Devozioni mariane da riscoprire: la Madonna di Guadalupe ad Albino, Bergamo

La tela della Madonna di Guadlaupe nel Santuario di Albino

Devozioni mariane da riscoprire,

La Madonna di Guadalupe ad Albino,

Bergamo

La Madonna di Guadalupe
La Madonna di Guadalupe

Tra le tante testimonianze nascoste della nostra terra di Bergamo vi è quella del Tenore Federico Gambarelli, nato nel 1858 ad Albino e morto nel 1922, un cantante lirico di fama internazionale, ma della cui epopea oggi non v’è quasi più traccia. Fu Monsignore Cavaliere dell’Ordine Costantiniano di San Giorgio, Cantore Onorario della Cappella Pontificia, Cappellano Segreto D’Onore di Sua Santità. Fin da piccino, seppur figlio di un semplice macellaio, mostrò un talento eccezionale per la vocalità e venne chiamato ad esibirsi nei teatri più famosi, con oltre 47 opere liriche di ogni genere. Viaggiò in ogni angolo del mondo, ricevendo ovazioni, onori e gloria.

Articolo d'epoca riguardante il Tenore Federico Gambarelli, Albino
Articolo d’epoca riguardante il Tenore Federico Gambarelli, Albino

Tornando in Italia proprio dal Messico, nel 1890, portò con sé una tela dipinta raffigurante l’immagine della Madonna detta di Guadalupe, di poco più di un metro di altezza, dono dei Gesuiti della città di Puebla. Rappresentava la Madonna “morena”, meticcia, apparsa al contadino indio Juan Diego nel lontano 12 dicembre 1531 sul colle del Tepeyac (oggi altura inglobata nella capitale) in piena conquista spagnola di Cortès (era giunto nel 1519) e impressa miracolosamente sul mantello tessuto con foglie di agave detto “LA TILMA” (ancora intatto nella Basilica di Tepeyac – Città del Messico in una cornice d’oro) indossato dal pover’uomo durante l’ultima delle 4 apparizioni. Non a caso la sua festa cade il 12 dicembre, Vigilia di Santa Lucia, infatti “Guadalupe” vuol dire “Fiume di Luce”.

La tela ricalcava l’immagine originale della Madonna scura venerata in Messico e in tutta l’Amercia Latina, il vestito rosa bordato a fiori e il mantello azzurro trapunto di stelle che Le copriva il capo, i piedi appoggiati sopra la Luna, con il sole ad irradiare di luce attraverso i suoi cento raggi, creando un prodigio mai visto, non fatto da mani d’uomo.

Era in attesa del figlio Gesù, come dimostrava la cinta nera legata sotto il seno, da secoli segno di gravidanza per le donne messicane. La mortalità infantile nei tempi passati era molto alta, e la venerazione verso la Madonna di Guadalupe, venerata da tutti i popoli latinoamericani, rappresentava un forte legame di protezione per le future mamme di ogni tempo e di ogni luogo. Ancora oggi la tilma della Guadalupe messicana è oggetto di studi  e approfondimenti per i numeorsi prodigi di cui è protagonista la miracolosa tela della Madonna di Guadalupe, e anche i miracoli della Madonna di Guadalupe.

La Madonna di Guadalupe messicana
La Madonna di Guadalupe messicana
La tela della Madonna di Guadalupe e il supporto come appare ancora oggi nella basilica in Messico
La tela della Madonna di Guadalupe e il supporto come appare ancora oggi nella Basilica in Messico

Juan Diego morì nel 1548 e nel 2002 venne proclamato santo da Papa Giovanni Paolo II. La Madonna di Guadalupe venne proclamata PATRONA DELL’AMERICA LATINA NEL 1910. Negli anni in cui il Tenore visitò il Messico era stato approvato 3 anni prima (nel 1887) una bolla da parte di Papa Leone XIII che autorizzava la sua Incoronazione, avvenuta poi il 12 dicembre 1895 con una festa grandissima perciò si può immagine come Il Tenore Gambarelli fu subito affascinato e conquistato dalla potenza di questa venerazione

Per il grande Tenore bergamasco rappresentò fin da subito un segno di Luce, di gioia purissima, l’avrebbe custodita tutta la vita, là, accanto al Fiume Serio, nella sua terra a cui era tanto legato. Dai documenti del tempo si legge: “Ispira un fascino misterioso che conforta a sperare, invita a pregare, si fa amare.”

