Il romanzo sulle Torri Gemelle nella bacheca de Sololibri.net

Come briciole sparse sul mondo,

il romanzo sull’attentato alle Torri Gemelle

visto da chi era intrappolato nella Torre Nord

ora nella bacheca de Sololibri.net

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Cesare Marcassoli, Nembro, e il suo 11 Settembre
Cesare Marcassoli, Nembro, e il suo 11 Settembre

Qui di seguito il link diretto alla pagina di Recensione:

http://www.sololibri.net/Come-briciole-sparse-sul-mondo.html

INCIPIT AL ROMANZO

“La Torre Sud proiettò per centinaia di metri frammenti e detriti incandescenti, in un turbinìo di carta e vetro, mentre all’interno si sviluppò un rogo colossale.

Molti cominciarono a gridare. Luisella cadde in terra sbattendo il fianco contro uno dei mobiletti adibiti alla distribuzione gratuita delle piantine del grattacielo. Molti si sedettero incapaci di rendersi ragione dell’immensità di quello che stava loro capitando.

Dai punti di osservazione i presenti osservavano in silenzio le fiamme che aumentavano ed assediavano la Torre dinanzi.

«Guardate! C’è qualcuno che cerca di scendere lungo la facciata!»

Clara si coprì la bocca con una mano, per soffocare un urlo. Si guardarono l’un l’altro, confusi. Un tremore sconosciuto cominciò a serpeggiare sotto la pelle.

«Ma perché? Mio Dio!»

Valerio, pallidissimo ma ancora composto, rispose: «Sono le rotaie del sistema automatizzato di pulizia dei vetri esterni.» Non disse che era una via di fuga. Ma perché?

Improvvisamente una ragazza, forse un’impiegata, cacciò un urlo altissimo, additando.

Persa la presa, probabilmente per la stanchezza o per il calore delle colonne stesse, si videro alcuni disperati precipitare nel vuoto.

Nella Nord c’era chi si spostava di continuo oltre le porte, fino agli accessi, come sperando di veder spuntare qualcuno, chi si passava una mano tra i capelli, chi sistemava ininterrottamente gli occhiali o girava in tondo, riflettendo. Chi era seduto su una sedia o per terra. Due ragazze bionde si erano tolte le scarpe e stavano sedute appoggiate ad una parete. Alcuni ragazzi distribuivano delle bottigliette d’acqua. Valigette, portadocumenti, zainetti, borsette accantonate a mucchietti negli angoli. Il mormorio di voci rendeva tutto come sospeso, in attesa. Ma erano straniti e sgomenti, senza saperlo stavano già dicendo addio al mondo.

Gli occhi si puntavano irrimediabilmente verso il maestoso grattacielo dirimpetto.

Si vedevano puntolini colorati fare capolino tra le colonne grigie, nella parte sovrastante la fascia incendiata. Apparivano, scomparivano, poi tornavano a riapparire. Cerchiolini rosa, i volti di tanti. Ad un certo punto si intravide qualcuno sporgere nel vuoto un bimbo, nel tentativo di farlo respirare e forse tenerlo lontano dal calore insopportabile degli incendi. Chiedevano soccorso affacciandosi sul bordo dello squarcio, agitavano le braccia, si sporgevano più che potevano. Ma che cosa potevano fare, se non attendere?”

(Aur Cant, brano tratto dal romanzo “Come briciole sparse sul mondo”)