La Poesia medicina dell’anima all’Ospedale Pediatrico in Nicaragua

La Poesia,
medicina dell’anima:
dall’Ospedale Pediatrico La Mascota in Nicaragua
le terapie poetiche ai bambini
malati di leucemia

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L’Articolo apparso su Il Messaggero di Sant’Antonio, febbraio 2016, pagina 1, testo di Andrea Semplici
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Articolo apparso su Il Messaggero di Sant’Antonio, febbraio 2016, pagina 2, testo di Andrea Semplici
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Articolo apparso su Il Messaggero di Sant’Antonio, febbraio 2016, pagina 3, testo di Andrea Semplici

C’è un gemellaggio particolare, struggente e intenso, tra i tanti che abbracciano i Paesi del mondo, piccoli e grandi: un gemellaggio tra Ospedali sotto il segno della Poesia.
In Nicaragua c’è un Ospedale, chiamato La Mascota, a Managua, dove vengono curati bambini e ragazzi colpiti da tumori.
Qui entra ogni giorno Ernesto Cardenal, monaco e poeta di 90 anni, per parlare di poesia con i piccoli pazienti.
Anche la definizione dell’Ospedale, La Mascota, sa di Poesia: era il soprannome di un ragazzino rimasto schiacciato da un carro armato durante i giorni di insurrezione alla fine degli Anni Settanta contro il Regime dittatoriale che tenne sotto la sua morsa il Nicaragua per quasi mezzo secolo.
A metà degli Anni Ottanta tre uomini videro la luce oltre il buio che attanagliava questo piccolo e indomito stato dell’America Centrale, erano lo scrittore argentino Julio Cortázar, il poeta e romanziere oltre che pediatra Fernando Silva Espinoza e il farmacologo italiano Gianni Tognoni: vent’anni di guerra e cinquanta di dittatura avevano piegato la fibra del popolo; i bambini, futuro e passaporto per un nuovo cammino, morivano di diarrea, malattire respiratore, infezioni, come la terribile epidemia di dengue. Non avevano mai visto un dottore, erano rassegnati, piccoli e miseri uomini e donne in miniatura, già adulti, con quegli occhi che avevano osservato solo sangue e morte e devastazione. Ma soprattutto i ragazzini che erano colpiti da un tumore non avevano scampo, morivano anche solo per un’influenza. Il farmacologo italiano suggerì all’amico Silva di prendere contatti con un pediatra di Monza, dottor Giuseppe Masera, che dirigeva il reparto pediatria dell’Ospedale San Gerardo. Fernando Silva scrisse una lettera toccante e profonda:

“Mi chiamo Fernando Silva, lavoro a Managua in un piccolo ospedale. Provo ogni giorno ad aiutare i bambini a sopravvivere, come fai tu in Italia. Però da te sono in tanti a guarire, invece da me muoiono quasi tutti perché ho poco da offrire: niente attrezzature, mancano le medicine, persino i letti, non ho personale specializzato, non riesco nemmeno ad avere le informazioni sugli aggiornamenti delle terapie. Ho saputo che nel tuo reparto, a Monza, le cure per le leucemie del bambino funzionano piuttosto bene. Mi aiuterai?”

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L’Ospedale La Mascota a Managua, fonte web

Entrambi i pediatri erano e sono Poeti, e nel cuore di ognuno il nome di un bambino morto era una stella che cessava di illuminare il cielo del mondo.
Iniziò un’alleanza tra i due Ospedali, coadiuvata dal responsabile della Sanità Pubblica in Nicaragua, dottor Fulgenzio Baez.
Si avviarono corsi per medici e infermiere, si organizzarono aiuti in farmaci e strumenti diagnostici e tecnici. Si introdussero nuove abilità e specializzazioni, tra cui corsi di Poesia.
La collaborazione doveva durare cinque anni, ma oggi, dopo trenta, è ben saldo il legame tra i due Ospedali. Sono stati salvati oltre mille e settecento bambini, che possono sorridere, sognare, accarezzare il vento e tendere le mani al futuro.