IL NAUFRAGIO

Ma la nave, l’Africa, in viaggio da Barcellona a Genova, incappò in una tremenda tempesta e moltissimi passeggeri si buttarono in mare scomparendo tra i flutti.

Queste le testuali parole che il Tenore scrisse nella pubblicazione dal titolo “Storia della Madonna di Guadalupe venerata ad Albino”, unica copia depositata presso la Biblioteca Civica di Bergamo: “La macchina più non lavorava, l’elica aveva cessato ogni movimento. Poi un terribile schianto rapì ad ogni labbro un urlo disperato. Balzai in piedi e girando lo sguardo quasi per prendere consiglio, mi brillò luminosa un’idea. Ricordai che tenevo presso di me una miracolosa immagine della Madonna di Guadalupe donatami dai Gesuiti. In quel supremo momento mi tornò come l’estremo raggio della speranza. No, dissi a me stesso, non perirò al certo con questo emblema di salvezza; e con accento che solo può dettare il senso di fiducia nel parossismo della disperazione, esclamai: no, Vergine di Guadalupe, non permettere che la vostra immagine perisca tra questi vortici, e con essa periscano tanti poveri infelici. Voi ci dovete salvare, se no la Vostra Immagine sarà la prima a calare a fondo…

Strana invero la mia preghiera, ma tant’è fu così; e come se la Vergine veramente temesse la mia minaccia, o che la illimitata sua pietà verso dei miseri ve la conducesse, venne in nostro soccorso. Il bastimento in male arnese e tutto pesto subì in quell’istante un brusco movimento prodotto da non so qual causa. Come per incanto guadagnò la superficie e, rimorchiato da una forza misteriosa, superato il golfo di Rosas, all’alba ormeggiava felicemente nel Golfo di Lione. A bordo fu una festa a non dirsi per lo scampato pericolo. Raccontai il fatto e fu una gara nel contemplare la cara effigie e di saperne i fasti”.

Il dipinto che descrive lo scampato naufragio della nave Africa, appeso nella chiesa di Albino dedicata alla Madonna di Guadalupe
Il dipinto che descrive lo scampato naufragio della nave Africa, appeso nella chiesa di Albino dedicata alla Madonna di Guadalupe

Fece realizzare intorno alla tela un supporto di bronzo in cui incastonarla, poi eresse un piccolo Oratorio–altare nel suo giardino (presumibilmente in località Piazzo di Nembro secondo le testimonianze dei pro pronipoti) e depositò la Madonna in una nicchia naturale, una “dolina” carsica presente nei pressi, che doveva divenire un luogo di preghiera duraturo, molto simile al luogo dove la Madonna era apparsa a Juan Diego.

La "dolina carsica" in località Piazzo di Nembro dove venne depositata la tela della Madonna di Guadalupe
La “dolina carsica” in località Piazzo di Nembro dove venne depositata la tela della Madonna di Guadalupe, foto di Gianni Comotti
La tela della Madonna di Guadlaupe nel Santuario di Albino
La tela della Madonna di Guadlaupe nel Santuario di Albino

Questa sua fervente e instancabile devozione riportò a galla un desiderio mai sopito seppur vissuto tra laceranti conflitti d’animo, quello della vocazione sacerdotale. Nel 1898, a quarant’anni, venne ordinato sacerdote nel Seminario di Bergamo con il nome di Padre Federico Maria della Croce.

