEDAGLIE RICEVUTE DAI 5 FRATELLI CARRARA A GONARS CENTENARIO DALLA GRANDE GUERRA
Medaglie commemorative della Grande Guerra ai 5 fratelli Carrara
LA SOLENNE SERATA RICORDO
I fratelli Carrara nella Grande Guerra e la solenne serata ricordo
I RINGRAZIAMENTI DELL’AUTRICE
“Ringrazio profondamente il Sindaco di Aviatico dottor Michele Villarboito, il Sindaco di Albino dottor Fabio Terzi, il signor Gesualdo Carrara Capogruppo del Gruppo Alpini di Amora, il Respondabile della Zona 13 Vincenzo Carrara e tutto il direttivo de l’ANA di Bergamo.
Ringrazio la dottoressa Silvia Musi, il Responsabile del Commissariato Generale per le Onorificenze Caduti in Guerra, Direzione Storico-Statistica di Roma, C.F. Colonnello Cosimo Rao; la Direzione Generale della Previdenza Militare e della Leva III Reparto, VIII Divisione, V Sezione Albo d’Oro, l’Archivio di Stato di Bergamo, nella persona del signor Antonio Bertucci. Grazie ai fotografi Vanni della Ricca, Lino Ravani, Maurizio Giordani, Elena Ghilardi, Moretto Sezione CAI Pordenone; Elvira Macchiavelli, Roberto Cavallo, gli autori Ilaria La Fata, Enrico Camanni, Walter Belotti e John Ceruti.” Aurora Cantini
IL LIBRO NEL CIRCUITO ON LINE
◊ Ibs.it ◊ Libroco.it ◊ Wuz.it ◊ Amazon.it ◊ Mondadoristore.it ◊ Libreria Universitaria.it
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LE RECENSIONI
♣ Le parole di Elvira Macchiavelli, fotografa e ricercatrice: la recensione
LE VOCI DEI LETTORI
I commenti dei lettori per “Come una fiamma accesa”
I RICONOSCIMENTI
♥ Roncio d’oro alla 24^ edizione del Premio Letterario Nazionale Città di Ronciglione
♥ Medaglia d’oro al concorso “Italo Carretto” Bardineto (SV)
♥ Medaglia d’oro al concorso letterario “Giuseppe Caprara” Ala di Trento
♥ Oscar della poesia a Lazzate (MB)
♥ Premio Speciale al concorso letterario “I Colori dell’anima” Alassio
♥ Terzo posto al Premio Accademico Internazionale di Letteratura Contemporanea “Lucius Annaeus Seneca”
LE PRESENTAZIONI
♣ L’ANNUNCIO AD AMORA DI AVIATICO
www.anabergamo.it 8 Agosto 2015
♣ LA PRESENTAZIONE AD AVIATICO
Aviatico, 7 novembre 2015, il sacrificio dei fratelli Carrara nella Grande Guerra
♣ IL RACCONTO A SEDRINA
Incontro con l’autore, Aurora Cantini
♣ COME UNA FIAMMA ACCESA AL RIFUGIO POIETO
La voce della montagna per la Grande Guerra
IL CENTENARIO
LA POESIA
Alla poesia per un giovane alpino caduto in guerra il terzo posto al Premio Accademico Seneca
L’Anima della poesia e la Memoria della Grande Guerra ad Alassio
Premio Letterario “Città Di Rescaldina” e il suo omaggio al giovane alpino disperso
COMBATTENTI E CADUTI BERGAMASCHI
Combattenti e Caduti bergamaschi, la storia dei fratelli Carrara
Non possiamo perdere il passato: Aurora Cantini e il suo ricordo della Grande Guerra
Sul fronte del Cukla-Rombon seguendo il sacrificio del giovane alpino
DON BEPO VAVASSORI
Don Bepo Vavassori e quell’amore infinito verso i trovatelli