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Ospedale La Mascota, Managua, fonte web

Eppure i medici e le infermiere sono ancora pochi, pagati rispettivamente 300 e 250 dollari al mese. Ma non smettono di credere ai sogni e di portare Speranza e gioco ai piccoli cuori indomiti dei tanti bimbi malati.
Nel 2004 il pediatra di Monza incontrò il poeta Ernesto Cardenal, ex Ministro della Cultura negli anni Ottanta. Sapeva che nel suo pase aveva già organizzato corsi di poesia, “taller de poesia” tra contadini, carcerati e ammalati e gli propose di fare poesia insieme ai bambini de La Mascota. Ernesto accettò.
Insieme ad altri amici poeti, iniziò a raccontare ai bambini dell’ospedale poesie e rime, a guidarli a cambiarle, modificarle, creare nuovi versi, nuove storie poetiche. Goccia dopo goccia, seme dopo seme, parola dopo parola, infuse in ogni bimbo il piacere dell’ascolto, la gioia di scrivere versi, la speranza di sapersi leggere dentro, di consolarsi e consolare, di ascoltarsi per ascoltare gli altri.
Poesie semplici, essenziali, senza oscuri schemi, ma efficaci e dritte al cuore.
Ed era stato proprio Ernesto Cardenal il primo a pretendere che in Nicaragua il diritto alla poesia fosse inserito nell’elenco dei beni indispensabili.
La terapia poetica guarisce, rende sereno il cuore e l’animo, infonde coraggio e forza. Un bimbo sereno riesce a combattere meglio, a credere davvero che potrà guarire, e ce la fa.
Oggi il 40 per cento dei bambini che entra in ospedale malato di leucemia ne esce guarito.
Un traguardo enorme, immenso, se si pensa che trent’anni fa ne uscirono solo dodici guariti. Il Progetto La Mascota è un filo che lega Italia e Nicaragua, come rete di protezione per tutti i bambini del mondo, reso attivo anche con l’Adozione a distanza. 
Poeti e musicisti, versi e rime, filastrocche e sogni…
La Poesia è davvero la cura dell’Anima, la sola porta che può aprire il cuore dell’Umanità, la sola che può dare Speranza. A noi e ai nostri bambini, futura Umanità.

(Fonte di documentazione Il Messaggero di Sant’Antonio, a cura del giornalista Andrea Semplici. Ringrazio Luciana Spinelli e Maurizio Tagliaferri per il materiale fornitomi)

 

 

 

 

 

 

2 Risposte a “La Poesia medicina dell’anima all’Ospedale Pediatrico in Nicaragua”

  1. Grazie Aurora per avere approfondito un argomento così toccante: la poesia può migliorare la qualità di vita anche di un bimbo ammalato gravemente!
    E’ veramente bellissimo che qualcuno ci abbia creduto ed abbia portato avanti con grande coraggio questo progetto.
    Queste sono le notizie che dovremmo sentire ogni giorno ma, si sa, le cose belle non fanno notizia!
    Un abbraccio
    Luciana

    1. Il merito è tutto tuo Luciana, per avermi passato questa notizia stupenda e nello stesso tempo sconvolgente! Io stessa non sapevo in realtà della difficile e angosciante situazione in Nicaragua, quanto dolore e quanta desolazione ancora dobbiamo vedere nel XXI secolo.
      E’ la prova di come si parla troppo poco delle “guerre dimenticate”, dei “popoli invisibili”, delle “tragedie silenziose”; non salgono alla ribalta della cronaca perché non fanno rumore, ma anche senza far rumore c’è gente che muore, ci sono bambini già invecchiati e senza speranza.
      Ricordiamo che nel mondo ci sono tanti e tanti angoli dove la vita è solo un numero su una tomba. E la maggior parte di queste tombe sono di bambini.

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