LA CHIESA DELLA GUADALUPE DI ALBINO

Le intemperie e l’acqua delle sortite nella Grotta rischiavano però di intaccare il manufatto. Perciò il Tenore, con i risparmi di 20 anni di carriera nella lirica, decise di acquistare ad Albino, sul lato del Torrente Albina, accanto al ponte. Una modesta chiesetta e un possedimento di proprietà della Congregazione Religiosa della Sacra Famiglia, a cui si accedeva da un vicolo laterale di Via Mazzini (vicolo che da allora prese il nome di Vicolo Gambarelli).
I lavori di completamento e ampliamento della chiesetta con alcuni edifici annessi iniziarono nel 1902 e terminarono nel 1905. La Chiesa di Guadalupe di Albino cominciò ad attirare fedeli da ogni paese della Valle e oltre.

 La chiesa ad Albino in Vicolo Gambarelli dedicata a Nostra Signora di Guadalupe
La chiesa ad Albino in Vicolo Gambarelli dedicata a Nostra Signora di Guadalupe
L’altro capo del Vicolo Gambarelli con l’accesso alla chiesa
L’altro capo del Vicolo Gambarelli con l’accesso alla chiesa

In Valle Seriana nessuno prima del Tenore Gambarelli sapeva dell’esistenza di questo culto. Lui fu il primo a portarla nella nostra terra, come testimoniano alcuni scritti dell’epoca: “Con quello che sorge nelle vicinanze di Roma, sono gli unici questi Santuari dedicati in Italia alla protettrice del Messico”. Oggi sono 5 o 6 i luoghi di culto.

LA MADONNINA DI PIAZZO

Non avendo cuore di sacrificare la devozione per la chiesina di Piazzo, il Gambarelli rimodellò una immagine di Vergine con Veggente (alcuni ipotizzano sia la Vergine del Perello) per renderla simile alla Guadalupa da deporre a piazzo, dove costruì anche una chiesetta, mai però completata a causa della morte del Gambarelli nel 1922. La “dolina” venne lasciata alla Congregazione dei Preti del Sacro Cuore, con l’impegno di custodirla. Ma con il tempo e la morte dei testimoni originari, piano piano l’impegno andò scemando. Le generazioni successive dimenticarono. I documenti venero lasciati ai margini della vita quotidiana. Su tutto si depositò la sabbia dell’oblio.

La statua della Madonna di Guadalupe venerata a Piazzo di Nembro
La statua della Madonna di Guadalupe venerata a Piazzo di Nembro
La minuscola chiesina di Piazzo di Nembro come era
La minuscola chiesina di Piazzo di Nembro come era, foto del maestro Giovanni Bergamelli

L’ORFANOTROFIO DI ALBINO

Nel 1920 Monsignor Gambarelli lasciava il Santuario della Madonna di Guadalupe, con le annesse case, alle Suore delle Poverelle del Beato Luigi Palazzolo, come appare sulla lapide all’ingresso. Esse vi crearono un Orfanotrofio femminile, dove bambine della terra di Bergamo, ma anche di varie parti d’Italia, avrebbero potuto ritrovare il sorriso e la gioia dell’infanzia. Fu attivo fino al 1968, quando cessò la sua opera per la non più idoneità degli edifici.

La lapide che attesta il lascito alle Suore delle Poverelle di Albino
La lapide che attesta il lascito alle Suore delle Poverelle di Albino
Metà del Novecento: l’Orfanotrofio annesso alla chiesa della Madonna di Guadalupe ad Albino
Metà del Novecento: l’Orfanotrofio annesso alla chiesa della Madonna di Guadalupe ad Albino

UN FIUME DI LUCE

Eppure la Madonna di Guadalupe continuò il Suo Messaggio di Speranza al mondo, apparendo in centinaia di tele, a testimonianza della grande Fede che aveva saputo creare nella popolazione.
A tangibile prova della forza evocativa della Madonna, nel 2011, per espresso desiderio dei discendenti, in località Piazzo è stata eretta una Tribulina commemorativa, a perenne ricordo della devozione ampliata nei secoli.

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La cappelletta a Piazzo di Nembro dedicata alla Madonnina di Guadalupe detta di Piazzo, voluta dal famoso tenore Federico Gambarelli (1858 – 1922)

IL LIBRO DEDICATO AL TENORE FEDERICO GAMBARELLI

Nel 2018, in occasione del 160° anniversario della nascita, è uscito il libro che ne racconta l’epopea e l’avventurosa vita, dal titolo “Una voce dimenticata” della poetessa e scrittrice Aurora Cantini.

In un libro l’epopea del grande tenore bergamasco Federico Gambarelli Monsignore

TUTTI I DIRITTI RISERVATI

Lo scopo di questo mio lavoro personale di ricerca sulla storia della Madonna di Guadalupe del Tenore Federico Gambarelli ad Albino, è dare conoscenza e memoria. Pertanto chiunque può attingere ad esso. VI CHIEDO PERO’ DI CITARE QUESTA FONTE. Infatti questo lavoro di ricerca sulla storia della Madonna di Guadalupe del Tenore Federico Gambarelli ad Albino, ha richiesto da parte mia molto lavoro, molte informazioni cercate, molte ore di impegno, MOLTA FATICA.

RINGRAZIAMENTI

Ringrazio Edelwaiss Gambarelli, pro-pro-nipote del famoso Tenore (era infatti zio del nonno Mosé) per le numerose fotografie dell’archivio perosnale. Grazie per i documenti autentici, preziosi e cari, custoditi in ordinate cartellette. In esse quel mondo lontano di salotti ottocenteschi e opere meravigliose sembra ancora vivo e palpitante. Grazie per i ricordi mai sbiaditi che le sono stati tramandati dal papà Bruno Gambarelli. Egli nutrì sempre grande e riconoscente affetto per quello zio famoso, scalpitante, ribelle e coraggioso, che aveva saputo vivere di un immortale, incondizionato amore per il Signore.
Molti dati tecnici sono tratti dal libro “Il Tenore Federico Gambarelli, Monsignore” di Rizzi Don Giuseppe, 1976

4 Risposte a “Devozioni mariane da riscoprire: la Madonna di Guadalupe ad Albino, Bergamo”

  1. grazie per queste preziose informazioni.
    Andremo a visitare questo luogo sacro ed a pregare la Madonna di Guadalupe perché aiuti anche le nostre piccole barche sempre in balia delle tempeste della vita.
    Con affetto
    Luciana

    1. Cara Luciana,
      abbiamo bisogno di credere, abbiamo bisogno di sperare, e solo volgendo lo sguardo in alto possiamo trovare sollievo…
      affinché le nostre barche trovino una riva, un approdo dove avere Pace.
      Aurora

  2. rev. Rettore
    con la presente la raggiungo per proporre la mostra fotografica e scientifica della Madonna di Guadalupe. Per 15 anni la mostra è stata in molte città d’Italia e anche in 15 carceri. Da un po’ di tempo la mostra è ferma a Torino per cui cerchiamo cerchiamo spazi per l’esposizione. A vostra disposizione anche la mostra della Sacra Sindone. Per la visione online delle mostre andare sul sito:www,associazioneavvento.it . La ringrazio anticipatamente e invio riverenti saluti
    antonio strina

    1. Gentilissimo dottor Antonio Strina,
      la ringrazio per l’importante testimonianza, ho letto subito il suo sito, che ho inserito come link nel mio articolo dedicato alla celebre Madonna Messicana tanto amata dal Tenore Federico Gambarelli. Io sono però solo una semplice scrittrice, non ho la facoltà di proporre mostre sulla Madonna di Guadalupe, le posso però inviare i racapiti delle perosne che potrebbero prendere in carico questo significativo evento. Aurora Cantini

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